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CHRIS CLAREMONT: "IL CONTRASTO TRA LA SUA NATURA SELVAGGIA E LA SUA UMANITA' SONO I PUNTI DI FORZA DI WOLVERINE"


Arthur Adams

Secondo appuntamento con le memorie storiche di alcuni degli autori che hanno reso immortale il personaggio di Wolverine, iniziativa varata per celebrare la distribuzione nelle sale cinematografiche della seconda pellicola a solo dedicata al mutante artigliato (pellicola che, stando alle notizie diffuse da CBR sembra abbia esordito molto bene negli USA). Dopo la testimonianza di Len Wein (che trovate QUI) tocca a Chris Claremont.

Chris Claremont
(sullo sfondo la copertina del primo
numero della serie regolare disegnata da
John Buscema)


Chris, durante i tanti anni nel corso dei quali hai scritto Uncanny X-Men, Wolverine ha subito una notevole evoluzione, passando da quello che sembrava un killer fuori controllo fino a diventare un personaggio molto riflessivo e con un grosso spessore morale - o almeno un personaggio con una moralità molto complessa. Si è trattata di una evoluzione che era stata pianificata dall'inizio o il personaggio si è evoluto organicamente? 

Per certi versi la risposta contempla entrambe le possibilità, è più o meno nel modo un cui le persone crescono nella "vita reale": in una prima fase, Dave Cockrum ed io ci sedemmo a tavolino e sviluppammo gli aspetti fisici e psicologici della sua esistenza. Chi è, che cosa è, come reagisce agli aventi e alla gente che lo circonda; quali sono i suoi aspetti positivi e le sue negatività? Cosa lo rende unico? Il lato animale della sua natura era un fattore chiave - ma gli artigli (che erano sia di metallo che parte di lui) erano l'aspetto che mettevano tutta la sua natura tragicamente a fuoco. Voglio dire: abbiamo un uomo la cui essenza è selvaggia, ma ha un cuore umano che essenzialmente gli è stato strappato dal corpo e sostituito da un costrutto artificiale che lo renderà per sempre diverso da chiunque altro gli si trovi intorno. Queste diventarono le fondamenta - sulle quali John Byrne ed io espandemmo la visione del personaggio, e Frank Miller e io realizzammo la miniserie in cui fondemmo tutti questi elementi contrastanti in un unica evoluzione coerente e in progressione. Per me questi sono gli elementi critici del personaggio, ciò che lo me lo fanno percepire come reale sia se lo guardo come lettore che come scrittore - è il punto di partenza al quale riferirsi per vedere cosa accadrà dopo. 

Chris, ti ha sorpreso che Wolverine sia diventato il personaggio più popolare degli X-Men? Ha iniziato a vivere di vita propria, una cosa che forse non ti saresti aspettato? 

La cosa affascinante è che se torniamo indietro ai tempi in cui rilanciammo gli X-Men non avevamo alcuna idea di come le cose sarebbero andate. Il nostro scopo era quello di divertirci, raccontare grandi storie e giocare con questi personaggi fantastici. Il divertimento non consisteva nel constatare che Logan si stava guadagnando il centro della scena - penso, tuttavia, che questa sia uno degli aspetti che rendono Hugh Jackman così adatto al ruolo, a parte il "problema" dell'altezza, sono entrambi delle star naturali; tutto ciò che Jackman deve fare è camminare sullo schermo, e gli occhi di tutti non riusciranno a staccarglisi di dosso. Lo stesso vale per Logan. Pura magia del personaggio. Tutto quello che puoi fare, sia in qualità di scrittore che di lettore, è seguirlo e divertirti a osservare cosa succederà dopo. Il divertimento consisteva nell'osservare come il suo processo di crescita. Ma parte della sua crescita è dovuta alle interazioni che egli ha con il resto della x-ciurma: l'equilibrio/contrasto tra lui e Ororo, l'amicizia con Kurt, la relazione "paterna" che si evolve nel corso del tempo con Kitty. Sembra essere diventato il fulcro attorno tutti gli altri sembrano ruotare ma in alcun modo ha diminuito la loro forza e l'impatto. Di fatto, la loro ricchezza ha reso più interessante anche il personaggio di Logan, perché lui emerge in un panorama in cui ci sono molti personaggi di eguale spessore, non è l'unico a spiccare in piattume generale. Sento che sono cresciuti tutti insieme, con Wolverine che diventa il primo tra una schiera di personaggi di prima categoria. 


Una commission di John Byrne


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