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ED BRUBAKER: SU KIRBY, MOORE, BEFORE WATCHMEN E IL SUO FUTURO SENZA CAP MA DEDICATO A PROGETTI CREATOR OWNED



Copertina della prima raccolta in volume di Fatale
illustrazione di Sean phillips
Sulle pagine di The Comics Reporter lo scorso 24 giugno è stata pubblicata una sensazionale intervista a Ed Brubaker (lo ammetto, uno degli sceneggiatori che da alcuni anni leggo con maggior piacere, sia se scriva Capitan America o Sleeper, Criminal e Incognito). La lunghissima chiacchierata (di cui vi propongo un altrettanto lungo stralcio) è, a mio parere, molto importante sia perché ci sono alcune rivelazioni riguardo il futuro prossimo dello scrittore, sia perché Brubaker racconta il suo punto di vista su quella che è la questione   più importante di questo scorcio di secolo: le pubblicazioni creator-owned, il lavoro su commissione su personaggi di proprietà delle case editrici e, naturalmente, le cause intentate dagli eredi di Siegel, Shuster e Kirby contro le Big Two e l'affaire Before Watchmen.

La mia sensazione, sulla quale mi piacerebbe soffermarmi in futuro attraverso una più approfondita analisi, è che tutta la vicenda legata a Before Watchmen e al (mal)trattamento di Alan Moore, rappresenti un vero e proprio spartiacque per l'industria dei comics statunitense, una vicenda che sta portando a una perdita dell'innocenza per appassionati (almeno per alcuni di essi) e soprattutto autori; una perdita di innocenza che sta facendo sviluppare una maggior consapevolezza nella quasi totalità degli addetti ai lavori che vedono nel lavoro per le Major solo un trampolino di lancio per approdare a progetti personali (di cui detengono quindi i diritti, dunque) più appaganti da un punto di vista creativo e, soprattutto, economico. E' interessante sottolineare come tutto questo movimento si sia generato dal maltrattamento di un autore da molti (e forse da tutti i professionisti attualmente in voga) considerato l'Autore e dall'esplosione del fenomeno degli adattamenti cinematografici (da cui arrivano davvero grandi capitali).

Ma bando alle ciance, godiamoci parte di questa bellissima intervista condotta da Tom Spurgeon (se volete leggerla integralmente andate QUI)

Copertina di Capitan America #50
illustrazione di Steve Epting

Tom Spurgeon: Dunque, mi hai detto che stai per lasciare Capitan America.

Brubaker: Sì. Quando questa intervista sarà pubblicata, io avrò scritto l'ultimo numero.

Spurgeon: Congratulazioni. E così sono... otto anni su Cap?

Brubaker: un po' meno di otto anni. Credo di aver cominciato nell'agosto del 2004 scrivendo il mio primo albo, che fu pubblicato poi nel novembre di quell'anno.

Spurgeon: perché adesso?

Brubaker: In parte perché si tratta di un graduale passaggio dal lavoro svolto su commissione a quello su serie di cui detengo la proprietà. Ho raggiunto un punto in cui, svolgendo lavoro a contratto, cominciavo a sentire come se mi stessi bruciando. Fondamentalmente sul fumetto di supereroi ho prosciugato il mio serbatoio. E' stato un gran lavoro, e credo di aver trovato il modo di far sentire attraverso di esso la mia voce, ma ho un sacco di altre cose che desidero scrivere, così per un po' proverò a concentrarmi su queste.

Spurgeon: continuerai a scrivere The Winter Soldier?

Brubaker: Sì. Presto sarà la mia unica serie per la Marvel. Scriverò The Winter Soldier finché durerà... o finché sarà possibile [risate]. Perché non so se durerà, ma sono davvero orgoglioso di questa serie e il secondo e il terzo ciclo narrativo sono per me tra i miei migliori di sempre realizzati per la Marvel.

Spurgeon: Qual è la natura del tuo attaccamento al fumetto di Capitan America, allora? E' solo orgoglio per un lavoro ben fatto? Di certo hai fatto bene con il personaggio soprattutto se di considera il lavoro svolto da altri autori che sono stati a lungo sul personaggio, da questo punto di vista il tuo lavoro è un successo. E hai fatto registrare anche un successo nelle vendite, in particolare con il numero della morte di Capitan America e con quelli vicini. Insomma di certo hai fatto bene con la serie. Deriva dall'orgoglio per realizzare un buon lavoro, amore per il personaggio, amore per l'ambientazione...?

