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Avengers Infinity War: la recensione




Come ormai di consueto, anche in occasione del lancio di Avengers: Infinity War mi avvalgo della collaborazione di un inviato decisamente speciale per la recensione (priva di spoiler) del cinecomics del momento. Ecco, dunque, le prime impressioni a caldo di Loris Cantarelli, direttore editoriale di Fumo di China (http://www.fumodichina.com/).

Avengers: Infinity War (nei cinema italiani da oggi) mette a frutto tutto quanto mostrato nei 18 film prodotti in 10 anni direttamente dai Marvel Studios: dal primo Iron Man (2008) fino a Black Panther (2018).

Già vedere in due ore e mezza più di una trentina di personaggi litigare per poi combattersi e far la pace, andare e venire come se niente fosse da un pianeta all'altro (spazio compreso) come nelle pagine di un fumetto sembrava un'impresa titanica: eppure riesce senza scossoni a essere "perfettamente bilanciato", come direbbe quello che diventa il cattivo più potente dell'universo. Dopo tutte le macchinazioni sotterranee orchestrate nei film precedenti - ma c'è un provvidenziale mini-spiegone all'inizio per chi comprensibilmente avesse perso qualche puntata - alla fine Avengers, Guardiani della Galassia, amici e compari si trovano faccia a faccia con il malvagio Thanos, il cui folle piano sembra diventare sempre più vicino man mano che le sei Gemme dell'Infinito entrano a far parte del suo Guanto che modifica la realtà.

Azione e umorismo riescono incredibilmente a non sbilanciarsi né strafare (e in un film così colossale era davvero un'impresa, nella scrittura come nella messa in scena), osando come non mai tanto che che ci si chiede come il sequel nel 2019 (ancora senza titolo per evitare spoiler, girato insieme a questo ma ancora da montare) riuscirà a sistemare gli sconvolgimenti portati dal villain al centro di tutto il film.

Distribuzione delle parti da antologia, dosaggio e ritmo da manuale, alcune assenze curiose e un paio di (geniali) apparizioni a sorpresa. Comunque la si pensi, un film epocale. Un'unica scena dopo i titoli di coda, che prosegue la narrazione lasciando un nodo alla gola. Per i fan, attendere 12 mesi sarà durissima.





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