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MATT FRACTION: "OTTO ANNI FA ANDAI PER CASO A UNA RIUNIONE DELL'ANONIMA ALCOLISTI, FU COSÌ CHE MI SALVAI LA VITA"



Matt Fraction


Il 29 dicembre è una data molto importante per Matt Fraction.
È la data che ne ha segnato la rinascita.
Nel suo passato, infatti, lo scrittore di Sex Chriminals e Occhio di Falco (due delle serie più premiate degli ultimi anni) ha "uno scheletro nell'armadio" con il quale sovente decide di confrontarsi e di rivelare come ha fatto ad affrontarlo e a uscirne vincitore. Fino a otto anni fa, rivela li scrittore, è stato un alcolista e un tossicodipendente. Annebbiato dai fumi del'alcol e delle droghe e in preda a crisi di ansia e depressione, spintosi fino all'orlo del suicidio (come ci raccontò qualche tempo fa QUI), Fraction non aveva davvero capito quanto stesse male finché, per una fortuita casualità, ha partecipato a una riunione della Anonima Alcolisti. Una riunione, nel corso della quale ha avuto una folgorazione... ma leggiamo cosa ha scritto a riguardo (poco più di un mese fa) sul suo blog.



Otto anni fa ascoltai qualcosa ad una riunione della Anonima Alcolisti.
Ci ero andato per assicurarmi che un'amica non saltasse l'appuntamento con quella riunione. Altrimenti avrebbe fatto una cazzata. Aveva bisogno di aiuto. Ci ero andato semplicemente come visitatore. Ero stato ad altre riunioni ma, cazzo, avevo anche frequentato delle classi in cui si parlava di matematica, ma questo di certo non faceva di me un fottuto matematico.
L'Anonima Alcolisti era l'ultimo posto sulla terra nel quale avrei voluto essere. Non credo in Dio. Non amo andare in chiesa. Non credevo di avere bisogno di aiuto. Davvero non credevo di essere un alcolista o di avere delle dipendenze. Non davvero. Non proprio dipendente. Non come i miei amici. Non come quei vecchi drogati e balordi che erano così rovinati da dover trascorrere, nel bel mezzo del 29 dicembre, un'ora del loro tempo per ascoltare altri tizi che raccontavano loro quanto l'alcol gli avesse fatto perdere o come le droghe gli avessero fottuto le vite.
Eppure, parafrasando quanto si dice in alcuni luoghi, arrivò la rivelazione.
Innanzitutto, che ero un alcolizzato e un tossicodipendente.
E che non facevo altro che prendermi in giro quando negavo a me stesso che mi stavo distruggendo o che non era vero che bevevo fino al punto da dimenticare come era essere sobri.
Che nulla di quanto accadeva nella mia vita era sotto il mio controllo, e che forse la depressione e gli attacchi di panico e l'ansia infinita e la rabbia che provavo forse dipendevano proprio da questo.
Ed eccomi qui.
Rappresentò un punto di partenza. Sedermi in quella stanza a sorseggiare del caffè di merda è stata la prima cosa buona che ho fatto nella mia vita.
Non c'è alcun limite alla gratitudine che provo.
Non c'è fine all'amore che provo per quei poveri altri vecchi drogati e balordi che erano così rovinati da dover trascorrere, nel bel mezzo del 29 dicembre, un'ora del loro tempo per ascoltare altri tizi che raccontavano loro quanto l'alcol gli avesse fatto perdere o come le droghe gli avessero fottuto le vite. Perché ascoltarono anche me.
Mi salvarono la vita.

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