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COMIX FACTORY INTERVISTA RICCARDO ZANINI (DIÀBOLO EDIZIONI)


I primi titoli italiani pubblicati dalla
Diábolo Edizioni


Mega 187
Oggi vi propongo una intervista da me realizzata per il numero 187 della rivista Mega (andata in distribuzione nel canale delle fumetterie da una quindicina di giorni). L'intervistato di turno è Riccardo Zanini, nome che forse, per il momento, non vi dirà nulla che è artefice di una nuova, coraggiosa, avventura editoriale. Durante l'ultima edizione di Lucca Comics and Games, infatti, ha fatto il suo esordio sul suolo italiano la Diábolo Edizioni, filiale italiana di una piccola ma agguerrita casa editrice spagnola che molti consensi sta riscuotendo, grazie ad una politica editoriale fatta di un giusto mix di riproposta di classici e scoperta di nuovi autori, grandi apprezzamenti di pubblico e critica nella penisola Iberica. Vediamo, dunque, cosa c'è in serbo per il mercato nostrano...



Ciao Riccardo, benvenuto sul blog di Comix Factory. Prima di parlare di Diábolo Edizioni, della sua nascita, della decisione di approdare sul mercato italiano e dei suoi programmi e obiettivi, mi piacerebbe cominciare a parlare un po’ di te. Che ne diresti di presentarti ai nostri lettori? 

Ti ringrazio Stefano e saluto i lettori del blog. Sono Riccardo, sono nato appena in tempo per poter dire di essere degli anni settanta, la qual cosa mi sa molto di funk e punk, due parole che ben mi descrivono. Questa con Diábolo è la mia prima esperienza come editore di fumetti, fino ad ora ero stato "solo" un assiduo lettore, un appassionato e, in parte, uno studioso di questo linguaggio e delle sue potenzialità espressive, divulgative, informative. Ho infatti studiato scienze della comunicazione, specializzandomi in giornalismo, in particolare in edizione della fotografia e analisi dei contenuti grafici della stampa. Ho lavorato come ricercatore ad un progetto sulle rappresentazioni visive della diversità culturale e da sempre mi occupo anche di grafica editoriale; sono quindi approdato ai fumetti, dove ho trovato la perfetta sintesi fra la voglia di proporre contenuti interessanti –siano essi informativi, divulgativi o di intrattenimento– e la passione per presentare tali contenuti attraverso forme e linguaggi adatti: il fumetto è per me un territorio da esplorare nel quale perdersi e scoprirsi. 

Diábolo Edizioni ha fatto il suo debutto sul mercato italiano solo di recente, nel corso dell’ultima edizione di Lucca Comics & Games; non si tratta, però, di una casa editrice completamente nuova… mi racconteresti quando (e dove) e nata e la sua storia fino ad ora?

Infatti, siamo stati a Lucca Comics 2012 per presentarci ufficialmente in Italia, ma Diábolo Ediciones ha una traiettoria che dura da qualche anno e che in Spagna è ormai consolidata. 

Diábolo è, infatti, nata a Madrid nel 2006, frutto della passione di Lorenzo Pascual, il direttore editoriale. Lorenzo, che si era dedicato per anni all'insegnamento, decise di passare a giocare il suo ruolo di formatore ed educatore dalla scuola all'editoria e in particolare ai fumetti, di cui è un vero cultore. 

Come tutti i progetti editoriali indipendenti anche Diábolo ha iniziato dal basso, ricavandosi negli anni una posizione sempre più riconosciuta nel mondo del cómic iberico, sia dalla critica che dal pubblico. Nonostante siano stati e siano tuttora anni particolarmente difficili in Spagna, Diábolo è riuscita comunque a crescere nei consensi, arrivando a pubblicare autori importanti sia spagnoli (Fonollosa, Entrialgo, Raule e Roger, Corominas, Kim, Robledo e Toledano…) che internazionali (i francesi Bastien Vivès, Charles Masson, Merwan, ma anche classici americani come Steve Ditko, Alex Toth, Bernard Krigstein…) e a raggiungere una quota di mercato importante fra le realtà indipendenti. 


