JERRY ORDWAY: "CHIEDO SOLO DI POTER FARE IL MIO LAVORO"
Jerry Ordway |
"Vorrei discutere con voi di un paio di cose che, ultimamente, mi hanno molto infastidito" esordisce con queste parole Jerry Ordway, classe 1957, autore completo molto apprezzato, famoso soprattutto per la sua run su Superman al fianco di John Byrne, ciclo di episodi che nel 1986 contribuì a ridefinire l'uomo d'acciaio e che legò, indissolubilmente (o quasi), il futuro lavorativo dell'autore alla DC Comics.
Da molto tempo la casa editrice pubblica solo sporadicamente storie realizzate dall'autore, una situazione che non è la conseguenza di una sua scelta professionale e che, per questo motivo, lo ha spinto a un lungo sfogo sulle pagine del suo blog: "Che siate fan del mio lavoro o meno, vi chiedo solo di avere un po' di pazienza con me. Quello che sto per dirvi è il mio punto di vista; ho alle spalle 33 anni di carriera nell'industria dei comics, e ho maturato un'esperienza simile a quella di molti dei più stagionati autori di fumetti tra i vostri preferiti. Per prima cosa, vorrei che a tutti voi risulti chiaro che io sia d'accordo nel dare il benvenuto, nel nutrire e nell'incoraggiare il sangue fresco nell'industria del fumetto. Credo che risulti salutare per qualsiasi industria dare il benvenuto ai nuovi talenti. Quando io cominciai a realizzare fumetti, nel 1980, molti dei miei miti avevano la stessa età che adesso ho io. Ero emozionato di potermi sentire parte della stessa squadra di Jack Kirby, Gil Kane, Gene Colan, Joe Kubert, Curt Swan, John e Sal Buscema, John Romita, Don Heck, Gray Morrow e molti molti altri ancora. Sono stati tutti apprezzati per le loro capacità, e la maggior parte di loro ha lavorato fino ai 70 anni, o finché non sono passati a miglior vita. Ho lavorato, per una mia scelta, per molti anni della mia carriera alla DC Comics. Le persone con cui ho lavorato erano brave persone, e ancora oggi considero molti di loro degli amici. Come ogni giovane artista, ho ricevuto offerte di lavoro da ogni parte, e occasionalmente ho fatto qualche lavoretto per qualche altra casa editrice, ma alla fine son sempre tornato alla DC. Alla DC ho realizzato gran parte dei miei successi e ho avuto gran parte delle mie opportunità. Ero emozionatissimo dalla possibilità che mi era stata data di aiutare Roy Thomas a mettere ordine nelle vicende dell'All star squadron e dell'Infinity Inc. Ero emozionato a far parte della Crisi originale così come lo sono stato per Ora Zero e Crisi Infinita, tutti eventi di prima grandezza per i personaggi della DC. Fui molto emozionato nel contribuire al successo del blockbuster Batman, quando nel 1989 disegnai uno degli adattamenti a fumetti di un film più venduti di tutti i tempi.
una bella tavola di Jerry Ordway per the Adventures of Superman collana che ha gestito per parecchi anni |
Andai via per impegnarmi anima e corpo nel tentativo di rivitalizzare Capitan Marvel, e si trattò di una esperienza meravigliosa che si è protratta dalla realizzazione della Graphic Novel originale, attraverso una serie durata 48 numeri e un annual. Dopo di ciò eri dispiaciuto per la cancellazione di Shazam e per l'essere stato licenziato da Superman, che ero stato invitato a realizzare, prima ancora di iniziare. Ho avvertito cattive sensazioni, e ho smesso di lavorare per la DC.
I Vendicatori |
Per alcuni anni mi trasferii alla Marvel, dove mi son divertito a realizzare i Vendicatori, Capitan America, Thor, così come mi sono divertito a realizzare il crossover Maximun Security e la miniserie spin-off dedicata a USAgent. Quando le opportunità alla Marvel si sono esaurite, cominciai a lavorare su alcune serie della Wildstorm, su fumetti come Tom Strong, Top Ten, Planetary e su Minaccia Rossa, una miniserie realizzata dagli scrittori Hollywoodiani Danny Bilson e Paul Demeo.
