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L'ESTATE È ARRIVATA E PASSATA...


Una tipica fotografia estiva per Jack Kirby e i suoi eredi.
The King quest'estate avrebbe compiuto 97 anni


... Ma contrariamente a quanto accade nella canzone dei Green Day, non credo che sia il caso di aspettare che Settembre finisca (forse solo di augurarsi che, in questo caso, siano gli innocenti ad aver la meglio). Troppe sono, infatti, le cose interessanti che questo ultimo scorcio d'estate ci riserva. Niente di nuovo, a dire il vero, forse solo le solite incognite che si ripropongono con prepotenza all'inizio di ogni anno (solare).

Negli scorsi giorni ho avuto modo di parlare con un importante esponente del mercato del fumetto che si lamentava di come la attuale (presunta) crisi di vendite stesse riducendo editori, distributori e fumetterie alla canna del gas, creando un sistema in grado di mantenersi in piedi solo grazie alla reciproca solidarietà che questi attori del settore sono costretti a concedersi. Purtroppo non posseggo i dati per valutare nella sua interezza l'andamento del settore, ma sono certo che il prepotente aumento dell'offerta da parte di molti editori (oggi, in Italia vengono pubblicate cose che, fino a poco meno di un decennio fa, neppure il più sfegatato - e ciecamente ottimista - degli appassionati si sarebbe sognato di vedere sugli scaffali dei negozi specializzati) sta facendo, naturalmente, calare (salvo qualche sporadica eccezione) il venduto di ogni singola iniziativa editoriale; resta da valutare se il totale del venduto sia diminuito rispetto a qualche anno fa o, per me l'ipotesi più accreditata, se la somma totale sia aumentata. Quel che bisogna chiedersi è fino a che punto fumetterie e lettori saranno in grado di accogliere l'enorme proposta in arrivo, le prime senza snaturarsi (trasformandosi in qualcosa di più simile alle edicole) e i secondi senza dover finire in bolletta.

Al di là delle problematiche italiane, c'è da dire che il nostro mercato vive di alcuni difetti importati dai paesi di origine. Se la Sergio Bonelli Editore continua a non prendere in considerazione l'esistenza di una tipologia di negozi specializzati nella vendita del fumetto, anche adesso che i dati di vendita si sono preoccupantemente assottigliati e che si producono serie più affini ai gusti dei frequentatori delle fumetterie, le note più dolenti provengono dai prodotti importati da Giappone e Stati Uniti. La risposta dei lettori alla proposta di comics e manga sembra stia attraversando un momento di stagnazione. I manga, a dire il vero (e a detta di molti operatori) a dispetto di un'offerta sontuosa (e forse proprio in conseguenza di questa), stanno attraversando da un po' di tempo una vera e propria flessione nelle vendite; credo che molto di questa crisi sia dovuta a un difetto di comunicazione (troppo spesso vengono lanciate nuove serie di cui non si è a conoscenza di periodicità, durata e di eventuale successo riscosso in patria e, quindi, di certezza di un finale) e di una opzione di pubblicazione (quella del volume monografico) che, data la vicinanza con la pubblicazione originale, tende a dilatare troppo i tempi di pubblicazione tra un volume e l'altro, spingendo alcuni lettori verso la disaffezione.

Per quanto riguarda il fumetto USA (anche questo assolutamente in un periodo di grazia per quantità di pubblicazioni proposte) c'è un difetto opposto dovuto alla troppa informazione e alla scellerata politica editoriale che stanno adottando attualmente le Big Two. Da un lato, infatti, viviamo in una realtà fumettistica globalizzata in cui sono le stesse case editrici ad anticipare gli spoiler per convincere i lettori a comprare le loro testate, finendo per creare un clima di hype continuo in cui, per assurdo, nulla più fa notizia; dall'altro lato il continuo rilancio di serie e personaggi, il turbillon di morti e resurrezioni, o l'intricato tessuto narrativo che lega serie mensili a miniserie-evento (la DC Comics al momento sta intersecando i suoi mensili con alcune maxi serie settimanali) finisce per stufare alcuni lettori della vecchia guardia e a dar l'impressione a quelli nuovi di doversi accostare a un mondo troppo complicato e dispendioso da seguire. Difetti che, naturalmente, si ripercuotono anche sul nostro mercato.