Brubaker: un misto di tutte queste cose. C'è un aspetto nostalgico. Ricordo chiaramente quando comprai il mio primo numero di Capitan America, avevo più o meno quattro anni. [...]

Captain America #156
Copertina di Sal Buscema e Dave Cockrum
Spurgeon: Aspetta, che numero era?

Brubaker: il 156. Due Capitan America uno di fronte all'altro. Il Cap degli anni '50 combatteva con quello moderno.

Spurgeon: immagino che lo scrittore dovrebbe essere Steve Englehart.

Brubaker: Era qualcosa tipo il terzo numero di Englehart, credo. Così nutrivo una certa nostalgia. Sono cresciuto in una base militare leggendo i fumetti di Capitan America e ho sempre guardato con interesse a quello che accadeva al personaggio [...]

C'è una certa quantità di orgoglio nel voler seguire le orme di gente come Englehart, Byrne, Stern e De Matteis; quando scrivi una serie come questa e hai successo sei quasi libero di fare tutto ciò che vuoi. Non c'è mai stato nessuno che mi ha ordinato di fare qualcosa su Capitan America. Non ho mai dovuto fare qualcosa che non desideravo fare sulla serie. Quando lavori su un personaggio così a lungo, eserciti una specie di diritto di proprietà su di esso. Sai che la Marvel è proprietaria del personaggio, ma menti a te stesso dicendo che sei tu quello che comanda. E riesci a mentire abbastanza bene per svolgere sufficientemente bene il tuo lavoro, sei l'uomo solo al comando [Spurgeon ride].

E' la natura del fumetto. Devono mandare in edicola tutti i mesi. Alle volte, se fai un buon lavoro, nessuno se ne frega di te. [Risate] La Deadline è il tuo nemico ma può essere anche la tua migliore amica. Finché la tua serie esce ogni mese puntuale e stai facendo anche qualcosa di figo... la cosa peggiore che mi è capitato è essermi sentito rispondere che non potevo usare un personaggio perché era impegnato sulla serie dei Thunderbolts o su qualcosa di simile.

Spurgeon: Mostri. [Brubaker ride]

Brubaker: Così c'è una certa dose di questo. Onestamente, c'è stato un momento in cui ho assunto altri incarichi, tipo Secret Avengers, e dopo tre o quattro numeri mi sono chiesto, "che cosa sto facendo? Perchè sto facendo questo? Non è nelle mie corde. [...] Scrivere Cap è diventata una seconda natura per me.

[...] Spurgeon: C'è qualcosa che, come persona coinvolta all'interno delle Major, hai visto e che noi non siamo in grado di percepire? Di  certo abbiamo visto i risultati di questo cambiamento alla DC.

Copertina del primo albo di
Gotham Central
serie poliziesca ambientata nel Bat-Verse
scritta da Ed Brubaker e Greg Rucka
Brubaker: quando ero alla DC... le vendite non erano necessariamente ottime, ma erano piacevolmente stabili. C'era una sufficiente stabilità. Sia la Marvel che la DC avevano questa stabilità, lo si avvertiva. Ma due anni fa è cominciata una caduta libera per molte serie. La mia teoria personale -- è cominciato ad accadere in coincidenza con l'aumento dei prezzi a $3.99 contro i $2.99. Credo che è allora che alcune serie hanno davvero cominciato a cadere. D'altro canto c'è da dire che le serie che meglio hanno venduto negli ultimi dieci anni sono quelle a $3.99. 

E' difficile dire che ha ragione e chi ha torto in questa controversia. Ma le vendite di queste serie sono andate al di sotto dei livelli considerati fino ad alcuni anni fa accettabili da Marvel e DC. Così è come se questa stabilità fosse venuta meno in un attimo. 

Intendo, immaginate come sono stato fortunato a scrivere la stessa serie per otto anni. Non è accaduto molto spesso. Brian Bendis ha scritto Avengers per nove anni. ha scritto più numeri dei vendicatori di chiunque altro. E' davvero rarissimo che ci siano queste lunghe gestioni di una serie.