Marmocchi
il primo volume dell'avventura editoriale
italiana di Diábolo

Quali motivazioni ti hanno spinto a provare l’avventura editoriale italiana? E, al contrario, cosa ti ha spinto a trasferirti in Spagna?

Sono torinese e da due anni vivo tra l'Italia e la Spagna, paese che amo e frequento da molto tempo per motivi di studio, lavoro e… sentimentali! Ho conosciuto Lorenzo a Madrid un anno fa, quando gli proposi le strisce di Lorena Canottiere che sono ora raccolte nel volume Marmocchi. Il progetto gli piacque subito moltissimo e lo volle pubblicare in Spagna, affidandomi l'edizione; lavorando al libro, Lorenzo ed io abbiamo avuto l’opportunità di conoscerci, così abbiamo pensato che potevamo essere noi stessi a proporre le strisce di Lorena, ancora inedite, in Italia. È nata così, anche sull'onda della sua esperienza negli Stati Uniti dove già da tre anni Diábolo distribuisce alcuni dei suoi titoli tradotti in inglese, l'idea di pubblicare titoli in italiano. Ho lavorato durante tutto il 2012 per mettere a punto Diábolo Edizioni, una realtà editoriale senza dubbio legata al catalogo e all'esperienza spagnola, ma che fin da subito ho voluto avesse una sua identità definita, specifica per il contesto italiano e insieme operazione culturale "ponte" fra i due paesi e più in generale nel panorama del fumetto d'autore europeo e internazionale. 

Dai telegiornali italiani della Spagna arrivano notizie di una nazione in crisi, reduce da un falso Boom e incapace, o quasi, di risollevarsi e ritagliarsi uno spazio prestigioso nell’Europa della Banche. Da testimone diretto che cosa ci puoi raccontare della situazione socio-politica in Spagna? Che ripercussioni ha creato sul mercato del fumetto? 

Una domanda molto importante, grazie. Spesso infatti nel mondo editoriale e del fumetto in particolare ci si concentra troppo sulle dinamiche della produzione, dimenticandoci (o volendo non pensare) che lo facciamo in contesti sociali e culturali che danno significato al nostro lavoro, che ne vengono influenzati e su cui abbiamo, come operatori culturali, delle responsabilità. 

Negli ultimi anni in particolare il panorama è particolarmente difficile e le difficoltà economiche si trasformano purtroppo in sofferenza sociale e spesso in impoverimento culturale. Credo che sia quindi importantissimo mantenere vivo il dibattito culturale, il confronto, lo scambio e la circolazione di idee, autori, opere, per conoscerci sempre meglio in questa Europa burocratica che dovremmo impegnarci di più a far diventare l'Europa delle persone. 

Diábolo Edizioni è nata anche in questa prospettiva. La Spagna è senz'altro in grande difficoltà. Come dicevo prima Diábolo è nata nel 2006, in un periodo molto positivo per il paese, una ricchezza che però si è scoperto di colpo (non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere…) essere fatta di tanti errori e illusioni. I telegiornali d'altra parte mostrano solo una faccia della realtà, e in Italia in particolare fa comodo raccontare di un vicino "più in crisi di noi" per scaricare su altri il fantasma del fallimento. La Spagna, dicevo, è in difficoltà, ma ha anche tanta voglia di far bene, di trovare nuove strade da percorrere, sulla base di modelli diversi che tengano conto degli errori per non ripeterli; c'è fermento e passione in tutti gli ambiti, dalla partecipazione democratica e politica alla cultura. Un paese impoverito nelle tasche, ma non certo nella creatività. 

