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ERIC STEPHENSON: "GLI AUTORI SI STANNO RENDENDO CONTO CHE ALLA IMAGE POSSONO REALIZZARE I PROGETTI AI QUALI SOGNANO DI LAVORARE"


Alcuni degli annunci più eclatanti compiuti nel corso
di Image Expo (immagine realizzata da ComicsAlliance


Terza edizione per la Image Expo, convention fumettistica dedicata esclusivamente agli autori e alle produzioni della casa editrice fondata oltre vent'anni fa da Todd McFarlane, Erik Larsen, Rob Liefeld e soci; testimonianza del crescente successo e dell'interesse che la Image sta riscuotendo, grazie soprattutto alla guida illuminata di Eric Stephenson che, più di altri, ha saputo percepire le indicazioni del mercato e degli autori (e le mancanze degli altri editori) indirizzandole verso la produzione della casa editrice; una produzione che, già al centro dell'attenzione per via dell'enorme successo mediatico di The Walking Dead, ha conquistato l'interesse dei lettori e della stampa specializzata e non, rendendo di fatto la casa editrice la terza forza del mercato. In occasione della terza edizione della Image Expo il sito internet Multiversity.com ha realizzato un'intervista esclusiva a Stephenson, intervista della quale vi propongo qualche stralcio.

