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AMY WINEHOUSE UN ALTRO MEMBRO PER IL CLUB DEI 27?

copertina del quarto numero di 27


Charles Soule è uno scrittore di fumetti, forse il suo nome al momento non vi è noto, che da tempo si sta occupando do una serie per la Image intitolata twenty seven, una specie di thriller soprannaturale i cui protagonisti sono le star della musica rock morti all'età di 27 anni (tristemente famosi come il J27 o il club dei 27).

L'aver appreso la notizia della morte di Amy Winehouse, anche lei spirata alla fatidica età di ventisette anni, ha spinto l'autore ad alcune considerazioni. Considerazioni che mi sembrano molto interessanti e che pertanto mi sembra giusto condividere con voi.

"Ero a al San Diego Comicon lo scorso weekend, mi ero svegliato da poco quando un amico mi ha letto il titolo del quotidiano che recitava pressappoco così: “Amy Winehouse, morta a 27 anni.” [...] Se siete capitati per caso su questo blog, lasciatevi spiegare che sono l'autore di una serie i cui protagonisti sono le leggende del rock morti all'età di ventisette anni. La serie è intitolata 27 e narra la storia di un chitarrista da me inventato, il cui nome è William Garland, che deve affrontare e sconfiggere la maledizione che si è abbattuta su  di lui, che lo vorrebbe vedere entrare a far parte del “27 Club”, e arrivare all'età di ventotto anni. Se volete potrete trovare l'albo in tutte le fumetterie (d'oltreoceano ndS.), ma non è questo il motivo per cui sto scrivendo questo post.

Anzi, credo di dovermi soffermare brevemente sul Club dei 27 - su quello vero, quella lunga lista di persone morte troppo presto, generalmente all'apice della loro fama. I cinque membri principali sono Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin e Brian Jones, ma io aggiungo sempre l'incredibile chitarrista blues Robert Johnson, e credo che adesso anche Amy Winehouse debba essere considerata parte del gruppo. Cosa ne penso del club dei 27? 

una vignetta


Credo che quando diventi davvero famoso, incredibilmente famoso, evolvi in un nuovo tipo di persona. Consentitemi di chiamarlo homo insignis. Nel corso di questo processo di evoluzione, i normali rapporti sociali ai quali tutti siamo abituati, con i quali siamo cresciuti e dai quali dipendiamo, diventano qualcosa di diverso. Il successo significa, tra le altre cose, che nevi più preoccuparti del denaro. Non devi fare molte delle cose che le persone normali devono abitualmente fare, perché ci sarà gente che le farà al posto tuo (quand'è l'ultima volta che David Bowie avrà falciato l'erba del suo giardino?). Le conseguenze delle tue azioni sono limitate, perché tu sei un bene che genera ricchezza, e saranno altri a spendere  i loro soldi e il loro tempo per proteggerti e rimediare alle sciocchezze che hai commesso (ciao Lindsay Lohan, Paris Hilton, etc. etc. etc.).   Puoi andare in molti posti in cui le persone non famose non possono andare, e se ti va potrai passare intere giornate in compagnia di persone che non si stancheranno di ripeterti quanto sia fantastica qualsiasi cosa tu faccia (la persona che mi viene in mente è quel regista con la barba che ha una certa affinità con quell'alieno dalle orecchie lunghe e la voce noiosa - il riferimento è a George Lucas).


Ma queste son tutto sommato tutte cose "positive". Assieme a questi aspetti arrivano anche nuove sfide - e queste credo siano le cose che sono in grado di spezzare anche una persona forte. Un homo insignis non deve arrovellarsi per mettersi alla prova nella stessa maniera in cui dovevano fare prima di diventare tali. Gli homo insignis non sono più affamati. Hanno bisogno di trovare una nuova ragione per scavare a fondo e dare del loro meglio. Voglio dire, se qualcuno ti dice che è sufficiente lavorare solo tre giorni alla settimana, ma sarai pagato lo stesso per l'intera settimana, lavoreresti lo stesso dal lunedì al venerdì? 

Dopo essersi soffermato sulle difficoltà di essere una persona di successo (dalla difficoltà nel creare nuove e veritiere relazioni personali, alla libertà di fermarsi al bar senza essere fotografato) Soule aggiunge: "l'homo insignis è costretto a sottostare a delle regole sociali che sono completamente differenti da quelle cui sottostà tutto il resto della razza umana, per questo per me non è una sorpresa che molte di queste persone non riescono a gestire la transizione tra l'essere uomini normali con grandi sogni e un grande talento in qualcosa d'altro. Gli esseri umani sono creature sociali - abbiamo bisogno di sentire il mondo attorno a noi, dobbiamo essere in grado di fidarci, amare ed empatizzare. Quando tutto questo viene meno... droghe, feste sfrenate, follie e in troppi tristi casi, la morte." 

"Credo che questo sia quanto è capitato con Amy Winehouse e con molti dei membri del Club. Non voglio giustificare il fatto che alcune di queste persone avrebbero potuto compiere scelte differenti - e forse semplicemente semplicemente non hanno voluto, preferendo perdere se stessi invece di dover affrontare la sfida dei cambiamenti cui erano stati forzati a sottoporsi". 

copertina del terzo numero


Con tutta probabilità vi starete chiedendo perché ho tradotto questo articolo. Semplice, perché sono stato positivamente colpito dal fatto che Charles Soule oltre a decidere immediatamente di sfruttare l'immagine (e l'immaginario a essa legato) di Amy Winehouse si è successivamente dedicato a cercare di capire la persona Amy Winehouese e le sue motivazioni. Insomma, non ha solo pensato di avere un nuovo personaggio per il cast della sua serie. Almeno questa è la mia sensazione. Voi che ne pensate?

2 commenti:

Stefano Brandetti ha detto...

Credo che questo sia il modo migliore per ricordarla, invece di pensare a quanta cocina o quanto crack abbia assunto prima della morte.

Comix Factory ha detto...

concordo con te!

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