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LA MARVEL LANCIA UNA MS. MARVEL MUSULMANA: ECCO LA REAZIONE DELLE DONNE PAKISTANE


Ms. Marvel
copertina del secondo numero della
serie USA


La collana Gli Incredibili Avengers (pubblicata, ovviamente, dalla Panini Comics) ha molteplici motivi per rappresentare un appuntamento fisso mensile anche per il lettore Marvel meno facilmente eccitabile, e con l'avvento, a partire dal numero 17 della serie portabandiera del Marvel NOW!, questi potrebbero essere addirittura aumentati. Oltre al ritorno del bravissimo disegnatore iberico Daniel Acuña al fianco di Rick Remender a impreziosire l'aspetto grafico della testata dedicata al gruppo Unione dei Vendicatori e all'inizio di un nuovo ciclo narrativo che pone le basi sulle ceneri (è proprio il caso di dirlo) di quello conclusosi il mese precedente, sulla testata fanno il loro esordio due nuove serie: Avengers Undercover e Miss Marvel. Se sulla prima, nonostante l'effimera durata, c'è poco da dire, dal momento che si tratta a tutti gli effetti del secondo ciclo narrativo della serie intitolata Avengers Arena, di cui conserva (alcuni) protagonisti e ottimo team creativo (Dennis Hopeless e Kev Walker), molte parole sono state spese sulla serie dedicata alla nuova eroina pronta a indossare i panni di Miss Marvel.

La serie, lanciata circa un anno fa nel corso dell'All-New Marvel NOW!, non mancò di suscitare polemiche (ve ne parlai QUI). La protagonista, infatti, non è solo una adolescente come tante, ma è una ragazzina di origini pakistane e di fede musulmana. Per trattare con serietà e rispetto il credo religioso della protagonista, la Marvel si è affidata alla scrittrice G. Willow Wilson e all'editor Sana Amanat, entrambi statunitensi di religione musulmana. La serie, carina e divertente da leggere, non ha scalato la classifica di vendite (pur conseguendo vendite dignitose), ma ha saputo ritagliarsi un cantuccio nel cuore degli amanti del fumetto.

Sana Amanat, editor Marvel responsabile della serie
Ma che reazioni ha suscitato la serie in Pakistan, il paese, cioè, di cui è originaria (nella realtà fittizia del Marvel Universe) Kamala Khan, alter ego della nuova Miss Marvel? Questa sembra essere la domanda che si è posta la giornalista Shehryar Warraich quando ha deciso di far leggere il nuovo mensile della Marvel  ad alcune donne Pakistane. Il responso di questo "sondaggio" è stato pubblicato sul sito web della United Press International, e il risultato è stato abbastanza sorprendente. Sebbene le reazioni siano state in buona parte positive, non tutte le donne interpellate sono state entusiaste dell'iniziativa.

Alcune delle persone interpellate hanno dichiarato che la serie può rappresentate una buona occasione per gettare una luce diversa sul popolo pakistano, generalmente trattato con sommaria sufficienza e accusato di trattamento brutale delle donne, di estremismo religioso e di terrorismo. "Sono molto interessata in una serie con protagonista una ragazzina musulmana che diventa una super-eroina e intenta a dover barcamenarsi tra i valori di una famiglia tradizionale e una cultura più avanzata come quella americana" ha dichiarato Arif, una ragazza che per un semestre ha studiato negli USA. "Attraverso un personaggio come Kamala Khan sarà fornita una immagine positiva del Pakistan. Sono convinta che grazie a Kamala sarà rappresentato il vero ritratto delle famiglie Musulmane che vivono negli USA. Inoltre, le ragazze si trovano spesso a dover affrontare le stesse problematiche con cui si trova a che fare Kamala nelle sue storie". Anum Kazmi, speaker radiofonica, ha dichiarato: "L'impatto positivo prodotto da Miss Marvel, darà alle ragazze pakistane la consapevolezza che esse hanno un ruolo importante da giocare nel processo di miglioramento della società". 


Aamir e Kamala Kahn in
una deliziosa vignetta illustrata da Adrian Alphona

"Kamala Khan aiuterà le madri ad aver fede nelle loro figlie e nel ruolo importante, al pari di quello ricoperto dei loro figli, che esse avranno nel costruire il futuro" è sostiene la giornalista Ruby Razzaq, che aggiunge, inoltre, che la ragazzina di carta avrà un ruolo fondamentale nell'evoluzione delle donne in Pakistan.

Mobarak Haider, uno scrittore pakistano che vive negli USA (autore del libro "Talebani: la punta di un sacro Iceberg", libro dedicato al fondamentalismo islamico), è stato molto ben impressionato dall'iniziativa della Marvel: "I Pakistani saranno davvero orgogliosi nel vedere una ragazzina del popolo che aiuta la gente e ricopre un ruolo positivo. Kamala Khan non solo sta rappresentando i suoi compatrioti, ma tutti i Musulmani. Il personaggio potrebbe avere un enorme impatto sulle famiglie Musulmane che vivono negli USA. L'idea potrebbe indurre i genitori a comprendere che dando fiducia alle loro ragazze, queste potrebbero contribuire a costruire un futuro favoloso".