Ricordo la prima volta che ti ho intervistato, era nel 2011. Mi dicesti che la Image aveva intenzione di far crescere le sue quote di mercato catturando l'attenzione di quei lettori che erano ormai stanchi di grandi eventi e di morti di personaggi e degli ormai consueti trucchi da baraccone con i quali le altre case editrici tentavano di conquistare l'attenzione del pubblico. Da allora sono trascorsi tre anni e mezzo e la Image ha più che raddoppiato la sua quota di venduto in un mercato che sta vivendo un boom prolungato, con molti lettori e rivenditori che stanno dirottando il denaro dei loro investimenti non solo verso le produzioni Image, ma anche verso quelle delle case editrici che ne hanno seguito l'insegnamento. Cosa ne pensi dello stato attuale della Image e più in generale di quello dell'industria, e cosa ne pensi del movimento che sta conducendo a una sempre maggiore produzione di fumetti creator-driven? In che direzione va questo movimento e continuerà a crescere?
Eric Stephenson: Odio il termine "creator-driven" e non credo che i creatori dovrebbero accettare questo genere di stronzate. Come ho fatto notare nel mio discorso introduttivo, si tratta di un termine che fu coniato dalla nostra concorrenza per screditare l'importanza dei fumetti Creator-Owned. Tempo fa mi sono seduto ad una conferenza tenutasi durante la ComicsPRO e c'erano queste persone che parlavano e che dicevano che ormai nessuno si cura più dei fumetti creator-owned perché c'è sempre più interesse per i fumetti creator-driven, che è divertente perché in questo caso viene da chiedersi come mai così tante case editrici cercano di emulare il nostro approccio. Credo che sia abbastanza evidente che la gente si stia annoiando di tutta l'enfasi che viene messa su cose come le rinumerazioni o il ripescaggio di personaggi di serie televisive anni '80, l'uccisione di alcuni personaggi e tutto quel genere di cose, e lo dimostra quanto poco impatto tutte queste iniziative producano nel lungo termine. Alcune di questi marchingegni continuano a funzionare? Certo, ma i picchi sono sempre meno alti e gli effetti sono sempre più smorzati. E a dimostrare il mio punto di vista ci sono i numeri. 
Nel parlare del rapporto tra fumetti creator-owned/driven hai affermato che ci sono molti editori che vi stanno emulando. L'Image ha dimostrato la validità del fidarsi degli autori  di qualità dando loro la possibilità di realizzare le storie che desiderano, e case editrici come Dark Horse e BOOM! hanno sposato più che mai questa causa. Questo vuol dire che la Image ha mostrato la via per cambiare il mercato? 
ES: il fatto è che non tutti hanno abbracciato completamente la causa della creator-ownership. Quando assistiamo a un Editore che concede ai creatori il 50% della proprietà di una serie, non si tratta di una pubblicazione creator-owner. Magari si può parlare di creator-sharing, ma a meno che non si controlli al 100% la propria creazione, che è quello che accade alla Image, non è la stessa cosa. Al di là di questo, yeah, il fatto che altre case editrici stanno guardando a cosa abbiamo fatto e stanno provando a immaginare come questo nostro lavoro potrebbe funzionare anche per loro è gratificante. E' come affermò Erik Larsen quando la Marvel lanciò la Icon: lui e gli altri membri fondatori della Image avevano ragione. La Marvel non avrebbe mai lanciato un'etichetta come la Icon se la Image non fosse esistita, e se me lo chiedete, be' si tratta di una cosa per la quale Erik, Todd, Marc, Valentino, Rob e Jim possono davvero andare fieri. Se c'è più che concentrarsi sugli autori, non può che essere una buona cosa. 
Con il crescente successo che sta caratterizzando gli ultimi anni della Image, stiamo assistendo a un sempre maggior numero di scrittori e disegnatori che iniziano a collaborare con voi. Negli annunci fatti oggi, sono emersi i nomi di gente come Jeff Lemire, Dustin Nguyen, Sean Murphy, Ray Fawkes, John Arcudi e James Harren, tutti autori per la prima volta al lavoro su un titolo Image. Quali credi siano stati i principali motivi che li hanno condotti a collaborare con la Image? 
ES: Credo che gli autori guardino a cosa stiano facendo persone come Fiona e Brian su un titolo come Saga, o a cosa stanno realizzando Matt e Chip su Sex Criminals, o al tipo di lavoro che Kelly Sue e Emma stanno compiendo su Pretty Deadly, e capiscono che le idee che davvero li emozionano, i progetti per i quali vorrebbero svegliarsi al mattino per mettercisi subito al lavoro perché ci si sentono completamente coinvolti, sia attualmente possibile realizzarli solo se lavorano in proprio. Penso specialmente a Sex Criminals o Chew, idee che non sarebbero mai potute essere riversate nel materiale prodotto su ingaggio. Penso che gli scrittori e gli artisti si stiano rendendo conto del fatto che anche se si possono divertire nel realizzare storie dei supereroi con i quali sono cresciuti, quello che davvero vogliono realizzare è  fare qualcosa che sia loro al 100%, questo è il posto in cui una simile aspirazione è realizzabile. E, meglio ancora, dove nessuno può interferire col le loro idee. [...] E inoltre, la cosa funziona un po' così: più persone cominciano a collaborare con noi, più persone cominciano a parlarne con i loro amici e allora non è più un caso che mi arrivino telefonate o e-mail da autori con un loro progetto e interessati a realizzarlo con noi.
Al di là del successo riscosso all'ultima Image Expo, alcuni commentatori hanno mosso delle critiche abbastanza dure sul fatto che sul palco sono intervenuti prevalentemente autori di sesso maschile. Un po' come se in qualche modo discriminaste la diversità di genere/razza. Cosa ha in comune questa nuova ondata di titoli? 
ES: Idee brillanti e originali. Non abbiamo alcuna quota per sesso/razza qui alla Image. Non assumiamo nessuno per via della razza, né per lo stesso motivo discriminiamo nessuno. [...]I nuovi progetti che abbiamo annunciato questa settimana hanno le caratteristiche che ho riassunto prima: si basano su idee  brillanti e originali. [...] C'è però una cosa da aggiungere: la Image ha ottenuto otto nomination agli Eisner Awards per lavoro svolto da donne, più di qualsiasi altro editore. Stiamo pubblicando un numero crescente di opere realizzate da autrici, il che è dovuto in gran parte a quello che ripeto da tempo in interviste come questa, cioè che ci piacerebbe produrre più opere realizzate da donne. Non si tratta di un processo che si realizza da un giorno all'altro, ma insinuare che noi siamo parte di un problema al quale stiamo attivamente lavorando per avere una industria più inclusiva è un po' controproducente. 
Con l'incredibile crescita fatta registrare nel 2014 sia per quanto riguarda le vendite che nell'opinione diffusa della qualità delle vostre proposte (riconoscimento che giunge in particolare dai premi Eisner) e con gli annunci fatti oggi che fanno davvero sperare in un futuro molto promettente, possiamo affermare con tranquillità che la Image non è mai raggiunto un picco elevato come questo sin dalla sua creazione? Questo cambia il tuo approccio a come trovi nuove serie e a cosa cerchi quando devi pubblicare un nuovo titolo? 
ES: Per certi versi, sì. [...] Ma tutto sommato, a me basta che ognuno faccia del suo meglio. [...]

