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IL RESTYLING DEL COSTUME DI WONDER WOMAN MANDA IN BESTIA ERIK LARSEN CHE, A SUA VOLTA, SCATENA UN PUTIFERIO SUL WEB


Wonder Woman
(disegno di David Finch)


Quello di Erik Larsen è un nome che non ha certo bisogno di presentazioni. Assurto agli onori della cronaca come uno degli interpreti più rappresentativi e amati dello stile di disegno che ha caratterizzato gli anni '90, Larsen è tra i sei fondatori originali della Image Comics, nonché creatore di Savage Dragon, una delle serie più longeve tra quelle pubblicate dalla casa editrice e unica ad essere stata curata ininterrottamente sempre dallo stesso autore. Erik Larsen ricalca appieno il suo stile di disegno, energico, tesissimo, muscolare, dissacrante e sempre pronto a scattare, sul tavolo da disegno come nella vita di tutti i giorni. In passato hanno fatto scalpore le sue polemiche al vetriolo con John Byrne e Peter David. Per tutti questi motivi, non mi stupisco di vederlo nuovamente al centro di una polemica inerente il look che le Big Two stanno facendo adottare alle loro super-eroine. A far scattare la scintilla è stato l'annuncio del(l'ennesimo) restyling compiuto dai creativi della DC Comics al costume di Wonder Woman.

La nuova, abbottonatissima, divisa adottata da
Wonder Woman

Il nuovo (castigatissimo) costume adottato dalla guerriera amazzone proprio non è stato gradito da Larsen che, attraverso twitter, ha immediatamente commentato a caldo il restyling, scatenando una furibonda discussione che ha coinvolto anche molti addetti ai lavori.

Sono stufo che le Big Two vestano le loro eroine con divise più pratiche, con lo scopo di tenere a bada una minoranza chiassosa a spese della restante parte di lettori paganti.  
Semplice -- non sono dei costumi davvero buoni. Sono goffi, ingombranti e non attraenti.
In genere le argomentazioni utilizzate per spiegare questi cambiamenti sono che "nessuno vorrebbe davvero vestirsi con quei costumini striminziti" (al che penso alle migliaia di cosplayer che sarebbero sicuramente in disaccordo)... o "questo costume è poco pratico" (al che penso alle molte atlete che praticano le più disparate discipline sportive e indossano ancora meno vestiti, perché divise ingombranti impedirebbero i loro movimenti). E in ogni caso -- queste sono linee tracciate su fogli di carta. La gente non può volare nel mondo reale o arrampicarsi alle pareti o lanciare ragnatele. L'idea alla quale siamo legati, che tutto deve essere aderente alle regole della fisica, è assurda. 

In effetti, negli ultimi tempi, sono stati molteplici i cambiamenti di costume tra le super-eroine di Marvel e DC, e quasi tutti i costumi sono diventati più "castigati". Dopo le (bollenti) polemiche estive legate alla copertina variant realizzata da Milo Manara per il lancio della nuova serie di Spider-Woman, Jessica Drew ha recentemente adottato un nuovo costume (con tanto di giubbotto).

Osservate la reazione che ha destato la copertina di Spider-Woman realizzata da Milo Manara -- tutti se la son fatta addosso e la copertina è stata censurata.
Scrive Larsen e poi aggiunge, in risposta a chi gli chiedeva quale fosse la minoranza rumorosa:

A tutte quelle critiche che si scatenano sul web ogni volta che un personaggio femminile potrebbe sembrare attraente. La gente potrebbe credere che io mi stia battendo per i costumi sexy e per le donne formose - Non ho mai affermato ciò. Ma sembra che le direttive, adesso, siano quelle di creare qualcosa che i disegnatori non riescano a rendere sexy.

Le esternazioni di Erik Larsen non sono passate inosservate. Anzi hanno scatenato un gran numero di commenti e reazioni. In una serie di tweet ha replicato all'autore anche Steve Waker (ex-editor della Marvel e attualmente, impiegato sulla costa ovest, nella produzione di cartoni animati legati ai personaggi della casa editrice), che in passato è stato coinvolto in prima persona nel cambio di costume di Capitan Marvel.