Anche il cómic, il fumetto spagnolo, vive un momento complicato. Le vendite sono in flessione, nonostante sia il segmento che meglio resiste nel panorama editoriale: mai come ora è il momento di lavorare bene e con il massimo impegno, intercettando con attenzione e sensibilità i cambiamenti in corso. 

Diábolo Edizioni non è la prima casa editrice spagnola a pubblicare anche in Italia. Fino a poco più di un anno fa, infatti, il nostro mercato registrava la presenza della Planeta DeAgostini Comics: Quella del colosso editoriale iberico è un’avventura che, con il senno di poi, non posso giudicare completamente positiva. In che cosa si differenzierà il vostro approccio?

I grandi gruppi editoriali sono forse quelli che più risentono delle difficoltà del momento. La cosa sembra paradossale, ma non lo è. Si tratta infatti di strutture cresciute molto negli anni "delle vacche grasse", che hanno costi di gestione altissimi e politiche editoriali "aggressive", grazie alla grande capacità di acquisto e di riempire il mercato con prodotti sempre nuovi, con livelli qualitativi non sempre altissimi. 

Diábolo gioca in un altro campionato: quello in cui realtà più piccole, più o meno indipendenti, legate alla passione di autori ed editori, cercano di sopravvivere e crescere nonostante le difficoltà percorrendo nuove strade, facendo ricerca, scoprendo nuove strategie commerciali legate al web, alle fiere di settore, agli eventi culturali, sperimentando con il linguaggio e dando spazio agli autori, vecchi e nuovi. Un approccio all'insegna della qualità più che della quantità. 

Due strisce tratte dal volume "Marmocchi"
Cliccate sull'immagine per ingrandirla

Secondo te quali sono le affinità tra il mercato italiano e quello spagnolo? E quali sono le principali differenze? 

Sia la Spagna che l'Italia hanno una tradizione del fumetto importante e di lunga data. Se poi pensiamo anche alla historieta argentina e a maestri come Hugo Pratt, Francisco Solano López, Alberto ed Enrique Breccia, immediatamente capiamo come queste tradizioni siano storicamente legate e condividano molti elementi. 

Praticamente tutti i grandi del fumetto italiano (Pratt appunto, ma anche Toppi, Magnus, Manara, Crepax, Giardino, Tamburini…) sono tradotti e noti in Spagna, dei veri e propri riferimenti. 

Al contrario la scuola spagnola è meno nota in Italia, sicuramente per motivi storici legati legati alla dittatura franchista e al suo isolamento culturale, e solo negli ultimi anni si stanno scoprendo autori iberici classici, come Miguelanxo Prado, o nuovi, come David Rubín o il fenomeno Paco Roca. 

Il mercato del cómic spagnolo, pur non avendone le dimensioni, è in parte simile a quello francese: la fumetteria è un riferimento per l'appassionato di manga e super eroi, come in Italia, ma vi hanno grande spazio anche gli autori nazionali ed europei; nei centri commerciali si dedica ampie superfici alla nona arte, che forse è meno presente nella libreria tradizionale, settore in cui invece in Italia il fumetto sta trovando nuova vita. L'edicola non è invece un canale di distribuzione per il fumetto spagnolo, o almeno non lo è più dagli anni novanta e dalla crisi delle riviste; un fenomeno come gli album Bonelli è del tutto italiano. In entrambi i paesi noto però un'attenzione crescente attorno all'arte delle nuvolette, ai suoi autori e alle sue proposte culturali: certamente i libri e gli album, ma anche gli eventi e i dibattiti, ad essa collegati. Un'attenzione che si esprime in grandissima parte sul web e attraverso i social media nei nuovi supporti multimedia, e che si nutre di intrecci crossmediali tra cinema, televisione, apps, videogiochi ecc… 

Miao di Jose Fonollosa


Mi parleresti dei volumi di esordio della Diabolo Edizioni?

