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DA MARK MILLAR IL MANIFESTO PROGRAMMATICO PER LA NUOVA GENERAZIONE DI CREATORI


Mark Millar


In passato mi è capitato più volte di riportare dei vigolettati di Mark Millar; dichiarazioni divertenti, provocatorie o semplicemente sopra le righe sono, infatti, una delle principali caratteristiche dello scrittore scozzese, sempre pronto a sbalordire lettori e stampa specializzata, e magari a far arrabbiare qualcuno.

Ma questa dichiarazione, rilasciata nel corso di una intervista per la rubrica The third degree pubblicata ogni mese sulla rivista/catalogo Previews nella sezione dedicata alle novità della Image Comics, credo che possa essere considerata, per la chiarezza con cui si parla di certi argomenti e per la profondità con cui analizza alcune delle principali storture del comicdom statunitense,  non solo  il manifesto programmatico di questa (e, con tutta probabilità, delle prossime) generazione di creatori di fumetti, ma uno strumento per comprendere la crisi di idee e creativa che, da anni ormai, attanaglia le serie prodotte dalle Major.

Alla domanda, cosa ti aspetti dal mercato nei prossimi dodici mesi, Millar risponde: "La crescita esponenziale di progetti creator-owned, e ancora, è dolorosamente ovvio, ma non dobbiamo mai dare per scontato ciò che la nostra generazione di creatori ha ricevuto dal momento in cui i fondatori della Image riscrissero le regole. Se io fossi nato trenta anni prima, tutto ciò che ho creato per i comics o per il cinema sarebbe stato di proprietà della Marvel o della DC Comics, ed io mi sarei potuto considerare se mi avessero regalato un biglietto assistere alla proiezione cinematografica. La pellicola dedicata a Lanterna Verde mi è servita davvero da ammonimento. Gardner Fox, Martin Nodell, John Broome e Gil Kane hanno creato più o meno tutto ciò che è stato presentato in quel film, ma non sono stati segnalati in nessun modo nei credits. Neppure una stupida menzione nei titoli di coda. Hanno speso 100  milioni di Dollari per il marketing del film e oltre 200 milioni per realizzarlo, ma le famiglie di questi autori non hanno ricevuto nulla. Nella stessa estate, metà dei miei amici stavano siglando accordi per realizzare pellicole cinematografiche e stavano percependo danaro per i diritti delle loro creazioni. Il fatto che il film sia andato così male è una questione di karma per la DC. E' davvero così. Si tratta di karma per un procedimento degenerativo che è stato ancora peggiore di quanto accaduto nel 1978 ai creatori di Superman. Così, posso affermare che amo il mondo in cui viviamo e non smetterò di godermene ogni singolo istante".


una vignetta tratta da Jupiter Legacy
nuova serie di Mark Miller e Frank Quitely
in arrivo, nel corso del 2103, per la Image Comics

In sintesi, se sei un autore dotato di buone idee e sei stato in grado di costruirti un fandom che ti segue, è davvero inutile lavorare per Marvel o DC e dissipare idee e intuizioni a favore di altri (che col tempo si dimostrano sempre irriconoscenti e avari). Lavorare su progetti creator owned, apre la strada alla notorietà e alla ricchezza. Una caratteristica, quest'ultima, ignorata da gran parte dei creatori delle principali icone della cultura pop supereroistica.

4 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Se ha ragione Mark - Millar, non Miller come scritto sotto la vignetta: per l'errore nella consonante le royalties di molte creazioni del papà di Kick-Ass per anni sono state pagate al Primo Cittadino di Sin City - viviamo davvero nel migliore dei mondi possibili.
Un autore giovane fa breccia nel fandom lavorando sulle icone proprietà delle majors. Una volta che ha conquistato un " suo " pubblico, passa a progetti di cui detiene i diritti , cosa sicuramente + appagante e libera il posto al prossimo giovane leone che comincia a ruggire al soldo delle Big Guns fino al momento in cui tutti riconoscono la sua zampata e la sua firma così da permettergli eccetera.

Anonimo ha detto...

O Millar non ha ragione, o CREPASCOLO sta usando molta libera interpretazione. :D

CREPASCOLO ha detto...

essun meccanismo è tanto oliato da funzionare perfettamente ed in ogni contingenza - basti pensare alle teorie sulla concorrenza perfetta - ma ritengo davvero che l'attuale stato dell'arte negli USA possa portare nuove risorse a cimentarsi ed a rodarsi sulle icone e professionisti "scafati " alla sperimentazione su nuovi concetti. Sperem.

Anonimo ha detto...

Amen.

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