Questa però, è solo una parte delle cose di cui dovremo parlare nei prossimi mesi. Adesso è tempo di fare qualche passo indietro e tornare a parlare dell'estate. Per il momento, per chi lo avesse perso, ci ha pensato Michele Foschini di Bao Publishing a scrivere una parola d'incoraggiamento per tutti coloro, dai lettori agli editori, che direttamente o indirettamente fanno parte e agiscono in questo mercato; a questo LINK troverete e potrete leggere il suo editoriale.

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Annuncio pubblicitario con cui la DC
preparava i lettori all'arrivo di
Blue Devil!
L'estate, almeno così come sancita dal calendario, dunque è effettivamente arrivata e, come sua abitudine, è anche (troppo) repentinamente trascorsa, nel mezzo tante notizie più o meno interessanti, molte polemiche destinate a sciogliersi al sole tiepido dell'autunno e il silenzio di questo blog. Silenzio al quale provo a porre rimedio con una piccola (e assolutamente non ragionata) rassegna sui fatti che più hanno destato il mio interesse durante questa pausa. La notizia più cool dell'estate è sicuramente quella relativa alla possibilità che, dopo essersi accaparrata Pixar, Marvel e Star Wars, la Disney sia in procinto di acquistare anche il gruppo Time-Warner e, quindi, la DC Comics. Vero o falso che sia (a onor di cronaca non si tratterebbe della prima volta che la Marvel è stata a un passo dall'assorbire la sua Distinta Concorrenza) c'è materiale per sbizzarrirsi e in fanta-ipotesi editoriali. I primi a sognare (scherzosamente) sono alcuni degli autori in forza alla Casa delle Idee; Brian Bendis, Jonathan Hickman e Jason Aaron si danno decisamente al (fanta)cazzeggio e su twitter si sbizzarriscono in una serie di esilaranti tweet.

"Davvero la Time Warner è in vendita?" chiede Jonathan Hickman "Nel caso ci farei un pensierino e comprerei Blue Devil". Non si fa attendere la risposta di Jason Aaron: "Fottiti, Blue Devil è mio. E anche qualsiasi cosa sia collegata alla Atari Force". Anche Hickman non fa attendere la sua replica: "Mi sei sempre sembrato più un tipo da Booster Gold, ragazzo". "Figlio di puttana... Mi prenderò Blue Devil, Atari Force e Vigilante. A te concederò Booster Gold, Spanner's Galaxy e Jemm, figlio di Saturno" è la replica che non ammette contrattazioni di Aaron. "Blue Devil, Atari Force e Vigilante hanno fatto un team-up su un annual di Amethyst. Ti toccherà prendere anche quella" è la risposta di Hickman. A questo punto è il turno di Brian Bendis: "Leggete le clausole scritte in piccolo nei vostri contratti, ragazzi. Amethyst appartiene a me". Si inserisce qualche utente che fa il furbetto: "Una volta Andy Kubert mi ha promesso Vext"... ma il "dinamico trio" non abbocca e continua, è il compleanno di Bendis e Aaron e Hickman ne approfittano: "Buon Compleanno Brian, ti abbiamo comprato la DC Comics". La reazione dello scrittore dei Nuovissimi X-Men è affidata a una foto, che mette a tacere tutti!


Ugh!

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Da anni Mark Millar parla del Millarworld, riferendosi a esso come al suo universo narrativo. Ma quale universo narrativo? In fin dei conti sembrano tutte serie indipendenti l'una dall'altra... sembrano, ma non è così. A svelare il fil rouge che collega tutte le serie create da Millar è lo stesso autore scozzese che, sulle pagine dell'ottavo numero della terza miniserie di Kick-Ass spiega:

