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MESSAGGERIE LIBRI: LA PERPLESSITA' DELLE FUMETTERIE

messaggerie

Chi segue con assiduità il mio blog sa che uno degli argomenti sui quali più spesso mi fa piacere soffermarmi è quello inerente il sistema distributivo delle fumetterie. Non a caso sono stato tra i primi a parlare del debutto di Messaggerie (ecco una lista dei topic in cui ne ho parlato "scoppia la guerra della distribuzione?"; "Messagerie distribuirà anche in fumetteria"; "Matrimonio distributivo tra Messaggerie e GP Publishing"; "distribuzione: nasce Me.Li. Comics") salutando con aspettativa l'arrivo in fumetteria del principale distributore librario italiano.

La concorrenza si sa dovrebbe migliorare il servizio, alimentare la competitività tra i distributori e spingerli a rendere un servizio migliore alle fumetterie. Messaggerie, inoltre, nel mercato delle librerie di varia pratica il diritto di reso, consentendo (al contrario di quanto avviene in fumetteria) di rendere l'invenduto (semplifico senza illustrare le clausole contrattuali). Ebbene, se è pur vero che son trascorsi troppi pochi mesi dall'esordio di Me.Li. per tracciare un bilancio è altrettanto vero che mi sembra doveroso dare spazio alle prime (accesissime) critiche. Ecco perchè, di seguito, vi riporto quanto scritto sul suo Blog da Max Favatano titolare della fumetteria Mondi Sommersi di Lecce.

Questo post mira a sollecitare l'attenzione di tutti i colleghi librai sull'attuale situazione che il distributore nazionale Messaggerie Libri (Me.Li) ha imposto ad alcuni di noi. Condizioni penalizzanti.

Sarò conciso: quellei che Me.Li. propone a 250 (circa) librerie segnalate come "fumetterie" dall'editore GP Publishing (stando a quanto sostiene Me.Li.) sono condizioni penalizzanti rispetto a quelle che offre a tutte le altre librerie che operano sul territorio nazionale.

*Condizioni penalizzanti*.


Questo post ha il preciso intento di coinvolgere il numero più elevato possibile di colleghi a consultare un legale di fiducia e valutare seriamente l'idea di fare causa legale con l'intento di chiedere il risarcimento danni a Messaggerie Libri e il ripristino delle condizioni cui abbiamo diritto.


Io stesso, in qualita‘ di Mondi Sommersi, ho intrapreso un’azione legale.
Il mio invito è a difendersi da quanto Messaggerie Libri sta facendo a tutti noi.


Quello che Me.Li. offre a queste librerie specializzate, comunemente identificate come fumetterie, è un trattamento di sfavore a cui fanno seguito tutta una serie di condizioni *non contrattuali* deficitarie, che di fatto riducono la potenzialità dell'imprenditore di lavorare nei termini della legale concorrenza con gli altri librai sul proprio territorio e su quello nazionale, dato che a quest’ultimi vengono concessi altri servizi (favorevoli) nonostante appartengano anch‘essi alla nostra stessa categoria commerciale.


Faccio una premessa. Cosa è una fumetteria?

Fumetteria non è di certo una parola che troverete sul dizionario della lingua italiana.
Fumetteria è una parola comune, un termine gergale, un'abbreviazione che mira ad identificare delle librerie, nel particolare quelle librerie specializzate nella vendita di fumetti. Parola così poco usata e al contempo inesistente, che non ha ancora trovato spazio dopo vent'anni dalla sua "coniazione", nella lingua italiana.
Men che meno alla Camera di Commercio.


Quando un'attività apre, la prima cosa che il titolare fa, è recarsi alla Camera di Commercio Industria e Artigianato della propria città, e iscrivere la propria attività ad una delle varie categorie merceologiche presenti sul territorio nazionale. Se si apre un bar, ci si iscrive alla voce "bar". Se si apre una pizzeria, ci si iscrive alla voce "pizzeria". Se si apre una caffetteria, ci si iscrive alla voce "caffetteria".
Abbiamo già visto che fumetteria non esiste nella lingua italiana perchè un termine puramente gergale, tantomeno esisterà dunque alla Camera di Commercio.
Dove si iscrive quindi un'attività come questa?
Alla voce libreria, o meglio "commercio al dettaglio di libri".
Libreria.
Non ci sono ulteriori limitazioni o specifiche, e laddove ci fossero si tratterebbe sempre e comunque di libreria.


Ma perchè, generalmente, chi conclude il fatturato con i fumetti ha il conto assoluto e chi lo fattura con i libri invece no?


Il problema risiede nei distributori. I distributori specializzati in fumetti infatti su questo materiale offrono esclusivamente il conto assoluto a tutte le librerie che decidono di avere un rapporto lavorativo con essi.
A tutte.
I distributori di libri "classici" invece offrono a tutte le librerie (anzi, stando al problema in essere, offrivano a tutte le librerie) il reso e scontistiche basilari del 30% netto a salire, in base ad accordi privati.