Tornai alla DC, disegnai Wonder Woman su sceneggiature di Walt Simonson, e successivamente mi ritrovai nella stato di esser diventato un "fill-in artist", saltando da un titolo all'altro, alle volte disegnando interamente uno o due numeri, altre occupandomi solo di alcune pagine di un albo, quando il disegnatore regolare era in ritardo con le scadenze o non disponibile. Mi fu offerto, e lo accettai, un contratto in esclusiva, e questo mi fece sperare che mi avrebbe permesso di agevolare l'ottenimento di un incarico regolare, e un lavoro costante. Dopo nove anni durante i quali ero stato il tizio cui rivolgersi quando c'era un ritardo nel rispetto della deadline, ero ancora lontano dall'avere un incarico regolare, né ero trattato dalla azienda per la quale lavoravo alla stregua di un impiegato nel quale riporre fiducia. Durante il mio ultimo anno di contratto in esclusiva ero affamato di lavoro. E' un po' difficile da credere, ma è così che andavano le cose. Il contratto non prevedeva alcuna clausola che obbligasse la DC Comics a garantirmi un quantitativo minimo di lavoro, non era mai stato necessario in passato, e credevo che non lo sarebbe stato in futuro, o almeno così credevo quando ho firmato il contratto. Disegnai i due ultimi numeri della JSA in modo che l'artista regolare della serie avrebbe potuto salire a bordo di una delle serie del New 52. Dopo di che ho trascorso l'estate a cercare di sentire tutti i miei contatti per avere un lavoro - qualsiasi tipo di lavoro. Mi fu, alla fine, assegnato l'incarico per una storia breve di Batman, una storia che non è mai stata pubblicata. Dan Didio, gentilmente, mi invitò a unirmi a lui per realizzare una nuova storia degli Esploratori dell'ignoto, e Jimmy Palmiotti e Justin Grey mi chiesero di unirmi a loro per il loro rilancio dei Freedom Fighters. Queste richieste mi son state fatte mentre realizzavo la miniserie di quattro numeri dedicata a Human Bomb, realizzata mentre il mio contratto era in scadenza, ma queste promesse mi furono fatte mentre il contratto era ancora in vigore.
Human Bomb l'ultimo (per ora!) lavoro di Ordway |
Sono molto emozionato dal fatto di aver lasciato un buon ricordo e di essere rispettato nella comunità del fumetto, e dal fatto di avere degli appassionati che mi pagano affinché realizzi per loro dei disegni su richiesta, ma io desidero lavorare nel mondo dei comics per realizzare storie, non per disegnare illustrazioni su richiesta. Ritengo che la DC Comics mi debba qualcosa? Sì e no. Capisco che nessuna azienda sia obbligata a dare qualcosa che non è prevista da un contratto, ma in cuor mio, ritengo che mi sia meritato qualcosa in più di essere messo ai margini come è capitato negli ultimi dieci anni. Non mi sono ritirato, non sono finanziariamente indipendente. Sono un lavoratore con una famiglia, che lavora con un costo della tavola sostanzialmente fisso sin dal 1995. Potrei avere delle opportunità con delle case editrici più piccole, case editrice che mi pagherebbero a pagina meno di quanto guadagnavo nel 1988 , senza royalties né alcun tipo di proprietà dei diritti. Non è questo quello che sto cercando, ma sono situazioni difficili da far conciliare con la mia incapacità di lavorare più velocemente, o di diminuire la qualità del mio lavoro per adeguarmi alla paga più bassa. Sono orgoglioso di quello che faccio, e lo sono sempre stato. Per quel che riguarda il mio ruolo nei 33 anni cui ho partecipato alla storia della DC, ritengo di avervi partecipato con un ruolo di grande visibilità e successo, non sono stato una nota a margine.
Tornando all'inizio di questo pezzo, e agli artisti che amavo quando ero un bambino, tutto quello che chiedo è la stessa considerazione che la mia generazione di autori e di editor conferiva alla vecchia guardia nel 1980. Il mio lavoro è ancora forte, la mia testa è ancora piena di storie da raccontare, e sono ancora disposto a trascorrere tutte le ore della mia giornata lavorando per rispettare le scadenze. Perché gli editori non mi passano più del lavoro? Perché molti dei miei amici, persone che hanno realizzato delle grandi opere, meritevoli di essere raccolte in edizioni cartonate o in ristampe in volume, non riescono più a trovare un lavoro?
