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ROB LIEFELD: COME HO IMPARATO A INFISCHIARMENE DI CHI MI ODIA


Rob Liefeld

Pochi autori nel corso degli anni hanno saputo calamitare l'odio e l'amore dei fans come Rob Liefeld. L'ex enfant prodige del comicdom statunitense, criticatissimo per le sue storyline fantasiose spesso lasciate incompiute e per le improbabili anatomie dei suoi personaggi, è ormai cresciuto e sembra aver messo la testa a posto. Negli ultimi tempi ha stretto una "società" con Robert Kirkman (suo fan da sempre), insieme i due  hanno lanciato, sotto l'etichetta Skybound, una nuova collana per la Image, e si è preso carico (dapprima come disegnatore e adesso come autore completo) di Hawk and Dove (una delle testate del DC Relaunch con protagonisti i personaggi che lo hanno lanciato oltre un ventennio fa). Due incarichi di grande responsabilità (e di altrettanta visibilità) che hanno rilanciato Rob e lo hanno reso di nuovo protagonista... e che gli hanno conferito tranquillità e pace interiore, al punto di scendere finalmente a patti con l'odio che una parte consistente dei lettori (e degli addetti ai lavori) nutre nei suoi confronti. E così, dopo anni di silenzio, dalle pagine del suo Blog arriva la risposta di Rob Liefeld ai suoi detrattori.

In un lungo post intitolato "Come sconfiggere coloro che odiano (o almeno come ho fatto io!)" l'autore ha parlato di se e del suo problema con coloro che lo odiano. Liefeld racconta che nel 2000 fu contattato da Bob Harras (l'allora editor in chief della Marvel) per realizzare un breve ciclo di storie per Wolverine. Rob accettò senza esitare, Wolverine era il suo personaggio preferito e lavorare per la serie dedicata al mutante canadese gli sembrava un'ottima occasione per dare l'addio al mondo del fumetto. Gli ultimi dieci anni, infatti, erano stati davvero molto intensi e Rob aveva lavorato senza soluzione di continuità alla Marvel (per la quale aveva realizzato New Mutants e X-Force e aveva inventato personaggi del calibro di Deadpool e Cable e alla quale era tornato per realizzare Heroes Reborn) e alla Image (dove aveva lanciato i suoi extreme studios e personaggi come Youngblood, Supreme ecc...), adesso che aveva messo su famiglia era intenzionato a ritirarsi così come avevano fatto Todd McFarlane e Jim Lee, godersi la famiglia e i tanti guadagni conseguiti in quegli anni. Ebbene Liefeld così fece e diede inizio alla sua nuova vita, quella dell'appassionato lettore. Iniziò a seguire la Marvel di Quesada, seguì la nascita e il declino della Crossgen, i fatti dell'11 settembre, il cambio di gestione editoriale della Image e la nascita del talento di Robert Kirkman, e durante lo svolgimento di tutti questi fatti Liefeld ha seguito con attenzione internet. E su internet ha scoperto che nel mondo del fumetto si era abbattuta una catastrofe, un autore che non sapeva disegnare, non sapeva scrivere una storia... un autore il cui nome era Rob Liefeld.

Inutile dire che leggendo le parole scritte da questi detrattori Liefeld non si riconosceva e non riconosceva la sua carriera. Ed è così che decise di ricostruirsi una credibilità. E iniziò a farlo su internet, iscrivendosi e frequentando vari forum di discussione, parlando di se e confutando le critiche sterili. Non voleva cambiare il gusto dei suoi detrattori, ma non voleva che venissero raccontate delle imprecisioni. Cominciò a collaborare, con una rubrica intitolata robservation, con il sito Spinnerrack.com, e grazie a questa rubrica entrò in contatto con Marc Millar (un contatto che diede vita a una collaborazione per Youngblood: Bloodsport che segnò il ritorno al fumetto di Rob). Il passo successivo è stato quello di ricominciare a frequentare le conventions. In breve l'affetto mostrato dagli appassionati gli ha permesso di scendere a patti con in fatto che tanto odio, tanta contrarietà era priva di fondamento. Qualcuno, ad esempio, lo odiava semplicemente perché non gli piaceva come aveva disegnato gli artigli di Wolverine. Ma nessuno sembrava ricordarsi che in fin dei conti si tratta solo di fumetti e che quei fumetti lui li aveva portati alle stelle (basti pensare al milione (!) di copie venduto da New Mutants # 100 o i cinque milioni (!!) venduti da X-Force # 1). L'importante, quindi è andare avanti per la propria strada, continuando a lavorare consapevoli dei propri limiti e senza necessariamente prendersi troppo sul serio... in fin dei conti "sono colui che ha disegnato capitan America con le Poppe!"