E visto che nel corso dell'intervista sono state più volte citate le (eclatanti) novità annunciate nel corso della Image Expo, ecco una rapida carrellata.

T O K Y O    G H O S T 
di Rick Remender, Sean Gordon Murphy, Matt Hollingsworth

Tokyo Ghost

"Tokyo Ghost da il benvenuto ai lettori sull'isola di New Los Angeles.2189. L'umanità non è divenuta nient'altro che un oceano di consumatori. Lupi affamati e senza cibo. Ammalati a causa della contaminazione tossica. Necessitano di farsi prestare, elemosinare e rubare i fondi per poter comprare. Comprare. Comprare la prossima iniezione digitale. Provare un'emozione, una distrazione dalla realtà. E' l'unica ragione rimasta per vivere. La droga di cui tutti hanno bisogno. E i gangster ne hanno il monopolio. Ma chi si occupa di consegnare questi gangster alla giustizia? Led Dent e Debbie Decay. Poliziotti. Un modo carino per definirli sarebbe "brutali macchine omicide". Al duo sta per essere assegnato un incarico che li obbligherà a uscire dalla decadente LA per recarsi nella misteriosa nazione perduta di Tokyo."

R U M B L E
di John Arcudi e James Harren

Rumble
I N T E R S E C T
di Ray Fawkes

Intersect
S O U T H E R N   C R O S S
di Becky Cloonan e Andy Belanger

Southern Cross

D E S C E N D E R
di Jeff Lemire e Dustin Nguyen


Descender
T O O T H   &   C L A W L 
di Kurt Busiek, Ben Dewey, Jordi Bellaire e Comicraft

Tooth & Clawl

I N J E C T I O N
di Warren Ellis, Declan Shalvey e Jordie Bellaire


Injection

Dal team creativo di Moon Knight.





2 commenti:

Orologiaio Frustrato ha detto...

I primi numeri Image li leggo quasi tutti sulla fiducia - magari guardo prima i disegni, perchè alcuni proprio non mi prendono per niente e non mi invogliano alla lettura, ma tendenzialmente la produzione image, soprattutto su mini/maxi serie, è sempre di qualità.

Comunque il fatto solo che per me "image=qualità" vuol dire tanto per il lavoro svolto negli anni, laddove venti anni fa image=ragazzini e trame deboli.

CREPASCOLO ha detto...

Caro Eric, ho letto la sintesi dei concepts di alcune delle nuove proposte Image in rete e mi pare che i vs autori si siano tuffati nel pozzo delle acque crepascolari - non sono sulle mappe, ma non sono tanto lontani dai pozzi di Lazzaro nelle storie di Bats - cosa che ha incollato un sorriso da Joker sul mio muso scaleno, ma mi permetto di ricordarti che è stata la Dark Horse delle origini ha liberare dai ceppi la creatività dei vari Miller, Mignola, Byrne e compagni. La Casa del Cavallo Nero ha saputo nel tempo sposare cose come Sin City e Hellboy allo sfruttamento di licenze multimediali come Star Wars, Predator, Aliens e 007, diventando, per parecchio tempo, la terza forza di un mercato in cui fino a quel momento, se non consideriamo le briciole, era tutto nelle mani dei ns amati picchiatelli in costume delle due Big Guns. Naturalmente si tratta solo di storia recente. La EC Comics di Gaines jr è stato il primo publisher a ragionare in termini di maggior rispetto per gli artisti ( e sappiamo quale contrattacco è stato scatenato attraverso The Seduction of The Innocent ) e Eisner un pioniere tra coloro che ottennero di mantenere il controllo sul loro personaggio.
La Image di oggi è una bella realtà, ma non è stata la prima a muoversi in una determinata direzione. Speriamo che continui ad indicare la strada.

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