"WANTED spiega di come al mondo ci fossero dei Super-Eroi, ma nel 1986 furono tutti sconfitti e i cattivi rimossero dalla memoria di tutti la consapevolezza della loro esistenza. Gli eroi furono ricordati solo come personaggi della cultura pop, quel mantello rosso che si trovava nel nascondiglio del Professore apparteneva a...
KICK-ASS racconta di un  ragazzo che vive in un mondo senza eroi, ma lui li ama al punto da diventare uno di loro. I criminali dominano il mondo, sono tutti uomini ricchissimi o leader politici adesso, ma Dave continua a credere e ad amare gli eroi. Lui da inizio alla nuova ondata di eroi e come vediamo nelle ultime pagine di Kick-Ass 3 cominciano ad apparire i super-uomini che lo rimpiazzeranno. Una specie di darwinismo dei super-eroi che potrebbe portare ad un aumento esponenziale di questi. Il primo dei quali è...
The Utopian da JUPITER'S LEGACY. Jupiter's Legacy è una serie di film e fumetti che esiste nel mondo reale e che, nel corso degli anni, Superman e tutti i suoi imitatori hanno provato a ricordarla. Ma the Utopian è un essere che davvero esiste. 
NEMESIS a cui si fa riferimento come all'assassino di un poliziotto in Giappone  nelle ultime pagine di Kick-Ass 3.
MPH ai quali si fa riferimento sempre su KA3 come ai ragazzi che hanno infranto a piedi la barriera del suono.
E SUPERIOR. Simon, il ragazzo protagonista della serie, alla fine di questa serie lo si può vedere mentre lascia il cinema; in pratica assistiamo al passaggio di consegne tra il vecchio e il nuovo eroe. Superior apparirà anche sulle pagine di Jupiter...
SUPERCROOKS è ambietata nello stesso mondo, da qui i due poster sui muri del cinema. 

Kick-Ass 3 copertina del numero 7, una copertina
che sembra un manifesto programmatico per l'eroe
di Mark Millar e John Romita Jr.
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Le prime pagine dei quotidiani on-line, dalla Gazzetta dello Sport a Repubblica, quest'estate hanno dedicato molto (moltissimo) spazio all'Ice Bucket Challenge. L'intento dell'iniziativa è molto nobile, fornire attraverso il ricorso a gavettoni d'acqua e cubetti di ghiaccio diffusi in maniera virale attraverso il web, una cassa di risonanza mediatica a una malattia (la S.L.A., sclerosi laterale amiotrofica) che in pochi conoscono e che ha dannatamente bisogno di fondi per far avanzare la ricerca. A raccogliere la sfida sono stati in molti, rockstar e stelline della musica pop, calciatori, uomini (e donne) di spettacolo, politici (be' questi magari anziché prendere parte ad una passerella mediatica, avrebbero fatto meglio a a combattere la S.L.A. attraverso stanziamenti di danaro e adozione di provvedimenti mirati ad agevolare la vita di malati e familiari), industriali, scrittori (spicca il video con George R.R. Martin che urla "winter is coming" o quello di Neil Gaiman circondato da uno stuolo di cosplayer che indossano i panni di Death). 

L'Ice Bucket Challenge più singolare, però, è quello cui si è sottoposta, attraverso i disegni del suo attuale sceneggiatore Cameron Stewart, Batgirl

L'Ice Bucket Challenge di Batgirl
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Vi ricordate di Darkchylde? Per i più giovani basti sapere che si è trattata di una delle tante dark lady del fumetto statunitense assurte agli effimeri onori della gloria negli anni '90. All'epoca le donnine piacevano belle, formose e letali e il creatore Randy Queen riuscì con il suo personaggio a titillare gli ormoni dei fan e ad assurgere allo status di rock star. Come tutte le rock star (del fumetto e non), Queen si è rivelato irascibile e bizzoso e ha deciso di far causa al sito Tumblr (un portale che ospita svariate migliaia di blog) a causa delle critiche rivolte al suo lavoro dal blog Escher Girls (ospitato proprio sulla piattaforma). 

Escher Girls è un blog che si occupa di analizzare come la figura delle donne viene ritratta nel mondo del fumetto (prevalentemente a stelle e strisce), mettendo in evidenza, con molta ironia, gli improbabili errori di anatomia che spesso vengono compiuti. Questo trattamento non è stato risparmiato a Darkchylde, mandando su tutte le furie il creatore. La prima reazione di Tumblr è stata quella di rimuovere i contenuti considerati offensivi, ma successivamente (probabilmente dopo che Queen si è reso conto della figuraccia) l'autore si è sentito con i blogger e gli ha chiesto scusa, recedendo dai suoi intenti e acconsentendo alla (ri)pubblicazione del materiale (QUI trovate il post in cui viene spiegato quello che è accaduto). 

