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Black Panther, la recensione in anteprima del film Marvel del momento





Dopodomani sarà proiettato nei cinema di tutto il mondo Black Panther, ennesimo tassello del Marvel Cinematic Universe e primo film all black prodotto dai Marvel Studios. In attesa di assistere alla proiezione vi propongo una breve recensione - senza spoiler - di chi ha assistito all'anteprima nazionale. Ancora una volta, dunque, mi avvalgo della collaborazione di un inviato d'eccezione: Loris Cantarelli, direttore editoriale di Fumo di China.







Black Panther (nei cinema italiani da mercoledì 14 febbraio) inizia con un flashback nel 1992 per poi riprendere la storyline dei film Marvel dopo "Capitan America: Civil War" (2016), prima del gran finale della Fase 3 "Avengers: Infinity War" (in uscita il prossimo 25 aprile) e saggiamente godibile anche a sé stante. 

 Il cast, l'ambientazione africana e le musiche "all black" (con la significativa eccezione di due soli bianchi, a impersonare i due opposti modi di relazionarsi con il Continente Nero da parte dell'Occidente) mettono in scena con lenta maestosità - per due ore e un quarto, durata che stavolta si nota molto meno - conflitti familiari e generazionali, personaggi femminili mai così tosti e accattivanti, un cattivo finalmente realistico e con motivazioni sensate, parlando di politica e di temi concreti senza rinunciare agli ideali, realizzando un film a suo modo impegnato pur in una confezione d'intrattenimento, che si distacca nettamente dai film di supereroi ormai sempre più a rischio fotocopia. 

 Curiosità per i fan: il regista avrebbe voluto inserire anche Kraven il cacciatore (celebre nemico dell'Uomo Ragno), ma la produzione ha detto no. A conti fatti, è stato un bene: c'era già troppa carne al fuoco. 
Comunque consigliato a tutti. 












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