Quello che Me.Li. fa ha fatto è una selezione delle librerie italiane alle quali riservare condizioni differenti e sfavoravoli rispetto alle altre che sono la netta maggioranza. Quelle librerie sono identificate da Me.Li. come fumetterie, ovvero non come librerie (pur essendolo) ma come attività esterne al circuito librario che ottimizzerebbero il proprio fatturato con il fumetto anzichè con il libro. Me.Li., insomma, aggira senza preoccupazioni la natura legale dell'azienda (libreria) inventandone e attribuendone una di sana pianta con il semplice scopo di ottimizzare i guadagni ai danni di queste.
Questa stretta selezione di cui faccio parte e di cui molto probabilmente fate parte anche voi colleghi che leggete questo scritto, *non hanno* la condizione chiave della distribuzione Me.Li., ovvero il reso, e in alcuni casi hanno delle scontistiche addirittura più basse (come nel caso degli editori Coconino, Comma22 e Tunuè, per esempio).


Quello della negazione del reso è solo uno dei soprusi che subiamo da parte di Me.Li.
La fornitura di alcuni editori quali Planeta DeAgostini, Star Comics, Edizioni BD/JPop, Alessandro Edizioni, Bao Edizioni e una non meglio definita "Pegasus", che viene presentata come editore ma sappiamo essere il distributore ombra di Alastor, ci è proprio negata. Le librerie selezionate ad avere il disservizio non possono arrivare all'approvvigionamento del materiale in essere nonostante questo materiale risulti disponibile nei magazzini del distributore. Immaginatevi la libreria accanto alla vostra che ordina un certo quantitativo di volumi oggi e li riceve domani con una scontistica adeguata, il diritto di reso e pagamento minimo a 30 giorni.
Ora pensate che voi proprio non potete avvicinarvici, pur avendo tutte le carte in regola esattamente come il collega meno sfortunato, e usando come lui soldi veri, della zecca italiana.

Risulterà facile anche a chi non è del mestiere dedurre che non avere del materiale che il concorrente ha non ci permetterà di lavorare in uno stato di libera concorrenza. Oltre che a creare un disservizio nei tempi di approvvigionamento. *Condizioni penalizzanti*.


Nel contratto che la libreria firma (sicuramente quello che ho firmato io, ma controllate pure il vostro) risultano tra le richieste del distributore, la visura camerale e la posizione della propria attività alla Camera di Commercio (vedere foto precedente). Visura camerale dalla quale risulta evidente lo stato di libreria della nostra attività (alla voce "Attività esercitata nella sede: vendita al dettaglio di libri" o "libreria specializzata" o ancora "libreria").
Se per contratto Me.Li. è tenuta ad offrire il reso ai propri clienti che possiedono una libreria, allora devono offrirlo anche a noi. Se per contratto Me.Li. è tenuta ad offrire quell'elenco di editori ai propri clienti che possiedono una libreria, allora devono offrirlo anche a noi.
Non offrendolo Me.Li. si pone in una condizione d'inadempienza contrattuale e laddove il contratto prevede condizioni differenti da quelle dei nostri colleghi librai, anche se da noi sottoscritto, quel contratto è da considerarsi illecito.
Il che produce una disparità di trattamento che a sua volta porta ad un fenomento di concorrenza sleale ai danni di chi lo subisce. Il che pone Me.Li. ad offrire il fianco ad un'azione legale da parte del libraio.


Se telefonaste a Me.Li. o li contattaste via email (nel caso è la scelta consigliata poichè resta tutto scritto) vi sarà detto e ripetuto che non vi si può offrire il trattamente riservato alle librerie perchè "la vostra libreria non è una libreria" nonostante la vostra iscrizione alla Camera di Commercio evidenzia che sì, è proprio una libreria.
Diciamo che su questo punto Me.Li. si ostina ad entrare in una specie di loop irritante e delirante in cui spera di convincervi che meglio di voi, del vostro commercialista, della vostra Camera di Commercio, del vostro avvocato, e delle tasse che pagate in base agli studi di settore sulle librerie, loro stessi sanno che attività avete aperto, ovvero una fumetteria. Follia ed eccessiva mania di grandezza.

Vogliono offrirvi condizioni sfavorevoli mettendo davanti alla legalità (siete una libreria) un concetto gergale (fumetteria).
Non cascateci!