Darkchylde
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Escher Girls non si è tirato indietro nemmeno innanzi alla vera polemica dell'estate, quella relativa alla "scandalosa" copertina variant realizzata da Milo Manara per la nuova serie che la Marvel dedicherà a Spider-Woman. La polemica mi sembra in realtà pretestuosa e decisamente degna di rilevanza solo in un periodo, quello estivo, in cui non c'è molto di cui parlare e ci si appiglia alle sciocchezze. E' chiaro che quando si commissiona la copertina di una serie dedicata a una super-eroina a un autore riconosciuto universalmente come il maestro dell'eros si abbia ben chiaro in mente cosa aspettarsi: un'eroina ritratta in una posa sexy, qualche benpensante pronto a storcere il naso e dare fuoco alle micce sui social network ricordandoci che i fumetti sono roba per bambini e, dunque, mandando in vacca un lavoro di sdoganamento che procede da oltre quarant'anni. La cosa divertente è la partecipazione e il calore con cui si prende parte a queste discussioni. Per me resta il fatto che Spider-Woman ha ricevuto una insperata (o forse no) cassa di risonanza e che se commissioni una copertina a un artista che ha disegnato questo 

Milo Manara
non devi stupirti se ti consegna questo 

Spider-Woman di Milo Manara

E se proprio devi rimanerci male per qualcosa, be' lamentati della faccia, disegnata decisamente peggio del culo :) 

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Dan Slott, nel frattempo, continua il processo di rivoluzione e cambiamento di Spider-Man. Non sappiamo cosa accadrà, ma per ora ci basti sapere che su twitter Slott ha scritto: 

"Stanotte ho appena ucciso un altro personaggio del cast di Spider-Man.
Qualcuno dovrebbe davvero fermarmi"

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Ma la patermità del tweet dell'anno, sebbene siamo ancora a settembre, spetta a George R. R. Martin. L'autore del trono di Spade, proprio ieri, ha annunciato: 

"Preparatevi, il sesto libro sta arrivando"

Un po' come dire, l'estate è passata... l'inverno sta arrivando.

L'inverno sta arrivando...




NB: Questo primo post dell'anno è dedicato alla memoria di Robin Williams

Robin Williams


Errata: L'ottimo Riccardo Galardini mi ha fatto notare che l'account di George R.R. Martin è un fake. Il sesto volume de Le Cronache del Fuoco e del ghiaccio dunque non è (almeno ufficialmente) in arrivo. Mi scuso per la svista, ma ho deciso di lasciare spazio alla speranza e di non cambiare la chiosa finale. Dunque, non è vero, ma ci... spero. 

6 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Cari Brian, Jonathan e Jase, siete delle impagabili sagomacce, ma vi ricordo che non è necessario essere una combo di James Joyce e Bill Shakespeare x ricavare un canovaccio decente dal concept degli Avengers o dei FF. Presentatemi un tizio capace di mettere in scena una storia di Blue Devil in cui un cartoonist non proprio a suo agio con l'anatomia umana fa un patto con il demone Escher e si ritrova nel corpo di un metaumano capace di imprese frankrobbinsiche in lotta con Ametista e le sue Magighe Amiche di Pietra come un culetto marmoreo antigravità milomanarico ed io vi mostrerò il Pete Milligan 2.0 che stiamo tutti aspettando mentre incappiamo in una qualsiasi delle squadre dei Vendicatori che si trovano intorno ad un tavolo aspettando che un Qualsiasi Cattivone Cosmico faccia irruzione e li salvi dalle battute di Spidey.
Domani parlerò con i padroni del vapore Disney ( x Bendis: praticamente gli Illuminati che si riuniscono x guardare Steamboat Willie ) e chiederò che vi impongano serie come Razorback vs Armadillo o Leapfrog 2099 and his amazing sidekick Ulysses Bloodstone. Pfui.

paolo papa ha detto...

jason aaron deve avere dei seri problemi a relazionarsi con le persone.
che scherzi o meno, i suoi interventi sono sempre pieni di parolacce.
aò, datti na calmata!

Cerebus ha detto...