[...] Spurgeon: Quando eravamo ragazzini le cose funzionavano diversamente, era possibile aspettare che Frank Miller ingranasse su Daredevil perché la serie garantiva comunque una stabilità nelle vendite.

Brubaker: E adesso questa stabilità è garantita solo per pochi anni e fino a un nuovo numero  uno. [risate] Ovviamente lo faccio perché sono ossessionato di comics e dalla nostalgia. La mia epoca preferita dei fumetti mainstream era quella in cui ogni personaggio aveva solo una testata, o il personaggio più strano che era davvero popolare ne aveva due. Avevano gli stessi sceneggiatori per anni e anni e anni. Avevano lo stesso disegnatore per anni e anni e anni. Occasionalmente c'era un fill-in. Questi autori avevano una storia da raccontare. Non c'erano eventi né crossover.

Spurgeon: secondo te questo mercato sta subendo un mutamento?

Illustrazione di Steve Epting
per la copertina di Winter Soldier #9
Brubaker: è difficile parlare per gli altri. [...]ma avverto che c'è una buona dose di ansia che due o tre anni fa non si avvertiva. Forse io non lo accusavo perché scrivevo una delle serie più vendute della Marvel. Ero così stabile sul terreno, che forse le cose mi sembravano stabili anche mentre le serie degli altri venivano segate.

Ma non ho avuto modo di parlare con altri di questo perché stavo muovendomi in una direzione tutta mia, ero conscio che stavo accantonando la mia parentesi di scrittore di supereroi a contratto come una parte della mia carriera.

Spurgeon: parli così perché adesso vedi le cose in prospettiva, ma c'è stato un momento in cui hai maturato questa decisione? 

Brubaker: Più che una decisione si è trattato di seguire il mio istinto, dal momento che ho sempre provato a scrivere cose che davvero volevo scrivere. Ero abituato ad avere un sacco di idee per le storie di super-eroi [...]Ma negli ultimi anni desideravo sempre più concentrarmi sui miei progetti personali, e la maggior parte delle mie idee riguardavano soprattutto cose nuove o per cose da realizzare al di fuori del mondo del fumetto. Ricordo che mi ero appena seduto con in mano il taccuino dedicato a Cap e stavo chiedendomi cosa avrei fatto nell'arco narrativo a questo e mi son detto: "credo di aver finito qui". Ne parlai con Dan Buckley, e lui mi incoraggiò davvero molto, fu davvero un grande. Continuerò a scrivere The Winter Soldier per un po', potenzialmente un bel po', ma sento che si tratta di una grande cambiamento. 

Spurgeon: lavorare sulla sceneggiatura di un film ti ha influenzato per l'assunzione di questa decisione? 

Brubaker: sì, ha giocato un ruolo perché lavorare sul film e per la TV mi ha aiutato ad essere meno timoroso per il mio futuro. [...]Non ho comunque intenzione di lasciare i fumetti. Sono un Comic Guy. Sono una delle costanti della mia vita, insomma scriverò comics per sempre.

Spurgeon: In termini di creatività che cosa significherà cominciare a lavorare su materiale di tua proprietà? Cosa ti soddisfa nel lavorare su materiale sul quale eserciti un grande controllo più del fatto che non ci saranno proibizioni e limitazioni? Sai alle volte la libertà può risultare un impedimento.

Brubaker: non ho avuto problemi con le limitazioni dei fumetti mainstream, davvero. Le limitazioni ti possono essere d'aiuto. E neanche la questione del controllo è del tutto vera, perché sono sempre stato bravo a mentirmi riguardo il controllo che avevo su Capitan America e Bucky. Si tratta semplicemente di seguire la mia creatività laddove vuole dirigersi. Ero molto felice mentre scrivevo Fatale, anche se soffrivo per ogni parola che aggiungevo, così ho deciso di seguire quel sentiero. Credo che questa potrà sembrare una storia troppo melensa, ma la Marvel mi ha trattato bene per otto anni. Adesso sono pronto per cambiare. 

