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I CINQUE EVENTI CHE POTREBBERO RIVOLUZIONARE IL COMICDOM STATUNITENSE NEL 2012


una affollata manifestazione del fumetto


Qualche giorno fa vi ho riportato alcune dichiarazioni di Mark Millar (le trovate QUI) secondo le quali nei prossimi dodici mesi il mondo del fumetto statunitense sarebbe stato stravolto da una rivoluzione. Che si tratti di una cassandra, di affermazioni esagerate o di una previsione assolutamente azzeccata solo il tempo saprà dircelo, nel frattempo, però, il sempre puntuale Rich Johnston di Bleeding Cool ha provato a mettere nero su bianco i cinque punti nodali che potrebbero spingere il mercato del fumetto verso la paventata rivoluzione. Vediamoli!

1. Il crollo della Diamond (*)

Non è un segreto che Steve Geppi, unico proprietario della Diamond Comic Distributors e Diamond Book Distributors, sia molto indebitato. La totalità del suo patrimonio è stata valutata intorno al milione di dollari, mentre il valore della Diamond è stimato ben al di sopra di questa cifra, questo significa che gran parte dei debiti gravano sul suo patrimonio personale - e sulla compagnia. Mese dopo mese le vendite effettuate attraverso i canali distributivi della Diamond diminuiscono, mentre le case editrici sfruttano altri canali per vendere le raccolte in volume delle loro serie. Il New 52 ha aiutato a invertire questa tendenza, ma nel lungo periodo che effetti produrrà? La messa a punto di una piattaforma di vendita digitale, tentativo di avvicinare i nuovi lettori, le riuscirà a far guadagnare una parte del terreno perduto? In caso di bancarotta, Marvel e DC potrebbero intervenire in qualità di finanziatori o azionisti? Me sarebbe possibile? Le due case editrici potrebbero svelare l'una all'altra i piani editoriali? O il mercato si potrebbe all'improvviso trovare spaccato. con tutte le perdite che questo potrebbe comportare? Bisogna comunque dire che la Diamond ha creato una via efficiente di distribuire qualsiasi fumetto a qualsiasi fumetteria lo volesse. Facendoli arrivare il mercoledì. E il tracollo della Marvel Heroes World ha dimostrato che non è un merito da poco.

(*) Diamond è il più grande distributore da fumetteria presente sul suolo americano. 

2. La grandi case editrici non sono più imbarazzate dal ricorrere alla raccolta di fondi da parte dei lettori  per sovvenzionare progetti 

In Francia il più grande editore di fumetti - e il terzo editore in assoluto - ha lanciato una campagna di raccolta fondi per finanziare i suoi piani editoriali (ve ne ho parlato QUI). Negli USA Boom, IDW e Image sono ben contente di pubblicare fumetti finanziati da Kickstarter e Indiegogo. Se anche Marvel e DC dovessero farsi sedurre dalle sirene della raccolta fondi questo permetterebbe agli appassionati, e ancor più, agli attivisti della raccolta fondi di essere coinvolti direttamente nelle scelte editoriali delle Major.

3. La lista della salute, quella della salute con qualche malattia, esternalizzazione

Già da tempo Marvel e DC hanno adottato tariffari differenti per lo stesso tipo di lavoro a seconda del comic book per il quale esso venga effettuato. Letteristi, coloristi e inchiostratori sono pagati diversamente a seconda della serie sulla quale prestano la loro opera e c'è il sospetto che i prossimi a cui toccherà questa politica saranno disegnatori e sceneggiatori. Già da tempo coloro che hanno sottoscritto un contratto in esclusiva vengono estromessi da quelle serie le cui vendite non soddisfacenti non giustificherebbero il loro costo; ma con le vendite di alcuni titoli che scendono sempre più, sembra che creare una relazione tra le tariffe corrisposte agli autori e le vendite delle serie sulle quali lavorano sia una scelta molto popolare. Poi c'è l'esternalizzazione. Perché bisognerebbe sostenere i gravosissimi costi per mantenere una redazione negli uffici di Manhattan o Burbank? Non ci sono forse posti più economici? Non ci si può affidare maggiormente alle telecomunicazioni? Non si può decidere di affidare ad altri le proprie licenze, facendo realizzare a loro  i fumetti, e limitarsi a percepire i canoni di concessione? Negli anni '80 ci aveva pensato la DC, che fu da un passo dall'appaltare i suoi personaggi alla Marvel, ma siamo certi che in molti sarebbero pronti. Tuttavia le major sembrano ancora molto affezionate al sistema delle loro redazioni e dei freelancer. Ma non bisogna sottovalutare il potere dei contabili.

