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12x2012 DODICI FUMETTI DA TENERE D'OCCHIO - RIFLESSIONI

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La scorsa settimana ho finalmente concluso la mia carrellata sui dodici progetti fumettistici che promettono di essere tra i più interessanti tra quelli che vedranno la luce quest'anno. Prima di congedarmi definitivamente da questa rubrica (e darvi appuntamento a quella del prossimo anno che, con tutta probabilità, si intitolerà 13x2013) mi sembrava opportuno fare un riepilogo sui dodici progetti e spendere due parole per alcune riflessioni. Ma partiamo dalla lista.

1. The Secret Service di Mark Millar e Dave Gibbons;
2. Batman Earth One di Geoff Johns e Gary Frank;
3. Ultron War di Brian Bendis e Brian Hitch;
4. Conan the barbarian di Brian Wood e Becky Cloonan;
5. Saga di Brian K. Vaughan e Val Staples;
6. The secret history of Marvel Comics saggio edito da Fantagraphics;
7. Avengers vs. X-Men di Jason Aaron, Brian Bendis, Matt Fraction, Jonathan Hickman, Ed Brubaker e Aa.Vv
8. Parker di Darwyn Cooke;
9. Before Watchmen di Aa. Vv.
10. Multiversity di Grant Morrison e aa.vv.
11. Long Wei di Diego Cajelli e Luca Genovese
12. Saguaro di Bruno Enna, Alessandro Poli e Aa. Vv.

Come ho già spiegato precedentemente, questa lista è stata redatta dal sito statunitense www.newsarama.com e da me ampliata con le due proposte italiane. Da questa lista sono rimasti fuori alcuni progetti che forse sarebbero potuti essere altrettanto interessanti, se non di più. Ad esempio sono molto incuriosito dalla serie di volumi unici alla francese che, a partire da quest'anno, sarà varata con cadenza annuale da Robert Kirkman e Charlie Adlard (la coppia che ha prodotto quel piccolo - enorme - miracolo editoriale e multimediale di The Walking Dead), il primo volume si intitolerà The Passenger e sarà incentrato sulla storia di una nave bloccata per un anno al largo. E promette molto bene anche Punk Rock Jesus di Sean Murphy, l'apprezzatissimo artista di Joe the Barbarian vestirà anche i panni dello sceneggiatore per una serie targata Vertigo che avrà come protagonista un clone di Gesù e una guardia del corpo ex-terrorista dell'IRA. E come tralasciare Jupiter's Children di Mark Millar e Frank Quitely?

jupiter childrens
Insomma, di certo non mancheranno le novità nel corso di quest'anno... quello che davvero manca, a mio parere, è qualcosa di davvero nuovo. Scusatemi il gioco di parole, ma in fin dei conti la produzione di Marvel e DC Comics evidenzia la grossa crisi di idee che attanaglia il mercato statunitense (e in particolare quello supereroistico): spaventate dalla enorme crisi di vendite che negli ultimi sta caratterizzando il mercato (a dispetto dei blockbuster cinematografici che, a parere di chi scrive, contribuiscono a far allontanare i lettori anziché ad invogliarli) le grandi Major non sembrano far altro che recuperare vecchie idee fighe attualizzandole ai gusti odierni. Che cos'è Avengers Vs. X-Men se non l'ennesima riproposta sottoposta a maquillage antirughe di Civil War (per inciso il più grande successo commerciale della Marvel del decennio)? E Before Watchmen non è il solito ricorso all'usato sicuro che si fa in tempi di crisi? Con un minimo di coraggio in più (e forse senza l'esigenza di dover presentare immediatamente dati di vendita in crescita mese dopo mese) i team creativi stellari impiegati per BW sarebbero potuti essere impiegati per creare qualcosa di nuovo e meno autoreferenziale, qualcosa che - come accadde venticinque anni fa con Watchmen e Il Ritorno del Cavaliere Oscuro - potesse essere in grado di infrangere il imitato mondo del fumetto e arrivare a un pubblico nuovo e più vasto che non abbia necessariamente letto un altro fumetto in precedenza. Considerazioni analoghe per Batman Earth One (ennesima rilettura delle origini di un eroe DC) e Ultron War (ennesima scaramuccia tra supereroi promossa al ruolo di evento epocale di cui, dopo poche settimane, si saranno perse le tracce).

Se le major piangono, le altre case editrici di certo non ridono. Dopo aver trascorso anni e anni a proporre fumetti davvero alternativi e innovativi l'unica novità di rilievo che la Dark Horse sembra mettere nel piatto è l'ennesima riproposta delle storie scritte da Robert E. Howard per Conan il barbaro, certo Wood e Cloonan sono una bella coppia di autori... ma che noia. In controtendenza sembra essere la sola Image. La casa editrice fondata venti anni fa da Lee, McFarlane, Silvestri, Liefeld, Larsen, Valentino e Portacio dopo essere stata per anni caratterizzata dall'operato di bravissimi disegnatori impiegati su sceneggiature quasi mai all'altezza, sembra - grazie soprattutto all'inaspettato successo di The Walking Dead - aver scoperto proprio l'importanza della scrittura e si appresta a pubblicare le nuove serie di alcuni tra gli Autori più importanti degli ultimi anni; gente che, come Ed Brubaker o Jonathan Hickman, imbrigliata da contratti in esclusiva con le Major, per queste esegue i soliti "compitini" sviluppando solide ma prevedibili trame supereroistiche mentre alla Image si apprestano a dare ampio sfogo alla loro creatività con serie e miniserie non convenzionali per ambientazioni e generi narrativi (speriamo solo che il mercato sappia accoglierle).

La mia personale palma d'oro va comunque attribuita a Mark Millar. Autore che, chi mi conosce bene sa che non apprezzo fino in fondo (amo ripetere che il ragazzo è bravo ma non si impegna), sembra aver capito come si evolverà il mercato e, come un surfista, si è buttato in mare per affrontare l'onda in arrivo e cavalcarla prima degli altri. Millar ha così deciso di non perder tempo a seguire direttive aziendali per scrivere storie che avrebbero fatto guadagnare soprattutto la casa editrice per la quale le avrebbe realizzate, ma di sfruttare il momento di grande fama e grande amore suscitato nei fans di tutto il mondo per produrre qualcosa di suo. Condividere meriti e profitti con un solo partner (e che partner, ogni serie di Millar è affidata a un disegnatore di altissimo livello, gente del calibro di Romita Jr., McNiven, Yu, Gibbons o Quitely), creandosi un canale che conducesse le sue opere creative dal fumetto al cinema, senza l'intermediazione di case editrici. Replicando in tal modo ciò che ha fatto George Lucas con Star Wars. E se Alan Moore negli anni '80 avesse fatto qualcosa di simile, oggi non sarebbe incazzato con la DC Comics ma si occuperebbe direttamente degli adattamenti cinematografici delle sue opere. 

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