Copertina del primo numero di Cap
Spurgeon: Il passo successivo di questa conversazione, nella quale si parla della tua scelta di lasciare un lavoro di cui diritti erano di proprietà della Casa editrice, è quello di soffermarci sulle recenti controversie in fatto di diritti d'autore. Stai lavorando su un personaggio creato da Jack Kirby -- l'originale personaggio di Jack Kirby...

Brubaker: Bene, direi che Joe Simon affermerebbe che ha co-creato Capitan America. 

Spurgeon: lo ha fatto? [risate]

Brubaker: Simon è citato nei credits, dipende dal suo umore quando glielo si chiedeva. E' solo strano che tutti fanno riferimento a Capitan America come una serie del solo Kirby, quando invece è di Simon e Kirby. 

Spurgeon: Errore mio. La ragione per cui Kirby è stato menzionato é che ci permette di parlare della causa intentata dai suoi eredi per il riconoscimento dei diritti di proprietà dell'autore. 

Brubaker: certo.

Spurgeon: C'è stata molta attenzione sulle cause tra la Marvel e vari dei suoi autori, e se questo fosse o non fosse etico. Su questo argomento hai opinioni che ti andrebbe di condividere, il punto di vista di qualcuno che su questi personaggi ci ha lavorato? Queste problematiche ti interessano? 

image
Rorshach 
Brubaker: Mi interessano. Per molti tempo ho anche lavorato alla DC su un personaggio che è stato con tutta probabilità co-creato da Bill Finger. Quando lavori su personaggi di proprietà delle case editrici sai che dietro di essi c'è una storia, buona parte della quale sgradevoli per i creatori. Così bisogna tenere gli occhi bene aperti sul passato. E questo è il problema, si tende a pensare che il maltrattamento degli autori sia una faccenda che riguarda il passato, non il presente. 

E adesso con Before Watchmen assistiamo a gente che sentenzia che Alan Moore è un ipocrita. "E' andato fuori di testa per questa faccenda, ma in passato ha lavorato su Superman e Swamp Thing". Ma se leggete le interviste che Alan Moore sta rilasciando di questi tempi, lui parla di quanto quel lavoro sia frutto delle sue esperienze di vita, della sua maturazione come uomo. Così, naturalmente lui lo ha visto evolversi così come si sono evolute le sue esperinze personali. 

Ma apparentemente questo fa parte di quella specie di assolutismi morali sui quali non è permesso avere una opinione. Ma io credo che l'assassino continua a pensare che l'omicidio sia un atto malvagio. Ma ricordo che su twitter ho scritto qualcosa di sgradevole su Before Watchmen e qualcuno ha risposto, "be' tu non puoi parlare perché stai vivendo sulle proprietà rubate a Jack Kirby". [Spurgeon ride] Dunque non posso avere un'opinione.

Spurgeon: dunque, se ho capito bene,  tu valuto l'affaire Moore come una questione differente a causa della sua palese obiezione, oltre al come il contratto era stato redatto. 

Brubaker: Sì. Per me c'è una differenza a lavorare su qualcosa come Watchmen e sviluppare personaggi che stai creando per una casa editrice e che diventeranno di proprietà di quella casa editrice. Non ricordo un momento in cui Jack Kirby dicesse: "mi hanno promesso che sarei stato il proprietario di The Avengers; nessuno può far questo".

Quello che ricordo, da quando ho cominciato a essere al corrente su questa vicenda, è che Jack voleva che gli fossero restituite le sue tavole e una rendita percentuale sui soldi generati dalle sue creazioni. Non ricordo che Kirby abbia mai dichiarato che nessuno avrebbe potuto lavorare su Capitan America. E non ricordo nemmeno che la Marvel abbia  mai dichiarato che il contratto stipulato per la realizzazione dei vendicatori rappresentasse una vittoria per il diritto d'autore cosi come la DC fece per Watchmen. 

la rilettura storica del classico Capitan America di
Simon e Kirby
Dunque penso che ci sia una chiara distinzione tra la faccenda che riguarda Jack Kirby e quella che coinvolge Alan Moore. E voglio essere molto chiaro, non ho alcuna intenzione di sminuire il contributo di Jack Kirby alla costruzione della Marvel, che è stato immenso, o che non avrebbe dovuto percepire di più dalle sue creazioni o co-creazioni, perché credo che avrebbe dovuto farlo. Ma non credo che la situazione sia la stessa di quella di Watchmen. 

