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X-Men Dark Phoenix, la recensione: La Fenice dei mutanti Marvel è solo un fuoco di paglia

Nei cinema è arrivato X-Men Dark Phoenix, l'ultimo capitolo cinematografico della saga X-Men firmato dalla 20th Century Fox. Ultimo in ordine cronologico e ultimo della "storia", considerando che i diritti sul gruppo di mutanti creato da Stan Lee sono da poco tornati nelle mani della Marvel, e sono quindi pronti a vivere una nuova stagione cinematografica.


In attesa del tanto chiacchierato New Mutants, che sarà comunque completamente slegato dal franchise creato nel 2000 dal regista Bryan Singer, eccoci arrivati al vero conflitto finale, e a non quello citato dal titolo della terza (pessima) pellicola uscita nel 2006 che, guarda caso, è liberamente ispirato alla stessa storyline fumettistica: la Saga di Fenice Nera.

Siamo nel 1992 della nuova linea temporale inaugurata dopo gli eventi di X-Men: Giorni di un futuro passato (2014) e sono passati circa dieci anni dalla lotta con Apocalisse avvenuta in X-Men: Apocalisse (2016). Gli X-Men sono ora un supergruppo affermato a livello mondiale, il Presidente degli Stati Uniti ha grande stima nei confronti di Charles Xavier (James McAvoy) e della sua squadra, e i mutanti non sono più considerati una minaccia dall'opinione pubblica.

Durante una missione di salvataggio nello spazio, la giovane Jean Grey (Sophie Turner) si sacrifica per salvare la squadra e viene investita da un'eruzione solare. Incredibilmente sopravvissuta al brillamento, la ragazza tornerà sulla Terra mostrando un potere inimmaginabile. La Fenice, come viene ora chiamata dagli studenti della Scuola per Giovani Dotati, non riuscirà più a controllare le sue capacità e scoprirà una verità sul suo passato che la metterà in conflitto con il suo mentore Xavier e, inevitabilmente, con tutti gli X-Men.



La squadra composta da Mistica (Jennifer Lawrence), Bestia (Nicholas Hoult), Ciclope (Tye Sheridan), Quicksilver (Evan Peters), Nightcrawler (Kodi Smit-McPhee) e Tempesta (Alexandra Shipp) cercherà di far rinsavire la ragazza e di aiutarla a controllare questo nuovo misterioso potere, che ha attirato le attenzioni di una pericolosa razza aliena guidata da Vuk (Jessica Chastain).

X-Men Dark Phoenix è stato letteralmente massacrato dalla critica e fino a questo momento è stato difeso solo da un pubblico di feroci fanboy, più interessati a vedere sul grande schermo un gruppo di mutanti maggiormente simile a quello dei fumetti e della serie animata piuttosto che ad assistere ad un film di qualità.

La verità è  che il film delude praticamente da ogni punto di vista, e a salvarsi dalla barca che sta affondando è sempre e solo il solito Michael Fassbender, maestoso nei panni dell'antieroe Magneto. Dark Phoenix riscrive per il cinema, come già fatto in passato nel film di X-Men Conflitto Finale, la storia della Fenice narrata da Chris Claremont e John Byrne, ma lo fa con imperizia e leggerezza.


Partendo dall'evidente assenza di un plot solido, il film scorre sul delirio di Jean Grey, sulla scoperta del tradimento di colui che credeva essere la sua famiglia, e sul suo banale plagio da parte di Vuk, villain anonimo di cui nel corso del film veniamo a sapere ben poco, e che in qualche modo esprime la stessa ingenuità di quando venne presentato come una sorta di "broccolo antropomorfo" sulle pagine di Avengers #4 del 1963.

Il film presenta inoltre alcune scene che sarebbero dovute essere molto drammatiche, e che invece vengono mostrate in maniera del tutto priva di emozione ed epicità...

Per il resto bisogna affidarci ad un po' di SPOILER, pertanto chi non ha ancora visto il film è pregato di non leggere.

Un evento così importante come la morte di Mistica, protagonista fin dalla nascita del nuovo corso degli X-Men avvenuta nel 2011 con il film X-Men: L'Inizio, sarebbe dovuto infatti essere mostrato con una maggiore enfasi e una maggiore drammaticità. Anche il suo stesso rapporto con Bestia, consolidatosi nel corso dei quattro film, viene a mancare e risulta essere quasi un semplice contorno. Come la storia d'amore tra Jean e Ciclope, che pur essendo una delle coppie più famose della storia dei fumetti, nel film viene rappresentata ai livelli di una cotta adolescenziale.

Non c'è sentimento, non c'è passione, non c'è niente di memorabile in questo film, che doveva chiudere un racconto ventennale e che invece sembra un tappabuchi in attesa di quel che verrà, firmato Marvel Studios. Non avendo certezze, e affidandosi a supposizioni, sembra quasi che X-Men: Dark Phoenix sia un film uscito al cinema perché "dovevano realizzarlo" e non perché "volevano".


Il regista Simon Kinberg, finora produttore della saga, mostra tutta la sua inesperienza dietro la macchina da presa, gli stessi attori sono fuori scala rispetto al soggetto e a ciò che viene proposto in video, e anche interpreti finora convincenti come James McAvoy e Nicholas Hoult hanno perso smalto in un film che, inspiegabilmente visto i precedenti, dimostra più di una pecca anche sul lato tecnico e sugli effetti speciali (inguardabili i fulmini attributi a Tempesta e alcune scene sul treno in movimento, dove invece Magneto mostra tutto il suo fascino).

Purtroppo, come detto in precedenza, il film apre ad alcune ipotesi piuttosto plausibili se ci pensiamo. Rimandato a causa di diverse riprese aggiuntive, che stando a quanto dichiarato sono state dovute ad una riscrittura del finale inizialmente ambientato nello spazio, X-Men: Dark Phoenix in realtà sembra essere più uno strumento di marketing tutto incentrato sulla figura di Jean Grey e sulla sua interprete Sophie Turner che, guarda caso meno di un mese fa, è stata tra i protagonisti del finale de Il Trono di Spade, chiacchieratissima serie tv HBO tra le più viste al mondo.

La superficialità del racconto, la scelta di un villain così anonimo come Vuk, la riscrittura del plot, e la mancanza di approfondimento dei personaggi relativamente "nuovi" del team X, lasciano pensare (e sperare, così da poter trovare un'attenuante nei confronti della produzione), che il film sia stato letteralmente trasformato dall'accordo siglato dalla Disney per l'acquisizione della FOX, portando all'eliminazione di tanti elementi e concetti che sarebbero stati "bruciati", risultando così inevitabilmente inutilizzabili nei progetti Marvel Studios in programma nei prossimi anni.

Tra i più evidenti c'è la natura dei villain,appartenenti alla razza dei D'Bari, mutaforma che ricordano gli Skrull, alieni e villains che effettivamente potrebbero essere stati eliminati dal progetto visto il loro debutto all'interno del recente film MCU su Captain Marvel.

Quel che è certo è che il film che chiude il mondo X-Men firmato FOX, e che avrebbe dovuto esaltare il pubblico, è una Fenice destinata a finire in cenere senza possibilità di riemergere dalle fiamme.

Giuliano Gambino
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