gironzolo in questo mondo del fumetto da qualche anno ed da un paio di anni dopo un paio di decenni di letture in lingua originale sono tornato a leggere in italiano. C'è un altro male che, a mio giudizio, è presente nel mercato italiano dei fumetti (in questo caso mi riferisco ai fumetti americani di Marvel e DC tradotti in italiano) ed è rappresentato dalla molto diffusa incapacità critica ed analitica di tanti acquirenti. Non voglio offendere nessuno ma sembra quasi che il lettore non sia più in grado di capire quando una storia sia pessima e quando bella, quando un disegnatore sia bravo e quando scarso. Mi sono intrufolato nei forum di giovani x-fan, spider-fan, bat-fan ed ho provato a dare qualche mio giudizio su alcune storie, o serie, inutili e brutte; storie di cui il mercato italiano non avrebbe assolutamente bisogno, a maggior ragione in periodi di crisi.
Mi sono reso conto di lottare contro mulini a vento. Va tutto bene, e tutto fichissimo (si dice ancora?).
Una causa della crisi che ci sta attraversando è che non ci sono più nuovi editor in grado di selezionare, capire, scegliere tra cosa pubblicare e cosa no. E molti lettori mollano perché non possono spendere 3,50 euro per leggere una sola storia su tre. Nell'esaltazione della gloria della casa madre, ad esempio in Panini, continuano a sfornare nuove serie quando con un saggio ed esperto editor si sarebbe potuto produrre magari una o due serie di meno contenenti solo una selezione di qualità. Ho paura, ma spero sia solo la vecchiaia, che ormai gli editor anziché fare il lavoro di un editor si adoperino ad assemblare quanto gli impone la casa madre con la conseguenza di un abbassamento delle vendite.

Paolo ha detto...

Non posso che concordare con Crepascolo.
A mio parere, sarebbe ora che Panini Comics pensasse anche ad un ridimensionamento del formato delle testate: 72 (o men che meno 80) pagine ormai non hanno più senso, visto che ormai il numero di tavole per storia è sceso da 22 a 20. 64 pagine sono sufficienti a pubblicare tre storie intere, senza dover ogni volta spezzarne una in due come ai tempi dell'Editoriale Corno (ed era già fastidioso allora, figurarsi adesso).
Inoltre una selezione è necessaria, ora che non solo la qualità delle pubblicazioni è calata, ma anche la durata di una testata.
Che senso ha - per esempio - affiancare a Daredevil personaggi e serie effimere come Ghost Rider (come ai tempi dell'Editoriale Corno...) o i Thunderbolts? Lo stesso Punisher era praticamente illeggibile.
Non che Daredevil di Mark Waid sia un capolavoro assoluto, anche se in confronto ad altre pubblicazioni è una gemma, ma a questo punto tanto vale aspettare pazientemente un'edizione in paperback: si risparmiano soldi e carta.

Comix Factory ha detto...

Sono combattuto, da una parte sono d'accordo con Cerebus: negli ultimi quindici anni (e più) abbiamo lasciato che la critica fosse fatta da case editrici (e loro redattori) o da appassionati sui forum (e blog, come il mio). Non c'è una vera critica competente come (un tempo) era il Comics Journal (e forse non c'è mai davvero stata).

D'altro canto credo che la selezione (dawiniana) dovrebbe essere affidata proprio ai lettori. Pubblicare tutto senza filtri (magari in monografici bi-trimestrali) e lasciare ai lettori la scelta di agire secondo il proprio gusto

CREPASCOLO ha detto...

La selezione darwiniana è attuata negli USA da sempre perchè sono pubblicati ogni mese ettari di comic books a 20 tavole di fumetto e sopravvivono solo quelli che vendono un tot. Una elite di questi vince la bambolina e le saghe sono raccolte in paperbacks, mercato interessante x le Big Guns ed anche x le altre realtà indies, tanto che i plot sono quasi sempre srotolati in cinque/sei episodi , l'ideale x una racconta ( nota a margine: 20 x 5 = 100 cioè praticamente un albo SBEllico ).
Un editore mainstream ha il dovere di produrre materiale che porti un certo guadagno, ma radicalizza questo concetto pubblicando tanto materiale quanto ne regge il mercato x una certa licenza ( Bats, i mutanti un tempo, gli Avengers oggi ) e rientra dell'investimento indubbiamente, ma sottrae risorse al cliente che non avrà + i dindi, per esempio, x sperimentare e comperare quello che è meno immediato, magari + sfizioso , spesso + stimolante
( non necessariamente di nicchia come il materiale Vertigo, ma si pensi alle cose di Gerber negli anni settanta, autore che in quei gg lavorava su Orestolo il Papero e Omega , ma anche sui Defenders ) .
Si predica bene eccetera: io stesso posso finire a comperare l'ennesima testata infestata da pipistrelli o dare una chance ai Novissimi Vendicatori Oscuramente di Seattle con Filiale su Marte, ma pecco x omissione di soccorso e lascio a bordo a strada , con i blinker che urlano nel crepuscolo, un albetto divertente scritto con piglio sbarazzino e disegnato con energia commovente che rischia di restare lì negli scaffali a prendere la polvere...

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