Gli editori raccolgono i nostri vecchi lavori in volumi, per quelle che loro definiscono First Copy Royalties, non sono previsti emolumenti per le ristampe. Pubblicano un volume con la raccolta delle storie dell'All Star Squadron, per esempio, e voi lo comprate qualunque sia il suo costo. Le mie royalties su quel volume ammontano, forse, a un paio di centinaia di dollari, se sono fortunato, su una serie di undici albi. In una recente edizione hardcover di Crisi Infinita, sono state ristampate 30 pagine realizzate da me, in un volume che è stato venduto a più di cento dollari - e tutto quello che ho ricevuto come royalties non sono stati che pochi dollari, con i quali non ci ho potuto comprare nemmeno una pizza. Voglio lavorare, non voglio essere solo un buon ricordo, qualcuno ricordato per il buon lavoro che ha svolto 20, 30 anni fa.
I vecchi lettori devono esprimere le proprie opinioni e devono chiedere ai diversi editori perché tizio o caio non scrive o disegna più fumetti per loro. Se amate le serie di Superman al punto di arrivare a spendere centinaia di dollari per un solo volume, non riesco a capire perché non riusciate a far valere il vostro potere d'acquisto per ricordare alle case editrici che hanno a loro disposizione molti autori di talento disposti a lavorare per loro.
Oh, e mi raccomando, mettete una o due buone parole per me :-)
Ritratto di "famiglia" per la JSA |
Il comprensibile "grido di dolore" di Jerry Ordway è un altro sintomo di quanto sia complicato il rapporto tra autori e case editrici negli USA (e non solo), in un mercato in cui nessuna garanzia viene fornita agli autori e, a meno che si sia riusciti a imprimere il proprio nome nella storia del fumetto, in cui neanche le royalties riescono a garantire una vecchiaia tranquilla, figurarsi se poi l'autore (come nel caso di Ordway) non è neanche in età pensionabile. Il lamento di Jerry Ordway non è comunque caduto nel vuoto, sulle pagine del suo blog, molti autori sono intervenuti per condividere il "dolore" dell'autore.
Chuck Dixon, ad esempio, ha commentato: "Jerry, ti capisco e condivido molti dei sentimenti che hai condiviso in questo sfogo. Così come te, sento di essere sottoccupato nel campo dei fumetti. Per poter pagare le bollette mi son visto costretto a scrivere opere in prosa, contenuti per siti web e roba per il cinema. E' un lavoro e sono molto grato. Ma non si tratta di ciò che so fare meglio, né di ciò che sento di essere nato per fare. Sono uno scrittore di fumetti. La DC mi ha offerto le più grandi possibilità, e per questo gliene sarò sempre grato. Ma, come nel tuo caso, continua a ristampare con frequenza i miei lavori, ma pare essersi dimenticata che sono un autore ancora vitale, in grado di scrivere ancora cose che possano funzionare. Mi duole che ad un talento incredibile come il tuo non sia offerto lavoro con costanza. Sono sempre stato un tuo fan, e mi dispiace di non vederti al lavoro su base regolare".
Molti autori, tra i quali Gail Simone (che sarebbe entusiasta di collaborare con Ordway), Chris Weston (che rivela all'autore che il il figlio di dieci anni lo annovera tra i suoi autori preferiti), Jimmy Palmiotti, Roger Langridge (che invita Ordway a unirsi a lui per lavorare sulle nuove avventure di Rockeeter), Michael T. Gilbert, Jerry Bingham, Sergio Cariello e Mike Manley, esprimono la loro solidarietà. Manifestazioni che spingono Ordway a un ulteriore commento, nel quale, in buona sostanza, lamenta il fatto che un tempo c'era molta solidarietà da parte delle case editrici nei confronti dei disegnatori anziani. Autori del calibro di Curt Swan o Don Heck furono aiutati fino a tarda età, e l'aiuto consisteva nel trovargli sempre nuove opportunità di lavoro (scatenando una vera e propria corsa tra i vari uffici affinché si trovasse un incarico per questi autori). Ordway, poi, aggiunge di non essere in difficoltà economiche e di avere ancora molte opzioni, e che si sente troppo giovane per essere accantonato o diventare, a sua volta, oggetto di gare di solidarietà.
Shazam! |
5 commenti:
Naturalmente fa tristezza pensare a Ordway senza un incarico fisso di una certa importanza. E' sempre stato uno dei miei autori preferiti.
