Il fumetto ai tempi di COVID-19: strategie, più o meno efficaci, adottate in Italia e negli USA per sostenere punti vendita e case editrici
La pandemia di Covid-19 che si sta abbattendo sull'intero globo sta naturalmente creando gravi danni all'economia, non ultima quella dei nostri amati fumetti.
In Italia si è passati dall'entusiasmo per l'acquisizione di Panini Comics dei diritti di pubblicazione dei fumetti DC Comics allo sconforto per il velocissimo propagarsi dell'epidemia. Così d'improvviso, con un frenetico avvicendarsi degli eventi, ci siamo ritrovati confinati in casa, isolati tra le mura domestiche a resistere contro una malattia infida e pericolosa. Nel clima di incertezza generale, le case editrici hanno provato a dare segnali al mercato, dapprima rimandando e successivamente sospendendo le pubblicazioni (almeno quelle destinate solo al mercato librario, mentre le edicole, trascurato ultimo baluardo per la diffusione dell'informazione, restano tra i servizi essenziali a poter essere forniti e, quindi, veicolo preferenziale del fumetto popolare), poi studiando soluzioni, come la possibilità di rendere i prodotti ordinati (e consegnati) nelle prime settimane della crisi. Mentre, però, la stragrande maggioranza delle fumetterie erano costrette a chiudere, non si è arrestata la vendita sugli shop on-line delle case editrici (anche loro, logicamente, in difficoltà e con la necessità di parare il contraccolpo della chiusura del loro principale canale di vendite) o delle grandi librerie virtuali, scatenando un malsano meccanismo di concorrenza tra coloro che potevano ancora lavorare e coloro che si son trovati impossibilitati a farlo.
Tra tutte le iniziative prese a sostegno del mercato librario e di quello editoriale segnalo, e plaudo, quella di Eris Edizioni che ha lanciato la campagna Adotta una libreria, attraverso la quale, acquistando sul sito del'editore, la percentuale generalmente destinata al punto vendita sarà devoluta a una libreria indipendente scelta dalla casa editrice (ogni giorno una libreria diversa).
Il banner della bella iniziativa a sostegno delle librerie indipendente promossa da Eris Edizioni |
Il domani, però, è dietro l'angolo. Per evitare una guerra tra poveri e di dover rimpiangere la conseguente diminuzione dei punti vendita (con relativa riduzione del venduto complessivo dell'intero settore) bisogna cominciare da subito a programmare come affrontare (e gestire) il mercato quando l'emergenza sarà (anche solo in parte) rientrata. Un problema (complesso) che non riguarda solo l'Italia, come ci ricorda il sempre illuminato (e illuminante) Eric Stephenson che, valutando gli effetti della diffusione del virus negli USA, scrive una accorata lettera aperta alle altre casi editrici (ma rivolta soprattutto alle Big Two) per valutare iniziative di sostegno immediate e future.
Cari colleghi,
Quando sei giovane, non pensi a quando sarai abbastanza grande per raccontare storie che iniziano con "Ricordo quando ...", per la maggior parte di noi, però, quel giorno arriva inevitabilmente.
Oggi mi ricordo quando non c'erano negozi di fumetti.
Trovare fumetti allora potrebbe essere una vera sfida.
Trovarli oggi, però, senza gli sforzi del mercato diretto per diffondere e far conocere le nostre pubblicazioni i lettori di tutto il mondo sarebbe quasi impossibile.
Se il nostro settore non si riunirà per stabilire strategie che aiutino i negozi, trovare i fumetti domani potrebbe essere impossibile.
Mentre lottiamo per affrontare gli effetti di COVID-19 stiamo vivendo tutti un momento di grande cambiamento. Non possiamo semplicemente fingere che siano affari come al solito. Pochi di noi sono sfuggiti al danno che la rapida diffusione di questo virus ha avuto sulle nostre attività, sui nostri rapporti, sulla nostra vita quotidiana. Siamo tutti spaventati dalle implicazioni a lungo termine di una così grave crisi sanitaria, ma soprattutto, siamo tutti alle prese con la paura che arriva sempre quando il futuro immediato non è solo desolante, ma incerto.
Ciò che mi frustra di più in questo momento è che sono consapevole di quanto possa essere orribile quell'incertezza per i nostri partner commerciali. Già mi sembrava abbastanza grave quando i clienti, come misura di sicurezza, sceglievano di rimanere fuori dai negozi, ma ora che è stata stabilita la chiusura di tutte le attività non essenziali, le conseguenze di tali chiusure causeranno sicuramente un effetto a catena economica con esito sconosciuto.
Alla Image abbiamo già iniziato ad adottare delle contromisure:
- tutte le nostre nuove pubblicazioni pubblicate nei prossimi prossimi 60 giorni saranno rendibili (fino al 5/18) e siamo pronti a estendere questa misura in base alle necessità;
- Annulleremo tutte le pubblicazioni non essenziali come le ristampe;
- Offriremo la nostra consulenza a Diamond per valutare misure che possano mitigare l'impatto di questa crisi sui rivenditori minacciati dalla chiusura obbligatoria dei negozi;
- Da ieri, stiamo valutando come riprogrammare e scaglionare l'uscita dei nostri fumetti, delle raccolte in volume e delle graphic novel in modo da non ingolfare l mercato in un momento in cui rivenditori e consumatori sono alle prese con difficoltà finanziarie per un periodo di tempo indeterminato.
Lo facciamo perché amiamo i fumetti, adoriamo questo settore e riconosciamo il nostro posto nell'ecosistema su cui tutti facciamo affidamento per sopravvivere.
Tuttavia, tutto ciò non è abbastanza.
L'Image sarà anche il terzo più grande editore di fumetti negli Stati Uniti, ma in termini percentuali è molto distante da quello che si trova al secondo posto. Nonostante qui si provi a reagire con rapidità e con le migliori intenzioni alla crisi che i nostri partner di vendita al dettaglio affrontano, siamo un editore e, sebbene molti negozi facciano affidamento sulle nostre pubblicazioni per sostenere le loro attività, siamo solo una fetta della torta delle vendite complessive.
Affinché il mercato diretto riusca a superare questa prova, dobbiamo essere tutti uniti per ridurre al minimo gli effetti delle chiusure sui negozi. Punti vendita di cui abbiamo bisogno per sopravvivere in questo mercato. Alcuni editori hanno già discusso della possibilità di rendere il loro prodotto restituibile, ma non è ancora abbastanza: abbiamo bisogno di tutti.
Con tutto il rispetto per i nostri colleghi, invitiamo a mettere in atto misure simili che aiuteranno i nostri partner al dettaglio a superare questi tempi strazianti. Tutti, a tutti i livelli del nostro settore, devono fare tutto il possibile per sostenersi a vicenda. Uniamoci e troviamo il modo di proteggere le persone che rendono possibile ciò che facciamo.
Sono consapevole che quando si tratta di adottare provvedimenti simili a quelli messi in pratica da l'Image non tutti gli editori sono uguali e possono studiare provvedimenti in autonomia. L'Image non è di proprietà di una grande azienda né deve rendicontare il proprio operato agli azionisti. Ma al di là di tutto ciò, questo è un momento in cui tutti dobbiamo fare la nostra parte. So che per alcuni di voi ciò significa saltare attraverso molti cerchi, ma se c'è mai stato un tempo per farlo, quel momento è adesso.
Cordiali saluti,
Eric Stephenson,
Publisher
Image Comics
Nessun commento:
Posta un commento