Ancora una bella sequenza disegnata da Adrian Alphona
su Ms. Marvel 2

Naturalmente non tutti sono eccitati all'idea di una ragazzina in costume da Super-Eroina. Alcune donne, a esempio, liquidano l'iniziativa come un modo per screditare la società pakistana. "Non è realistico che una ragazza diventi una super-eroina" ha testimoniato Saman Iqbal, casalinga, e poi ha aggiunto "e neanche il costume indossato da Kamala, rappresenta la nostra cultura Musulmana. Non mi aspetto che Kamala Khan possa rappresentare l'immagine della nostra nazione. Sono più che convinta che dietro questa idea ci sia una cospirazione, sia per screditare i valori delle nostre famiglie che per danneggiare la nostra religione". Hina Gurlaiz, dentista con parenti acquisiti statunitensi, ritiene che la nuova Miss Marvel possa in qualche modo creare problemi a quelle famiglie Musulmane che tentano di vivere secondo i precetti della loro religione: "Visito spesso gli Stati Uniti e sono certa che se il personaggio di Kamala Khan danneggerà i nostri valori, non verrà comunque accettato. Noi non vogliamo che le nostre ragazze siano così aperte al mondo, perché questa apertura contrasta con la nostra religione e con i nostri valori". Amjad Saleem, proprietario della Saanih Publications, casa editrice specializzata nella pubblicazione di romanzi, poesie e libri di filosofia Musulmana, prevede che i ragazzi correranno a comprare il fumetto dedicato a Kamala. "Kamala sarà la voce della città, così come lo è stata Malala Yousafzai (riferendosi alla nota ragazzina pakistana, protagonista di una battaglia per andare a scuola). La gente comprerà questa serie per via dell'idea inusuale. I lettori saranno ragazzi, sia progressisti che conservatori".

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Nei cinema Pakistani sta per fare il suo esordio (o almeno stava per farlo al tempo in cui questo articolo è stato originariamente pubblicato) il primo film di super-eroi interamente realizzato nel paese. Il regista e produttore Amir Sajjad, originario di Karachi, è molto eccitato dall'idea che la Marvel abbia realizzato un personaggio di origini pakistane, e dichiara di sperare davvero che il personaggio non danneggi i valori dei Mussulmani e i costumi di coloro che vivono negli States. "La nuova Ms. Marvel sarà anche un prodotto da vendere. In Pakistan abbiamo circa 6/7 milioni di frequentatori abituali dei cinema, e spero che il Pakistan si possa appassionare vedendo un personaggio come Kamala Khan a rappresentarli a livello internazionale. Sono davvero elettrizzato all'idea di una supereroina Musulmana Pakistana". E' della stessa idea Syed Noor, regista che sta per girare un film dedicato a un supereroe: "L'eventuale successo di Ms. Marvel ci aiuterà ad avere altri eroi femminili".



Il primo team-up della nuova Miss Marvel?

4 commenti:

Paolo ha detto...

Sono andato a leggermi l'erticolo in originale e credo che una traduzione più corretta della sua frase sia:
"...sono sicura che SE il personaggio di Kamala Khan andrà contro i nostri valori, non verrà comunque accettato".
Tuttavia il senso della frase successiva è (purtroppo) corretto: "Non vogliamo che le nostre ragazze siano così aperte verso il mondo" mette un po' i brividi e mi fa temere che il cammino per una completa integrazione sia estremamente - e forse troppo - complicato.

Comix Factory ha detto...

Ciao Paolo,
grazie per la doverosa correzione. Spesso mi capita di tradurre di fretta e di commettere degli imperdonabili svarioni. Per fortuna che ci sono le persone che, come te, mi leggono e mi fanno anche da correttori di bozze. Adesso provvedo a correggere anche l'articolo. Grazie

Paolo ha detto...

Grazie a te per i tuoi approfondimenti.
Comunque a volte basta lasciarsi sfuggire una parola (come in questo caso un minuscolo IF) per cambiare completamente il senso di una frase.

Vorrei solo aggiungere che ho avuto la fortuna di lavorare in Pakistan (prima dell'11/09/2001) e anche adesso che lavoro in Malaysia ho dei colleghi pakistani molto simpatici e open-minded.
Vi sono purtroppo - a tutte le latitudini - appartenenti ad ogni religione, o etnia (la parola "razza" limitiamola magari ai cani) o credo politico che si barricano ottusamente entro i propri confini mentali e non lasciano spazio a pensieri divergenti o a influenze esterne.
Sono lieto che anche il fumetto - da sempre il mio media preferito - provi a scardinare queste barriere e spero che l'operazione di Ms. Marvel, sebbene dettata anche da regole commerciali, sia sostenuta dai lettori e anche dall'editore con team creativi all'altezza.

Comix Factory ha detto...

Paolo, la tua testimonianza è ancor più preziosa! Quello che è certo è che menti bigotte e chiuse sono presenti in ogni angolo del mondo. Basti pensare alle "sentinelle" che in questi giorni si stanno battendo nelle nostre piazze.

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