FUMETTERIE USA: "MARVEL E DC DOVREBBERO EVITARE DI PUBBLICARE TITOLI GIA' DESTINATI ALLA CHIUSURA"
Vibe uno dei lanci più controversi della nuova ondata di titoli del New 52 |
Brian Hibbs, proprietario, sin dal 1989, di una fumetteria a San Francisco e tra i fondatori dell'Organizzazione professionale delle Fumetterie Statunitensi, sulle pagine di Comic Book Resources fornisce una bella disamina sulla crisi (creativa e di vendite) che sta attualmente attanagliando il mercato dei comics d'oltreoceano.
"Ciò di cui adesso abbiamo bisogno sono mani salde al timone delle "Big Two", mani capaci di guidare le rotte delle loro imbarcazioni lontane dalle secche dell'irrilevanza che stanno percorrendo di questi tempi e attraverso il vero valore dei loro rispettivi universi. Un ricorso minore alla continuity, o un suo alleggerimento, a parer mio, potrebbe rappresentare una strada per uscire dalla crisi - entrambe le case editrici dovrebbero immediatamente cancellare tutte quelle serie che raccolgono ordini inferiori alle 10 copie per negozio; ho il sospetto che questa media sia intorno alla trentesima posizione della classifica di vendite stilata dalla Diamond.
Successivamente, dovrebbero smetterla di lanciare sul mercato titoli che sono già chiaramente perdenti sulla carta (cioè, destinati alla chiusura prima ancora di arrivare sugli scaffali delle fumetterie). Le possibilità, tanto per citarne uno, di Vibe, una tra le ultime serie annunciate dalla DC Comics, di arrivare al numero 13 mi sembra che siano tra il poco e il nulla - è difficile descrivere uno scenario nel quale si lanciano serie il cui numero uno vende circa trentamila copie per scendere a ventimila prima che esca il quarto numero. Perché si fa una cosa del genere? Perché sprecare risorse creative, editoriali, distributive e, perché no, commerciali per pubblicare un titolo che il mercato, statistiche alla mano, rigetta prima ancora che arrivi nei negozi?"
Come dargli torto? In un mercato in crisi (di idee e di vendite) l'unica risposta che apparentemente sono in grado di fornire le Big Two è quella di una opulenza produttiva (e di una intersezione tra le serie) che sembra scoraggiare molti lettori. Dall'esterno sembra che Marvel e DC siano più interessate a impegnarsi in una guerra di posizione occupando spazio sugli scaffali delle fumetterie a scapito dell'eterno rivale che non a racimolare nuovi lettori, convincendoli della qualità delle loro proposte. Una situazione, tutto sommato, che non mi sembra molto distante da quella attuale del mercato italiano che, infatti, a scapito della ricchezza dell'offerta a mio avviso sta affrontando una preoccupante contrazione delle vendite (soprattutto dei manga).
7 commenti:
10 serie che vendono 10 fanno 100 di fatturato.
15 che vendono 8 fanno 120.
20 che vengono 7 fanno 140.
etc...
il Dio è il fatturato, non la programmazione.
l'obiettivo è vincere subito, o almeno ADESSO, non creare qualcosa. Poi... se ci sono problemi, è colpa dell'arbitro, nel calcio, del mercato e delle fumetterie nel nostro mondo.
Bel pezzo, al solito :)
quanta verità...
e, unito a questo, abolirei quella croce che sono la copertine variant...
Confesso che, quando ho letto di Vibe, sono rimasto perplesso anch'io che non ho ancora finito di piangere le mie lacrime per il due picche di mamma DC - prima del reboot 2011 - a Morrison che stava meditando un rilancio degli Inferior Five ( secondo me ci sta pensando dal 1990 quando li ha infilati nel " suo " Aninmal Man ). Naturalmente nelle manine giuste anche il concept di un tamarro anni ottantissima che terremota il mondo può portare lontano. Un Elseworld, per esempio, in cui Vibe si interroga sull'avvenuto Big One, convinto di averlo provocato dopo una notte di bisboccia con i Reduci della Lega di Detroit ed un sonno particolarmente agitato ( " cosa fareste se vi svegliaste in mezzo ad un buco che porta fino all'inferno, realizzando che forse non era il caso di mangiare tutto quel chili ieri sera ? " : potrebbe esser la versione DC di quella vignetta ricorrente della Settimana Enigmistica intitolata Io Lo Odio Il Lunedì ).
Oppure una versione fantasy pre teoria delle stringhe: Vibe entra in risonanza con la Grande Valle della Musica Assoluta e diventa il Maestro Compositore ovvero Ultimate Peacemaker di una combo di Skartaris e Woodstock.