Nel contempo, ho sempre pensato come a una cosa positiva che nei credits di Capitan America ci fosse la scritta "Created by da Simon and Kirby" a che la Marvel abbia raggiunto questo accordo con Simon e Kirby --- non proprio Kirby, ma i suoi eredi -- su Cap. A causa di questo accordo, adesso stanno percependo delle royalties dal film dei vendicatori. Ma gli altri problemi rientrano in questa enorme causa, così la Marvel non ha mai parlato pubblicamente di queste altre problematiche. 

Spurgeon: quello che sorprende della vicenda di Moore, non è tanto che ci siano state alcune persone che hanno reagito parlando dei principi in base ai quali Moore poteva o non poteva avanzare delle pretese, ma che ci siano state molte reazioni brusche del tipo "fottiti". Questo tipo di reazione mi ha molto sorpreso. Posso capire alcuni argomenti, magari pur non condividendoli posso capirne le ragioni. Ma trovo davvero sconcertante liquidare sbrigativamente la questione. Sei sorpreso della violenza di queste reazioni? 

Brubaker: Sì, assolutamente. In parte perché fino a quattro o cinque anni fa, Moore era ancora tenuto in alta considerazione nel mondo dei comics, un mondo che era incurante di qualsiasi controversia egli avesse nei confronti di un editore o di quanto lui se ne fosse allontanato. E' stato nominato a talmente tanti premi come nessun altro nella storia di questo medium, credo. E quando ha rilasciato qualche intervista polemica nei confronti dell'industria del fumetto mainstream dal punto di vista di qualcuno che chiaramente sa di cosa sta parlando, la gente ha immediatamente cominciato a rispondergli "fottiti". 
La lega degli straordinari Gentlemen
illustrazione di Kevin O'Neill

Sono stato molto sorpreso dall'acrimonia, e sono stato ancor più sorpreso di quanto mi stesse a cuore la vicenda. Alcune delle dichiarazioni di J. Michael Strakczynski rilasciate per difendere il progetto... molte di queste mi han fatto quasi vomitare. Il modo in cui ha attaccato Moore -- "che si fotta! Ha firmato un cazzo di contratto!" -- e il dibattito sollevato riguardo il suo uso dei personaggi della Lega degli Straordinari Gentlemen e sul fatto che dunque non dovrebbe lamentarsi -- non ha, non ha alcun senso. Un autore ha sempre il diritto di lamentarsi del trattamento riservato al suo lavoro. Vedere questa reazione provenire dalla 
base degli appassionati è stato deprimente. Ti aspetti che questi siano al fianco dell'autore. 

Ma la cosa che davvero mi ha allarmato è che quando Watchmen fu annunciato, l'annuncio fu fatto in un momento di forte mobilitazione di tutta industria del fumetto che in quell'estate si schierò con Kirby e contro la Marvel. Era l'epoca dell' "Evoluzione del diritto d'autore" e la DC utilizzò Watchmen per sbandierare questi cambiamenti. Parte del problema è che Watchmen era creator-owned e queste persone vorrebbero che gli fossero restituiti i diritti. La DC sfruttò quel contratto contro la Marvel, proponendosi come una casa editrice più vicina alle esigenze degli autori. 

Ero presente alla alla San Diego Comic-Con l'anno che Alan Moore era lì. Lo ascoltai parlare di Watchmen e di quanto fosse stato rivoluzionario aver ottenuto un contratto per realizzarlo. Suonava come una promessa che le cose nell'industria stessero cambiando. E così, sebbene l'opera non fu mai smessa si essere ristampata e i diritti non tornarono mai di proprietà degli autori, ho sempre avuto l'impressione che in qualche modo Paul Levitz sembrava rispettare lo spirito del contratto: loro avevano creato quell'opera e la DC ufficialmente ne deteneva i diritti, Alan Moore e Dave Gibbons ne detenevano la proprietà morale. 