In Italia abbiamo al momento tre titoli in catalogo. Marmocchi, di Lorena Canottiere, è forse il più rappresentativo del progetto editoriale Diábolo Edizioni: proposto in un primo momento in Spagna, è stato poi pubblicato contemporaneamente in castigliano e in italiano. Le strisce di Lorena, pubblicate prima sul suo blog Ça pousse e poi sulla rivista ANIMALs di Laura Scarpa (che in tantissimi leggevamo e il cui ritorno aspettiamo con trepidazione), si presentano raccolte in volume in Marmocchi, con tutta la loro spontaneità e simpatia. Quello di Lorena si può in parte considerare graphic journalism, dal momento che le sue strisce sono la esatta trasposizione grafica di frasi, battute, esternazioni pungenti effettivamente pronunciate dai bambini che ha intorno, a partire da suo figlio. Uno sguardo ingenuo ma estremamente lucido, capace di rivolgersi direttamente agli adulti per smascherarne rigidità e contraddizioni. 


un simpatico estratto da Miao
di Jose Fonollosa
(cliccare sull'immagine per ingrandirla)

Miao, di José Fonollosa, è tra i libri più venduti di Diábolo in Spagna e negli Stati Uniti. Ormai alla quarta ristampa, le quotidiane disavventure domestiche che l'auotre vive con le sue gatte Rufa e Belfi sono raccontate con ironia, un tratto divertente e allegro, ma soprattutto con grande sensibilità e rispetto per gli animali. Sia Miao che Marmocchi sono volumi di strisce nate come blog e web-comics: un formato, la striscia umoristica, che in Spagna gode di grande successo e che Diábolo vuole proporre anche in Italia per ritrovare il filo perduto di una tradizione orfana di giornali e riviste che tradizionalmente dedicavano spazio a questo formato. Il web ha in parte riempito questo vuoto, ma crediamo che il formato libro sia importante per dare visibilità e una nuova veste ai progetti migliori per i lettori che non frequentano abitualmente la blogosfera. 

Infine La macelleria, piccolo grande capolavoro di Bastien Vivès, autore che non ha certo bisogno di presentazione. Anche in Italia questo enfant prodige della bande dessinée francese, premiatissimo in tutta Europa, ha un pubblico di lettori che lo seguono con passione. Sebbene i suoi titoli più noti siano pubblicati in Italia, sono molti i suoi progetti a non aver avuto ancora spazio. Diábolo pubblica in Spagna tutta l'opera di Vivès, ecco perché abbiamo pensato di proporre questo suo gioiellino: un libro minimale, straziante ed estremamente potente, sull'amarezza che ha talvolta l'amore e sulla fragilità delle relazioni sentimentali, che cattura alla prima lettura perché richiama emozioni che tutti abbiamo provato. 

Qual è il programma editoriale italiano per l’anno che verrà? A pieno regime quanti volumi contate di pubblicare ogni anno? 

Non abbiamo un piano editoriale strutturato e rigido, ma vogliamo procedere con attenzione, valutando titolo per titolo sulla base delle potenzialità commerciali, dell'affinità culturale o dell'urgenza intellettuale dei singoli progetti. Siamo appena arrivati in Italia e vogliamo fare le cose con calma, bene e imparando da chi ha più esperienza di noi in questo paese tanto stimolante quanto contraddittorio. Come dicevo proseguiremo con le strisce, ma anche con gli autori europei e la graphic novel contemporanea, così come con la riscoperta di alcuni classici: non ci piacciono le etichette di genere e vogliamo dare spazio a quello che più ci piace, a quello che riteniamo più importante, ma soprattutto a quello che speriamo piaccia e interessi i tanti lettori di fumetti italiani, fiduciosi che saranno sempre di più, anche grazie alla nostra iniziativa!


La Macelleria
di Bastien Vivès

1 commento:

L'Acuto Osservatore ha detto...

Non so se prevedono "oldies but goldies", ma vi prego, vi supplico: (ri)pubblicate finalmente in maniera decente Mortadelo y Filemon, capolavorissimo da noi sempre maltrattato!

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