A me non dispiacerebbe nemmeno un Vibe che , dopo esssere stato morso da un Vext radioattivo ( per trovare l'escamotage che giustifichi il dio della sfiga in modalità berserker ci vuole quanto meno un Giffen alticcio ) , dichiara guerra all'ultima incarnaz dell'Uomo Tatuato ( Crisi Finale ) provocando un esaurimento nervoso ai disegni incisi nell'epidermide del suo antagonista. Dubito però che venderebbe come la JLA di Johns /Lee. Pazienza.
Buongiorno.
Avevo letto il pezzo per intero su CBR, ed è piuttosto articolato.
L'articolo si conclude con una frase che riporto interamente:
"As a store, I'm looking for more comics that have potential to reach triple digits in sales; I need no more titles that have only single digits. The former leads to prosperity, the latter to barely breaking even.
I know which direction we should be heading."
I fumetti che leggo (Vertigo/Image/Topshelf...) secondo la logica di Hibbs, non dovrebbero neppure esistere. E' noto che il venduto non fa la qualità di un opera (e noi che siamo il paese dei "cinepanettoni" dovremmo saperlo bene), eppure io, come lettore, vorrei trovare sul mercato materiale che rispecchia i miei gusti, altrimenti non compro nulla.
Faccio parte di una minoranza, eppure quella minoranza può portare profitti, limitati, a degli editori.
Stando ad Hibbs, io ed i miei gusti non avremo alcun diritto di essere rappresentati commercialmente e ciò è strano perché poche righe sopra ha tessuto l'elogio di "Saga" di Vaughan (perché vende bene).
Detto questo concordo con il fatto che ci siano troppe testate, da parte di tutti, anche della Image: ci vorrebbero meno proposte e più selezione sulla qualità narrativa (ma con gente come DiDio parlare di qualità narrativa è un ossimoro).
E poi francamente 2 testate su Superman e 2 su Batman: non è ridondante? Eppure lo so che vendono tutte.
Penso che la DC (non seguo la Marvel quindi preferisco non parlarne) si stia adattando al mercato: i tempi dei grossi guadagni sono finiti e sta incominciando a lottare con quelle che vengono chiamate etichette indipendenti, rosicchiando bassi margini di guadagno ovunque possibile, quindi producendo di più con piccoli introiti con una costellazioni di pubblicazioni minori.
Sta saturando il mercato.
Funzionerà questa logica?
Basta aspettare qualche anno e vedremo.
Comunque signor Perullo complimenti come sempre per riportare e tradurre materiale interessante
NOTE A MARGINE
Ciò che personalmente non sopporto dell'industria dei comics americani (oltre al formato di 24 pagine: uno story arc per finirlo devi aspettare anche 5-6 mesi e questo spesso può essere frustrante), sono le variant ed i cross-over/tie-in: decisamente troppi.
purtroppo sono un po' di fretta e ti risponderò (per ora) in maniera lapidaria: il problema è che stando allo stato attuale, grazie a gente come Dan Didio, la Vertigo non esiste più e non credo che tu ti senta davvero rappresentato dall'attuale zombie (in linea con il trend) che è la vertigo
Signor Perullo mi creda, sono tristemente consapevole dello stato in cui versa la Vertigo (anche se, stando alle dichiarazioni ufficiose di Jeff Lemire, ci sarebbe molto in preparazione, una sorta di rilancio... intanto Collider non è presente neppure nelle sollecitazioni di Febbraio); tuttavia io nello specifico mi riferivo alle vendite: Scalped verso la fine aveva un veduto al disotto delle 6000 copie (mi pare), secondo l'articolo di Hibbs questa serie non avrebbe dovuto vedere neppure il numero 10. Sarebbe stato un peccato perché Scalped è un opera che, dal mio punto di vista, ha arricchito tutto il panorama fumettistisco.
Sono d'accordo con lei, ma va detto che lo sfogo di Hibbs è rivolto prevalentemente contro la proliferazione di testate supereroistiche. Nella mia interpretazione vado un po' al di llà delle parole di Hibbs; immettere sul mercato 52 testate con uomini in calzamaglia (facendo riferimento ad un solo universo narrativo) significa chiudere gli spazi anche alle testate Vertigo. Se il nuovo universo DC (uso la DC come esempio, ma la Marvel non è differente) fosse costituito da 25 testate, la gente potrebbe comprare di più e meglio e gari conservrsi qualche soldino per il fumetto vertigo (che dati alla mano vende molto bene grazie alle successive raccolte in volume)
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