Dunque questa cosa è accaduta nonostante le obiezioni della persona che lo ha scritto, e quando vedi le risposte, "bene, Alan Moore non ha davvero creato quei personaggi; non sono altro che i personaggi della Charlton". O "Ha fatto lo stesso con Lost Girls. Cosa penderebbero gli autori di quei personaggi vedendo  il trattamento che gli ha riservato Moore?" Non credo che Lost Girls possa essere considerato un sequel ufficiale in continuity dei libri di quegli autori, e credo che almeno un paio di essi non avrebbero avuto nulla da ridire dell'utilizzo fatto di quei personaggi. D'altro canto alla DC non hanno considerato i personaggi di Watchmen semplicemente alla stregua di quelli della Charlton, altrimenti non li avrebbero registrati come personaggi completamente diversi. 

Batman debuttò come The Shadow, ma era chiaramente un personaggio diverso. Quando un personaggio inizia non è già quello che gli autori hanno ben chiaro nei loro progetti. La creazione è un processo. Alcune delle nostre cose preferite sono cominciate quando qualche scrittore ha avuto qualche idea riguardo un personaggio. E tu non lo saprai finché qualcuno non ti dice -- "sì, si tratta di un misto tra il Punitore e Tigra ma con la mia visione sui diritti degli animali" -- così è stato con Watchmen finché Moore e Gibbons non hanno rivelato il processo creativo, che è cominciato strizzando gli occhi ai fumetti della Archie e poi agli eroi della 
Charlton, prima di allora nessuno aveva fatto il collegamento. 

Spurgeon: si da per scontato che le corporazioni facciano cose malvagie, e ci affanniamo per trovare delle giustificazioni ai loro comportamenti. 

Brubaker: Sì. Sei un sempliciotto quando pretendi che la gente faccia la cosa giusta. "Fattene una ragione, ragazzo. La Tyrrel Corporation produce replicanti. Fattene una ragione!". 

Spurgeon: Argomentazioni che sembrano ancora più strane se per 25 anni questa corporazione non si è comportata così. 

J. Michael Strakzynski

Brubaker: Sì, e risulta ancora più sgradevole perché Watchmen è una cosa davvero speciale, hanno lasciato un romanzo, perché è questo di cui si tratta. 

Davvero, la parte più triste per me sono le affermazioni del tipo: "che si fotta; ha firmato un cazzo di contratto". E' vero, veramente triste. Quando Strakczynski nel corso della Chicago Comicon -- o dovunque diavolo si trovasse -- ha dichiarato "Alan Moore ha avuto un contratto di merda? Bene, anche Kirby aveva avuto un contratto di merda". E' vero, e quando ho letto quelle parole ho pensato "porca puttana"! Ma i merdosi contratti da Siegel, Shuster e Kirby adesso sono utilizzati per difendere un progetto al quale gli autori si stanno apponendo... 

Spurgeon: ... e non contro l'editore.

Brubaker: sì. In genere, dovrebbe essere il contrario. Stiamo vivendo nella terra degli opposti? "Hanno avuto tutti dei contratti di merda, quindi soprassediamo". Ma io dico, il maltrattamento degli autori da parte delle Big Two dovrebbe essere un qualcosa che appartiene al passato. Hanno cambiato la loro politica affinché sia più in sintonia con le esigenze degli autori, così cose come queste si suppone che non dovrebbero più accadere. Ed eccoci qui, questa è la la prima volta nel corso della mia carriera che un autore dice: "non voglio che questa cosa accada" e la gente gli risponde mostrandogli il dito medio. 

Spurgeon: credi che la situazione riguardo la proprietà di Omega The Unknown e Steve Gerger, sia simile?

Omega The Unknown
Brubaker: hai ragione. E' molto arrabbiato riguardo ciò. Disse che Jonathan Lethem si era fatto un nemico a vita. Lethem gli telefonò e si chiarirono, perché lui non sapeva che Steve Gerber desiderava scrivere ancora Omega. Finirono per parlare amichevolmente,  da quello che ho dedotto. Non c'è stata una grossa controversia a riguardo. Ma sì, hai ragione c'è una similitudine. Gerber è diventato una specie di estraneo rispetto alle cose da lui create. 

