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Chris Ryall dopo quattordici anni lascia la IDW Puslishing e passa alla Skybound: "desideravo affrontare nuove sfide e mi son reso conto che non avevo tempo infinito a mia disposizione per farlo"



Dopo quattordici l'Editor-in-Chief Chris Ryall ha rassegnato le sue dimissioni dalla IDW Publishing, casa editrice alla quale si è unito sin dalle sue origini e con la quale, ricoprendo per un certo periodo anche il ruolo di Chief Creative Officer, ha percorso un lungo cammino che l'ha trasformata in una della realtà editoriali più influenti del panorama d'oltreoceano.



"Quando ho iniziato a lavorare con la IDW Publishing" ha raccontato Ryall in una bella intervista  rilasciata a The Beat, intervista con la quale ripercorre gli anni trascorsi con l'editore "era una casa editrice che pubblicava fumetti horror e si dilettava a sperimentare alcuni prodotti concessi su licenza, come CSI. Il volto e l'ambito in cui l'azienda si muoveva cambiarono completamente quando riuscii a portare i diritti di Transformers. Ritengo che quell'operazione è di certo un distintivo di merito che mi appunto con onore sul petto. Ho fatto così tante cose che di certo ne dimentico qualcuna, di certo sono orgoglioso di aver coinvolto John Byrne su così tanti fumetti. E anche Locke and Key mi rende molto orgoglioso, è la prima serie creator owned che ho prodotto. 
Non so  cosa altro dire. Ci sono così tante cose... Anche riportare ROM al mondo del fumetto è stato da subito, sin da quando abbiamo stretto con la Hasbro un accordo per produrre i fumetti dei Transformers, un mio obiettivo. Quando mi incontravo con i rappresentanti della Hasbro, chiedevo sempre di Rom. 
Rom era un mio pallino sin da quando ero ragazzino, ed era fuori dai comics da trenta anni. Essere stato capace di riportalo indietro è stata una grande impresa, che ha coronato anche il sogno di soddisfare il bambino che ero e che amava leggere le avventure del cavaliere spaziale. Credo che il mio approccio al fumetto sia proprio quello di fare cose che rendano felice il bambino che amava collezionare fumetti. E credo che, in questi quattordici anni, ci sono in buona parte riuscito". 



E cosa ti rispondevano i rappresentanti della Hasbro quando gli chiedevi di Rom? "Adesso ci interessa spingere Transformers e poi, cosa diavolo è un Rom? Non possediamo i diritti di Rom! E io insistevo: sono vostri! Sono Vostri!"

Ricoprire l'incarico di Editor richiede molte competenze tra loro diverse. Devi essere un po' detective e un po' avvocato... "e uno psicologo! [risate] Devi essere in grado di costruire buoni rapporti con le persone per produrre insieme un buon lavoro. Capisci presto come comportarti diversamente da persona a persona. A seconda di quel che accade ogni persona è diversa, capire cosa serve per ispirarli a fare del loro meglio è sempre stato parte integrante del mio lavoro e mi ha aiutato a saldare rapporti strettissimi con i miei collaboratori."

Qual è la sfida più grande che il mondo del fumetto si trova ad affrontare in questo momento? "la sfida più grande resta in questo momento la capacità di portare i fumetti nelle mani di un numero sufficiente di persone. La rotazione complessiva dei numeri ci fornisce un quadro davvero desolante, ed è ancora più sconfortante ascoltare persone che parlano di chiusura dei negozi o della decisione di allontanarsi da un editore per sempre perché non apprezzano la loro produzione attuale. Ma c'è sempre un altro lato della medaglia. Il bicchiere può essere anche mezzo pieno. Un sacco di negozi sono stati aperti e ci sono volumi venduti nelle librerie del college e fuori dai soliti mercati, e c'è una disponibilità digitale che attira nuovi lettori. E' da 80 anni che si suona la campana a morto per il fumetto, eppure continua ad andare avanti. E continuerà a farlo.
Credo nel settore, nei lettori e nei rivenditori e sono molto ottimista riguardo il futuro. Trovare mezzi diversi per mostrare i nostri prodotti a un pubblico sempre più ampio è una soluzione. Non è più sufficiente affidarsi al mercato diretto. Penso che anche i distributori e gli editori abbiano sulle loro spalle la possibilità di trovare un modo per render quello del fumetto  un business più redditizio, a trarne beneficio non devono essere solo coloro che si trovano ai vertici dell'industria. Alcuni mesi negativi non dovrebbero significare la rovina per un negozio. Ma purtroppo i margini di guadagno alle volte son troppo risicati. Non c'è una risposta facile, ovviamente, ma ci sono molte cose che ci si può impegnare a fare. La situazione attuale sta costringendo l'intero settore a guardare le cose da una diversa angolazione e non solo a sedersi e fare affari come al solito".



Per quali motivi Ryall ha deciso di lasciare il suo incarico? "È strano. In 14 anni - il periodo di tempo più lungo in cui ho ininterrottamente avuto un lavoro - ti capita di avere diverse altre opzioni di lavoro. Poi a un certo punto, è spontaneo chiedersi: è questa la cosa che voglio continuare a fare o vorrei fare anche altro? Bene, ho tempo per farlo. Non so se a tenerti legato a un posto sono la paura, l'inerzia o più semplicemente il conforto che il lavoro, le persone e le circostanze sono in grado di darti. Ho appena maturato la consapevolezza che non abbiamo un tempo infinito per fare ciò che desideriamo. Sembra giunto il tempo giusto per vivere nuove esperienze. Mi sono isolato quanto più possibile dal lavoro e, osservando le cose da lontano, ho pensato che desideravo fare ancora moltissime cose. E così ho pensato, ok è ora di rincorrere quel nuovo sogno. Andiamo a vedere cosa c'è nel mondo dei fumetti o anche al di fuori di esso."

In realtà Ryall non si è allontanato affatto dal mondo dei Fumetti, visto che è passato alla Skybound
di Robert Kirkman, affiancando per ora l'Editor-in-Chief Sean Makiewicz


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