Un'altra cosa che potrebbero dirvi in un ulteriore tentativo di tenervi al guinzaglio di queste condizioni deprorevoli, è che loro hanno dei contratti cui sottostare, firmati dagli editori di fumetti in cui questi esigerebbero esplicitamente (e firmano quindi) di fornire il reso alle librerie e *non* alle fumetterie.
Alla faccia della diffusione del fumetto, peraltro.
Il domino che vorrebbe impoverirvi a favore delle loro tasche cade davanti alla legalità.

Il giochino dei "250 poveri scemi" che fanno da cuscino col conto assoluto alle loro tirature per ottimizzare i loro investimenti, si rompe davanti all'innegabile natura della vostra attività. Consultate un avvocato. Siate imprenditori, non fatevi fregare.
Siete una libreria e non una fumetteria anche se nel nome del vostro negozio è compresa la parola "fumetteria". Perchè se ci fosse scritto "panificio" varrebbe sempre e comunque la posizione legale e non il nome, che è del tutto fittizio.

Se chiederete riscontro a questi editori per il piacere di incrociare i dati, se vi daranno le stesse risposte che hanno dato a me e al collega che come me ha già agito legalmente contro Me.Li., vi sarà detto che il contratto è prestampato e che loro si sono sottoposti a questo contratto (comunque lo hanno firmato!) ma non lo hanno suggerito loro. Lo hanno solo accettato. Un pò come l'utilizzatore finale. Come se cambiasse qualcosa. Il mio suggerimento è: sorvolate.

Voi il rapporto lo avete col distributore, non con gli editori. Il passaggio etico per il quale gli editori di fumetti offrono il servizio del reso a tutti tranne che a noi, che da anni proponiamo, conosciamo e vendiamo i loro prodotti, è un grosso problema, ma è appunto "etico" e quindi al momento non ci interessa.


Vorrei che tutti voi sottoponeste ad un legale di fiducia il vostro contratto con Messaggerie Libri.
E' una questione importante che vi porta via poco tempo tutto sommato, a fronte di evidenti vantaggi morali ed economici. Vedrete che vi si aprirà un mondo di soprusi e angherie che può essere sconfitto. Vedrete che c'è soddisfazione anche a essere trattati con rispetto di sè stessi e dei propri diritti.

Possiamo mandare tutti a gambe all'aria e ribaltare il sistema del conto assoluto sostenuto di forza dal distributore e dagli editori coinvolti, perchè abbiamo la ragione e la legge dalla nostra parte. E non è poco.


Qui, ora, io propongo la possibilità di un'azione legale di massa ma anche di gruppo per il bene nostro e delle nostre attività commerciali.
Contattate un avvocato.


Per qualsiasi informazione, aiuto o suggerimento, non esitate a contattarmi via mail o telefonicamente. Potete anche commentare qui sul blog.


email: mondisommersi@mondisommersi.biz
Tel. 0832457852 - 3205756309


Con preghiera di diffusione,
Max Favatano
Mondi Sommersi, Lecce.
La polemica di Favatano non è assolutamente campata in aria. Se è vero che Me.Li ha adottato le stesse regole di Alastor, Pan e Star è altrettanto vero che adotta nell'ambito dei suoi clienti due pesi e due misure, riducendo di fatto le fumetterie a clienti di seconda categoria e relegandoli in una sorta di ghetto distributivo.
L'unica attenuante, blanda, che ha al momento Me.Li. è il fatto di essere stata costituita da poco più di un paio di mesi. Forse, con l'aumento della proposta editoriale e con la valutazione dei fatturati delle fumetterie qualcosa potrebbe cambiare. Forse...
Certo è che la considerazione più amara che vien da fare è che in questa italietta proprio non si riesce a sfruttare mai positivamente la concorrenza, basti pensare ai gestori di telefonia cellulare. Siamo tra i paesi europei con il maggior numero di telefonini e con le tariffe peggiori.

1 commento:

Pangio ha detto...

Da quel che ho capito il problema è emerso solo dopo che le librerie/fumetterie avevano firmato il contratto con Messaggerie.
Ma santo cielo, perchè i proprietari delle suddette librerie/fumetterie non hanno fatto leggere il contratto ad un legale di fiducia prima di sottoscriverlo ?
Perchè in Italia ricorrere a un avvocato, prima che scoppi il casino, ossia in via preventiva, è considerato da molti una perdita di tempo e di denaro?
Scusate lo sfogo, ma per lavoro faccio l'avvocato e mi dispiace che la gente trovi normale consultare preventivamente un professionista ( medico, notaio, architetto ecc ecc ) prima di prendere delle decisioni importanti, ma ha una sorta di allergia a rivolgersi ad un legale prima di sottoscrivere un contratto, che può facilmente nascondere punti discutibili o addirittura dannosi per il sottoscrittore?
Dopo è sempre possibile fare qualche cosa , ma un bel rifiuto di firmare il contratto in questione - adeguatamente motivato e pubblicizzato- sarebbe stato a mio parere meglio.Saluti

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