Il capitan America con le poppe

12 commenti:

Superheld ha detto...

Liefeld è un genio di livello assoluto e il suo stile è, al tempo stesso, entusiasmante e incredibile. L'emozione provata nello sfogliare, la prima volta, il fumetto di Youngblood non può essere raccontata tanto è stata bella.

Pangio ha detto...

L'odio è certament e un sentimento negativo e sono stupidi coloro che odiano.
A me Liefeld non piaceva non tanto per le anatomie impossibili ma soprattutto per le storie che scriveva; si vedeva chiaramente che era un disegnatore che voleva essere un autore completo.
Non a caso ora si appoggia a fior di autore come Kirkman.

Superheld ha detto...

Come disegnatore Liefeld è sopraffino. Come autore è sicuramente originale e impegnato. Insieme ad Erik Larsen è, senza ombra di dubbio, un autore completo.

The Passenger ha detto...

A me lo smutandato miè sempre piaciuto!!

CREPASCOLO ha detto...

Secondo me, Rob era un discreto disegnatore nelle sue prime storie x i New Mutants ( forse anche per le chine di Wiacek e Barta ). Buono anche lo storytelling ( puntum dolens del Liefeld odiato dalle masse ). Peggiora rapidamente a ridosso degli ultimi numeri della serie - sfondi accennati o lasciati alla fantasia del lettore, personaggi ipertrofici in piano americano che serrano mascelle geometriche guardando il ''quarto muro'' ( ma senza le finalità di interaz della She Hulk di Byrne che parlava con i suoi fans ) ed è un peccato perchè è il momento in cui, con la complicità di Fabian, ci regala Cable, Deadpool, Shatterstar e Domino ( rispettivamente: il Bruce Wayne di Dark Knight Returns incontra Terminator, la parodia Marvel di Deathstroke the Terminator, Longshot combinato ai viaggi temporali della saga di Terminator e la risposta della Casa delle Idee alla Sarah Connor che si contrappone a Terminator ). Poi, a mio avviso, sbarella. Ha una fantasia indiavolata da fan nerd e ci regala uno dietro l'altro i ''suoi'' Captain America, Supes, Wonder Woman , Occhio di Falco, Wolverine e Nuovi Mutanti - scopre disegnatori come Jeff Matsuda - coinvolge sceneggiatori come Alan Moore - ma i suoi concepts sono migliori se sviluppati da altri.
Il suo Captain America in Heroes Reborn non era male - ultimizzato nella direzione opposta a quella recente di Millar con il suo gran rifiuto di fronte all'utilizzo della Bomba A - ma se al fiuto pop di Loeb si fossero abbinate immediatamente le matite del Joe Bennett di allora che poi terminerà la serie su testi di Robinson ( una combo di John Buscema e Mike Zeck - una cosa come il Ramon Bernado di Superboy ), il pubblico avrebbe sentito meno la mancanza della run, interrotta e poi ripresa, di Waid e Garney, bellissima tra l'altro.
Leggendo qua e là i pareri, mi son fatto l'idea che il Matt Damon dei comics sia corretto con i collaboratori - ha coinvolto nel tempo gente come Gil Kane, Jim Starlin, Rich Veitch e Chris Sprouse oltre al citato Bardo di Watchmen - ed un vulcano di idee , non originalissime ( ma come dicono negli USA, they work ! ) che crede il suo storytelling un altro modo di risolvere la cosa rispetto '' a quello di George Perez '' ( Rob ha alcune tavole del primo abortito JLA/Avengers dei seventies ). Nicieza dice che se un ragazzino entra nel suo studio e vede una tavola liefeldica ne resta ipnotizzato. Probabilmemte questa è la chiave per capire il suo punto di vista
( la prima e ultima arma di un autore ) : i suoi monumenti equestri anche senza cavallo
( strike the pose ! cantava Madonna ) ''parlano '' ad un lettore sospeso tra l'infanzia e l'età in cui si prende parte al gioco e si scende a patti con la realtà. Un momento - oggi + lungo di quanto era quando Spider-Man era una novità - in cui abbiamo bisogno di identificarci in modelli bigger than life. In fondo, anche il nonno del dolce Remi era un omone che non sfigurerebbe nelle tavole del papà di Youngblood !