Ma non credo di aver appreso appieno il suo appello. Al di là di poter vagliare certe possibilità (una serie creator-owned per la Image o chi per essa?), ha ricevuto in risposta anche una serie di proproste di collaborazione interessanti, mi pare di capire.
Esemplare è l'intervento del suo quasi coetaneo Chuck Dixon che dopo la parentesi con la CrossGen ha anche lui lavorato solo saltuariamente per la DC. Che lavorino insieme per la Image ad una serie tutta loro. Fa così paura? Che lavori per la serie Rocketeer come gli è stato proposto da Langridge.
La questione centrale è che probabilmente sarebbe interessato a ricoprire ancora oggi un ruolo su una serie magari prestigiosa o di primo piano che nessuna major a fumetti ha evidentemente intenzione di affidargli, al di là del suo discorso (comunque giustissimo e sacrosanto) di ricevere i giusti compensi per le ristampe dei suoi lavori.
I tempi sono cambiati e sono cambiati male. La cultura dell'immagine ha preso strade diametralmente opposte a quelle di ieri e non è detto che sia sbagliato. Leggerei le cose disegnate da lui per ore, ma probabilmente il suo segno è troppo classico per le icone di punta del fumetto americano.
Credo, eh.
Forse l'ho letto troppo velocemente, ma trovo ci siano divergenze nel suo discorso.
Premessa 1: adoro Ordway sia come disegnatore che come chinatore, anzi a volte nel secondo ruolo aumentava la qualità del disegnatore di turno.
Premessa 2: per me ha ragione quando dice che per certi autori ci vorrebbe più rispetto.
Però dico, se per te l'importante è disegnare e basta, raccontare storie, perchè non ti rivolgi altrove? Tra lo stare a casa ad aspettare che la DC ti dia lavoro, e il disegnare altro anche a meno, come mai la voglia di raccontare storie non ti spinge alla seconda scelta?
Nella Dynamite (dove lavoro ora) per esempio ci son diversi personaggi classici e/o pulp su cui credo gli darebbero carta bianca.
Qualche anno fa realizzavo per la Moonstone Books albi con personaggi come The Spider o Captain Action, e le mie storie erano affiancate da quelle di un certo Eduardo Barreto, non il primo dei disegnatori, a cui non credo facesse schifo disegnare personaggi nelle sue corde ed esser pagato pure.
Non lo so, dico che se da una parte è sicuramente vero che il suo interesse è ancora raccontare le storie, dall'altra dico che però lo vuole fare solo al prezzo e modo che dice lui, altrimenti nulla (e ne ha il diritto eh, ma allora questa voglia di disegnare non è poi così grande se piuttosto stai fermo).
IL discorso che fa Ordway, credo, sia questo. In passato alla DC c'era una specie di gara di solidarietà per garantire lavoro (e salario) a quei disegnatori storici che da sempre nobilitavano i titoli dell'editore.
Ordway, anche per una sicurezza economica, anni fa a siglato un contratto in esclusiva per la DC e non ha ricevuto in cambio garanzie di lavoro, anzi è stato messo ai margini. Adesso lui chiede cha la DC rispetti la sua storia e gli garantisca quel page rate che altri editori (forse anche la Dynamite) non gli garantiscono.
Penso che il concetto espresso da Ordway sia semplice: desidera che la casa editrice per cui ha lavorato per anni dimostri un po' di considerazione per un dipendente affidabile e valido assegnandogli lavori almeno appaganti.
Mi rendo conto che per un autore giovane, magari abituato a collaborare con più case editrici contemporaneamente, la cosa può sembrare strana, ma passare da autore di punta a cui vengono affidate testate importanti o rilanci a disegnatore-filler nell'ambito della stessa azienda dev'essere una delle cose più demoralizzanti, soprattutto quando il motivo di questa esclusione ti è incomprensibile o, peggio, ignoto.
Che lui chieda più riconoscenza dalla DC è chiaro (e nella mia premessa 2 sottolineo che è anche giusto).
Quello che mi è meno chiaro è, come mai se hai così tanta voglia di raccontare storie, preferisci aspettare che prima o poi la DC ti chiami, invece che raccontarle attraverso altri editori o modi di fare fumetti (vedi creator-owned)?
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