La questione è questa, sono contento che JMS abbia rilasciato quelle dichiarazioni, benché mi abbiano  atterrito in quel momento. Quelle dichiarazioni hanno fatto sì che molta gente abbia cominciato a riflettere con più attenzione su questa vicenda. "Dave Gibbons è d'accordo con questa cosa, e Alan Moore è un vecchio eccentrico, che si fotta dunque". Quando JMS ha rilasciato quelle dichiarazioni, la gente ha cominciato a riesaminare tutta la questione [risate]

Spurgeon: C'è una parte di questa storia che riaccende la speranza? Questo è un momento in cui ci si può fermare e valutare la situazione per i creatori e molti degli appassionati interessati? 

Brubaker: Sì. Pare che siano emersi dei problemi e tutta l'industria del fumetto sta parlando nuovamente di questi. 

Ma io mi sento ancora un sempliciotto. Voglio dire, una volta che ti sei affermato nei comics, puoi cominciare a creare il tuo materiale e non concedere la proprietà agli editori. Non conosco nessun professionista affermato che attualmente non stia pianificando e sviluppando un progetto del quale non detenga il controllo totale. Questa è una delle ragioni per cui con Sean (Phillips) abbiamo cominciato a pubblicare Criminal per la Icon, perché eravamo arrivati a un punto che non eravamo più bisognosi di dar via nulla affinché fosse pubblicato. Così non è come se i fumetti avessero bisogno di questo promemoria, o come se ci fosse bisogno del prossimo Alan Moore che ceda la sua prossima grande opera alla DC. Si sa che concedere ad altri la metà della proprietà e il controllo sulla tua opera non è un buon contratto. 

Una cosa alla quale sto pensando è a quando la DC Comics si è accorta che il mercato stava cambiando e Watchmen non sarebbe mai uscito dal loro catalogo? Perché se avessero voluto avrebbero potuto rinegoziare il contratto, per essere più vicini a Dave e Alan. Voglio dire, la serie era in attivo quando i singoli albetti furono pubblicati, insomma la DC non si è assunta nessun rischio enorme con Watchmen. Alan Moore  era il loro miglior scrittore e quella era una delle cose che vendevano meglio. La raccolta in volume divenne immediatamente un best seller perenne. Avrebbero potuto dire, "il nostro investimento iniziale ci è stato ripagato ben dieci volte, così ci apprestiamo a darvi il 50% dei profitti da adesso". Avrebbero potuto continuare a ristamparlo ma dare a loro il controllo. E chi può saperlo, magari Before Watchmen si sarebbe fatto lo stesso. Perché Dave Gibbons ha accettatto che si facesse... ha fatto una dichiarazione pubblica. 

una tavola tratta da Sleeper
Spurgeon: nessuno può parlare delle sue intenzioni, ma questa è una clausola in bianco. 

Brubaker: be', non so come si senta Dave Gibbons, ma nella mia esperienza personale, con Sleeper, ti rendi conto di non essere proprietario del tuo lavoro quando realizzi di aver firmato un pessimo contratto [risate]. Se io avessi posseduto i diritti di Sleeper, tutta la mia vita sarebbe diversa adesso. Avrei avuto molto tempo fa altre opportunità. 

Ma questi sono riflessioni fatte con il senno di poi. E' troppo facile voltarsi indietro, valutare come sono andate le cose e dire, avrei potuto fare così. Era il 1999 quando Scott Dumbier mi chiese di creare una serie mensile per la Wildstorm, nessun altro mi aveva chiesto di creare qualcosa come Sleeper. Così è troppo facile adesso voltarsi indietro e dire, avrei potuto firmare un contratto diverso. 

Anche se Dave gli ha dato un consenso, ma credo che se si fosse opposto così come sta facendo Alan Moore, forse adesso questa questione non esisterebbe. Anche se non la penso così. Magari se ne sarebbero infischiati. E' difficile immaginarlo, ma è tutta la situazione che è così. 

Spurgeon: E' difficile parlare di Before Watchmen perché si tratta di una cosa assurda. 

Brubaker: Ed è proprio così. Credo che questa sia la cosa più strana, surreale che è accaduta da quando lavoro professionalmente in questo campo. 

E voglio essere davvero chiaro su questo punto, non ho alcun risentimento nei confronti di nessuno tra coloro che partecipano a questo progetto. Ho degli amici che ci stanno lavorando su e non invidio nessuno di loro. E' duro sopravvivere in questa Industria e non è un bel momento per essere un professionista di questo settore. Loro non vedono le cose nella mia stessa prospettiva. Non vedono alcuna differenza tra questo e qualsiasi altro lavoro commissionatogli dall'editore. E sono certo che anche loro sanno che non tutti vedono le cose nella loro stessa maniera. 