Carol Danvers prima e dopo la "cura" di Steve Waker

Il cambio della divisa di Capitan Marvel non è stata una conseguenza alle reazioni degli appassionati. Si tratta di una cosa che desideravo fare da anni. Kelly Sue (De Konnick) lo ha suggerito a Jaime McKelvie e lui presentò gli schizzi prima che io attaccassi il telefono. L'idea che il costume fosse stato cambiato in seguito alle proteste di una "minoranza rumorosa" è sbagliata. Ci sono molte ragioni per cambiare un costume. Una delle principali è che desideravo che mia figlia potesse indossare un costume di Capitan Marvel. In qualità di editor ero nella posizione di apportare i cambiamenti che desideravo. In questo consiste il lavoro e io ero pagato per svolgerlo. Fortunatamente Axel [Alonso], [Joe] Q[uesada] e [Tom] Brev[oort] concordarono. Certamente abbiamo scontentato qualcuno con il cambio di costume - prevalentemente dei vecchi fan - ma capita ogni volta che si cambia qualcosa.
Non tutti i nuovi design diventano popolari, ma questo lo stia restando. È un costume che appartiene alla vecchia scuola, una classica divisa da super-eroe. Detesto dare a qualcuno che non è stato coinvolto nel processo creativo, l'idea che il disegnatore abbia eseguito un lavoro solo per tranquillizzare una minoranza chiassosa. Incolpate me. Dovrei aggiungere che anche Quesada contribuì con la direzione da dare al nuovo design e ci aiutò a farlo approvare dai piani alti. Cambiare il costume di un personaggio che esiste da tanto tempo è un rischio. E io sono orgoglioso di lavorare per una azienda che non ha paura di affrontare i rischi (se si esclude la mia proposta per WakerMan). 

Un ulteriore contributo alla discussione è quello fornito (su Facebook) da J. Scott Campbell che scrive:

Raramente mi capita di commentare qui, sulla mia pagina personale, ciò che accade nel mondo del fumetto, ma devo dirlo, le spalline imbottite, soprattutto quelle ingombranti di metallo non figurano MAI bene su una donna. Tutto ciò che le riguarda non è femminile e denota mancanza di stile. Non c'è alcuna grazia in questo approccio.
E come nota a margine, trovo che la continua reazione di inginocchiarsi compiacenti innanzi  alle critiche mosse da qualcuno che sui forum richiede che le eroine femminili siano coperte da capo a piedi sia eccessiva. E' una guerriera amazzone, non è una talebana!
Dopo aver chiarito (subissato dalle critiche piovute da twitter) di aver utilizzato il termine Talebano per amor di paradosso, Campbell ha aggiunto

"Sono davvero contento di non dover disegnare questa roba. Il politicamente corretto imposto da una commissione non mi interessa". Poi, riferendosi alle pressioni di gruppi corporativi, scrive: "ci sono modi per poter agire con gusto ed evitando il trash per poter scoprire un po' di pelle senza fare confusione. Tutti sono preoccupati da qualsiasi cosa di questi tempi... e così le femministe arrabbiate hanno reagito su twitter in maniera aggressiva alle mie critiche al costume. Rivoltando le mie critiche a un costume brutto in un attacco anti-femminista. Ah, giusto! E' internet...". 

Campbell, poi, mette fine alla discussione presentando quello che secondo lui sarebbe un restyling appropriato.

La rielaborazione del classico costume di Wonder Woman
realizzata da J. Scott Campbell

J. Scott Campbell





2 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Caro Erik, sai bene che, unico tra gli altri capoccioni che contino davvero qualcosa quali consigliori di Mammasantissima DC, ho sempre apprezzato il tuo lavoro e, molti anni fa , ho perorato la tua causa xchè continuassi a disegnare la Doom Patrol quando le redini della serie passarono al mio amico ed ex allievo Grant Morrison e per questa ragione, ancora oggi, Dick Case sghignazza come lo Stregatto ( o come il 99% dei suoi personaggi se non consideriamo Robotman e Rebis ) quando lo incrocio al Clark's Bar a New York. Ho sempre apprezzato il tuo lavoro e darei il mio audioanimatrone di Metron che sbatte contro le pareti esclamando che presto conoscerà l'ultima verità x vederti al lavoro su Marco Polo ( la nuovissima serie DC con un esploratore metaumano che indossa sempre e soltanto magliette di cotone: la ns risposta allo Starman di Robinson/Harris degli anni novanta ), ma non hai davvero compreso perchè stiamo ricoprendo quelle che mia mamma chiama, celiando, le virtù teologali di Diana. Come direbbe il mio amico ed ex allievo Occam, la risposta + semplice è quasi sicuramente quella giusta. Noi , come del resto i ns simpatici competitors della DizMarva, considerato il numero inverecondo di aspiranti matitisti, operiano una selezione alla entrata imponendo ai nuovi cartoonists di disegnare costumi dettagliatissimi. Una Talpa alla DizMarva mi dice che un tizio ha deciso di tornare sui suoi passi e riprendere a studiare astrofisica dopo quattro pagine con lo Iron Man che noi vedremo l'anno prossimo. Ora ti lascio perchè devo tornare a complottare perchè la prossima Cosa della Palude sia in grado di sfoggiare un capo simil collezione Mondrian di Yves Saint Laurent accompagnato da stilavetti del dr Martens spruzzati di vernice e da uno spolverino che riproduca i dieci minuti di viaggio verso Giove del
2001 di Kubrick. Un'idea di Milligan. Ciao ciao.

Comix Factory ha detto...

genio!

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