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HOWARD CHAYKIN: "REALIZZAI BLACK KISS CON L'UNICO INTENTO DI PRODURRE QUALCOSA DI ESECRABILE E OFFENSIVO..."


Black Kiss


Pochi giorni, grazie alla meritoria Magic Press, è tornato a essere disponibile sul mercato italiano Black Kiss di Howard Chaykin, uno dei fumetti più importanti tra quelli pubblicati negli USA a cavallo tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Pubblicato originariamente sotto forma di una maxi-serie di 12 numeri per la defunta Vortex Comics, Black Kiss è un thriller dalle tinte fosche e dagli espliciti contenuti sessuali, al punto che ogni numero fu distribuito confezionato all'interno di una busta nera per evitare che qualche "malcapitato" minorenne potesse scorgerne i contenuti e suscitare un putiferio. Le vicende narrate in Black Kiss ruotano intorno a Cass Pollack, un musicista eroinomane di Los Angeles in fuga dalla legge e dalla mafia dopo essere stato incastrato per il brutale omicidio della moglie e del figlio. Alla ricerca disperata di un alibi cade nella rete di una prostituta transessuale e della sua amante, queste si propongono di aiutarlo a patto che le aiuti a recuperare un film porno inspiegabilmente custodito negli archivi del Vaticano...

Black Kiss
Copertina della recente ristampa
pubblicata dalla Magic Press

Chaykin, in occasione della ristampa di Black Kiss pubblicata negli USA dalla Dynamite Entertainment, ha rilasciato una interessante intervista a Comic Book Resources, intervista di cui, naturalmente, vi riporto qualche stralcio.


"Black Kiss fu realizzata in un'epoca durante la quale si parlava molto seriamente del tentativo di creare un sistema di regolamentazione inerente i contenuti dei fumetti, fu allora che decisi che avrei realizzato una serie esecrabile e offensiva... e divertente. Ancora adesso sento che Black Kiss abbia sostanzialmente un tono fumettististico - nero, ma divertente. Mi tutelai da quello che percepivo come un serio rischio, temevo davvero che  nessuno avrebbe voluto acquistare una serie come quella, decidendo di non percepire alcun anticipo sulle royalties. Fino a oggi, Black Kiss ha continuato ininterrottamente a ripagarmi. Con tutta probabilità, è stata la serie per la quale, considerando un calcolo fatto a pagina, ho guadagnato di più".

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"Penso che una delle cose che ho fatto nel corso della mia carriera è stata quella di mettere insieme un sacco di materiale appartenente a generi differenti, mescolandoli e vedendo cosa eventualmente ne veniva fuori. Fa parte del mio Modus Operandi... adoro lanciare un sacco di merda sul muro per vedere cosa vi resta appiccicato. A tal riguardo penso che Black Kiss abbia rappresentato un'opportunità per fare questo tipo di esercizio in bianco e nero. Non dovete sopravvalutare il fatto che io abbia realizzato una serie di questo tipo in bianco e nero".

Con Pollack, Chaykin ha creato un protagonista che gli consentisse di rendere omaggio a tutti i creatori di storie noir che ne hanno influenzato la carriera
"credo che ci sia una grande tradizione per questo tipo di opere già prima che io realizzassi questa storia - se pensate a I 39 scalini di John Buchan o quasi tutta la produzione di Alfred Hitchcock - basti pensare a tutte le storie nelle quali un uomo comune  viene accidentalmente catapultato in qualcosa più grande di lui e deve lottare per salvarsi la vita. L'unico modo per farcela è risolvere i problemi che gli si pongono davanti. Tra questo tipo di opere quella che preferisco è quella di Alan Furst. Si tratta di un romanziere che ha dedicato quasi la totalità della sua produzione a raccontare le vicende di uomini e donne comuni alle prese con gli eventi che hanno sconvolto l'Europa tra il 1939 e il 1940. Questo è quello che, per sommi capi, vuole essere Black Kiss".

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Oltre all'omaggio ai grandi autori del genere, Chaykin riversò nelle vicende di Black Kiss parte delle sue vicende personali. "L'ambientazione Californiana è un'altra delle grandi sfide. Vivevo in California da quattro anni quando realizzai la serie, e si trattò della prima cosa alla quale lavorai riversando tutta la incredibile paranoia che nutrivo per Los Angeles. Sono cresciuto a New York, città che lasciai  nel 1985 senza troppe aspettative. Credevo che sarei tornato sui miei passi entro un paio di anni. Non avevo pianificato di rimanere in California e il mio trasferimento era per me poco più di un esperimento, ma adesso sto lì dal 1985, il che vorrà pur dire qualcosa. Ma devo dire che a New York non ho mai provato il tipo di paranoia che avvertivo a Los Angeles. Mai. E' una sensibilità completamente differente. Penso che la paranoia sia uno degli elementi di Black Kiss. Sono cresciuto leggendo [Raymond] Chandler, e quando leggi Chandler percepisci davvero il senso di come è stata Los Angeles durante il decennio intercorso tra gli anni '30 e gli anni '40, e non credo che durante gli anni '80 sia cambiata poi tanto. Non è davvero una città notturna. Gli affari sono affari che si svolgono durante la giornata, ma è stranamente raccapricciante. Si prova solo un po' di sconforto rispetto a quello che rimane di questa città  oggi".


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1 commento:

paolo papa ha detto...

interessantissimo post.

mille grazie

paolo papa

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