Superheld ha detto...

Il Capitan America di Leifeld in Heroes Reborn era assolutamente eccezionale. Ad oggi, a mio parere, il migliore ciclo del Discobolo mai realizzato.

CREPASCOLO ha detto...

@Superheld.
Il miglior Cap di Rob è Fighting American ( autoplagio di Simon & Kirby dei fifties ) di cui ha tentato un fugace revamping nel momento in cui è stato buttato fuori da Heroes Reborn e dalla Image. Non male il numero zero. Meglio, però, i numeri in cui gli subentra Stephen Platt ( un fuoco di paglia nato come clone del Toddster per gli ultimi numeri della serie di Moon Knight partita nel 1989 , raccolti in un raro volume Marvel Italia, passato poi a lavorare sul Prophet di Rob e persosi dietro progetti personali e colorati al computer che amplificava la impossibilità dei suoi marcantoni corazzati di fare un movimento qualsiasi + complicato che mettersi un dito nel naso).
Se metto le cose in prospettiva -valutaz personale of course - dal punto di vista del segno e del resto , tra i sette golden boys del primo consorzio Image Rob era il meno dotato , quello che di solito all'oratorio gioca sempre in porta ed è scelto comunque x ultimo anche dopo quel maschiaccio di sua sorella: si curava dell'anatomia meno di McFarlane, aveva un tratto ''povero'' come quello di Jim Valentino senza la cura e la dediz del papi di Shadowhawk, era + rozzo del Larsen di allora ( che è cresciuto, e tanto, fino al cartoonist sintetico e nervoso di oggi ) di cui non ha mai avuto lo storytelling e non aveva lo appeal in linea con lo zeitgeist di Lee e Silvestri o persino di un Portacio ( che ha avuto tanti ma tanti problemi e non è stato in seguito così bravo come sullo X-Factor della Simonson )...solo che arrivava dopo aver venduto
un milione di copie di X-Force numero uno !
E' un po' come quella vecchia barza - una tizia è sul lettino dello psicoanalista : - Dottore, sono nello showbiz, ma non so recitare, cantare o ballare. E non sono nemmeno bella ! -
-No problem, lady - replica il dottore - valuti la possibilità di fare altro nella vita x realizzarsi ...-
-Troppo tardi - si lamenta l'infelice - sono una star ! -

Superheld ha detto...

"Tra i sette golden boys del primo consorzio Image, Liefeld era il meno dotato?"
Quando finirà il tempo delle barzellette, smetteremo di ridere. Per ora, è necessario prendere atto che ritenere Liefeld inferiore ai vari McFarlane, Valentino, Larsen, ecc., è totalmente illogico. Insieme a Larsen, dei sette, Liefeld era forse il più dotato e quello maggiormente innovativo.

CREPASCOLO ha detto...

@Superheld.
Ripeto che si tratta di una mia valutazione - nulla vieta che tu ( o chiunque altro ) la pensi in modo diverso.

skalda ha detto...

Rob mi è sempre stato, istintivamente, simpatico. Era un po' il Calimero della Image, cacciato a pedate un po' da tutti, con più fallimenti alle spalle di Jim Shooter, ma sempre in piedi, e sempre pronto a ricominciare.
Questo post sul suo blog dimostra che non è nemmeno uno stupido.

CREPASCOLO ha detto...

@skalda
Concordo. Rob deve avere anche uno healing factor come quello del suo figliolo Deadpool e al pari del citato Big Jim Shooter - che ha cominciato a scrivere Legion of Super-Heroes intorno ai 13 anni ! - una sua idea di fumetto che persegue con una tenacia inossidabile a prescindere da tutto e da tutti.

Superheld ha detto...

Il parallelo tra Rob Liefeld e Jim Shooter non è convincente. Un peccato che anni fa le sue serie non furono sfruttate adeguatamente dai licenziatari italiani del tempo. Ricordo un volume in cui venne raccolta la saga "Fratelli di sangue" delle testate Brigade e Bloodstrike. Il prezzo alto e il taglio elitario costituirono il presupposto per la chisura della testata Extreme, che durò solo 12 numeri. Eppure, all'interno era ospitata una serie come Supreme davvero eccezionale. C'era anche Prophet (di cui alcune avventure furono pubblicate in Cult Comics 1 e 2 della Marvel Italia). Rob ha sempre cercato negli anni di rilanciare i suoi personaggi (come sta facendo attualmente alla Image), dimostrando di credere nei suoi progetti e nelle loro potenzialità.

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