Ma ciò su cui non posso essere indifferente è il modo con cui la DC sta tentando di riscrivere la storia, e pretendere di non aver proclamato che quello di Watchmen non era qual grande e innovativo contratto. Si crede che la cosa sia differente da Superman, da Howard the Duck, ma in definitiva, non lo è affatto. 

4 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Concordo con CF : è anche il mio pensiero al riguardo e da diverso tempo.
Lo scenario USA prossimo venturo sarà animato da autori emergenti/emersi che prestano il loro talento alle Big Guns e poi passano a progetti personali di cui detengono i diritti.
E' opportuno che le grandi Case americane capiscano, però, l'importanza della giusta retribuzione e della giusta libertà di manovra degli artisti a cui presta i suoi personaggi.
Il rischio, in caso contrario, è di un progressivo disamoramento dei lettori giovani - già sedotti da altro - per le stesse formule che si ripetono in un estenuante giorno della marmotta.
Tanto x stare a Cap, il personaggio ha colpito Bru con la run di Englehart che ha potuto provare cose nuove e diverse ( la retcon con il Cap dei fifties, la rilettura del Watergate ).
Se non consideriamo la spinta che il personaggio ha avuto dall'undici settembre, le cose migliori sono viste attraverso lo sguardo degli autori che hanno saputo innovare. In primis Lee/Kirby/Kane/Buscema/Colan che ci hanno raccontato un reduce fuori dal tempo ed afflitto dalla perdita del partner. Poi molti altri, chiaro.
Il personaggio è diventato cool, però, e questo credo gli sia riconosciuto, con la run di Waid/Garney.

Comix Factory ha detto...

Ovviamente non posso che essere d'accordo con la tua disamina, però, per una volta, anche gli autori devono lavorare con furbizia: dando, cioè, l'anima sui personaggi che gli sono stati "prestati".

Così come Brubaker (ma anche Hickman con gli FQ) bisogna avere il coraggio di mettere idee e coinvolgimento personale nel work for hire e non limitarsi a scrivere un compitino atto a tenere in vita contratto e appuntamento mensile con le edicole (un po' come fece Milligan con gli x-men). Solo così si può conquistare il cuore dei lettori e garantirsi un seguito per i progetti creator owned.

In fin dei conti qualcuno adesso può decidere Fatale perché ha amato il Cap di Bru. Se avesse lavorato male e solo per compiacere il datore di lavoro (e il portafoglio) i risultati sarebbero stati diversi.

CREPASCOLO ha detto...

Vero. E aggiungo una cosa a corollario di quanto già detto: le BiG Guns, ed in generale gli editori di comics, specialmente quanti si rivolgono ad un pubblico mainstream con quanto di più mainstream esista negli USA cioè i supereroi, devono incentivare i creativi a creare personaggi, riconoscendo royalties adeguate.
Non solo idee, non solo trame. Chi vuole emergere prova a proporre cose come - e cito i primi nomi che mi vengono in mente - Azrael, Venom, Cable, Deadpool, Anarky. Concepts, si dirà, derivativi di altre cose come Deathstroke, il Bats di TRODK o V for Vendetta, ma tutti i super eroi, grossomodo, sono declinazioni di luce e ombra, Mandrake e Phantom, Supes e Bats quando non combo come Sentry.
Se i dindi saranno sufficienti, se la briglia sarà sciolta, prima o poi ci imbatteremo in un albo che ci sorprenderà come la prima volta che ci siamo imbattuti in Shang-Chi, Frank Castle, Boston Brand o Jack Knight. Io sono ottimista.

Comix Factory ha detto...

Concordo appieno con te, tranne per una cosa: dal momento che i nostri eroi di carta sono passati sotto la gestione dei burocrati di multinazionali come Warner e Disney le cose possono solo peggiorare; io sono pessimista.

Infatti, se vedi i lunghi cicli Marvel di Bendis, Brubaker, Fraction, Millar ecc... non è stato creato un personaggio nuovo che sia uno. Eppure a questi sceneggiatori le idee non mancano.

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