4. Che cosa succederebbe se l'ennesimo crossover si rivelasse un flop? 

Forse non sarà stato un crossover, ma il New 52 è stato un grosso evento. I prequel di Watchmen non sembrano essere da meno così come l'annunciato X-Men Vs Avengers della Marvel. Ma sin da quando  Civil War ha rivitalizzato l'idea dei grandi eventi narrativi, le vendite, un grande evento dopo l'altro, sono diminuite sempre più fino al punto che Fear Itself ha venduto meno di The Flash. Mentre si svolgeva Civil War i numeri delle serie regolari coinvolti nel crossover in molti casi raddoppiavano le loro abituali tirature;  durante Fear Itself rimanevano sostanzialmente stazionarie, mentre alcune scendevano. Flashpoint, dal canto suo, non ha infiammato il mondo. Non il nostro almeno. La Marvel ha coinvolto tutti i suoi nomi migliori nel loro prossimo crossover, nella speranza che, come la Fenice, questo la faccia rinascere dalle ceneri. Ma per quanto tempo possono farlo ancora? Tre dei maggiori cambiamenti che ha subito l'universo Marvel durante  Fear Itself sono stati cancellati con un colpo di spugna nei tre speciali conclusivi pubblicati il mese successivo alla conclusione della miniserie.

5. L'esodo dei grandi nomi? 

Se fossi uno scommettitore, e conoscendo il modo nel quale Mark Millar ama dire le cose, direi che Bryan Hitch sta per lasciare la Marvel per lavorare su progetti creator owned, con tutta probabilità sotto l'etichetta Millarworld. O forse nel suo personalissimo HitchWorld. Ha già messo in cantiere una serie creator owned in coppia con Jonathan Ross, Olympus, e non c'è nessuna ragione per la quale questa serie debba essere pubblicata dalla Marvel - soprattutto se Bryan non continuerà a lavorare con loro. Ma per creare un impatto significativo sul mercato del fumetto sarebbe necessario che questa tendenza fosse di dimensioni più ampie. Molti grandi autori lo hanno fatto o stanno riducendo il loro apporto alle serie prodotte dalle Big Two, gente del calibro di Alan Moore, Frank Miller, Neil Gaiman, Warren Ellis, Garth Ennis, Brian K Vaughan… e anche Brian Bendis sta abbandonando il franchise dei Vendicatori. Mark Millar aveva predetto qualcosa del genere affermando che Hollywood avrebbe attratto i grandi autori. Forse questo non è accaduto del tutto perché questi autori hanno trovato altri modi per lavorare ai loro progetti personali con garanzie di maggiore libertà creativa e controllo sulle loro proprietà. Ma come sempre accade, altre persone prenderanno i posti lasciati liberi e il ciclo inizierà nuovamente.

12 commenti:

Superheld ha detto...

Interessante il crollo della Diamond, che riflette la crisi delle vendite delle major. Se l'Uomo Ragno vende abitualmente cinquantamila copie, se nemmeno l'evento di turno riesce a tirare qualche copia in più, significa una sola cosa: che i lettori si sono rotti le scatole e non ne possono più della bambinizzazione che ha ridotto il MU alla portata di bambini di età inferiore ai 7 anni. Se e quando torneranno le storie serie, scritte seriamente da gente seria, è possibile che questo trend negativo si inverta. Per ora, c'è solo da prendere atto del buon successo della DC Comics, le cui vendite, non solo hanno spazzato via la Marvel, ma sono tornate alle cifre di un tempo. Se Aquaman vende 100.000 copie e Spider-Man ne vende la metà, un motivo ci deve pur essere. Alla Marvel lo hanno capito e si sono liberati di Quesada. Ora pare che si libereranno anche di Bendis, che tiene in ostaggio i Vendicatori dal 2005 in un vortice di eventi, trame e sceneggiature una peggio dell'altra. E se per leggere una buona storia di Avengers, i lettori sono costretti a prendere vecchi albi di oltre quindici anni fa, significa che la situazione è allo stremo. Basterà il siluramento di Bendis per far tornare grande la Marvel? Basterà la chiusura delle insulse serie Ultimate per restituire credibilità ad un universo narrativo che perfino i bambini trovano troppo infantile?

saldaPress ha detto...

Aggiungerei anche il primo costoso cine-fumetto che fa flop e fa fuggire a gambe levate i produttori di hollywood (io punto sui Vendicatori).
L'industria del fumetto USA morirebbe affogata a metà del guado che sta cercando di fare.

Superheld ha detto...

Dopo Iron Man I, tutti gli altri cine-fumetti sono stati dei flop clamorosi. Sarà che la Marvel ne produce troppi e forse sarebbe meglio puntare su un minore numero di progetti, ma aventi maggiore qualità. Sarà che il film di Capitan America si è rivelato di una noia imbarazzante e che la pellicola di Thor gli ha fatto una degna concorrenza. Se la Disney pensava di rientrare dal suo costoso investimento (4 miliardi di dollari nell'estate 2009!) quando ha avuto la brutta idea di comprare la Marvel, producendo film sui suoi personaggi, ora ha capito di avere preso una cantonata.

Tanto che nemmeno il drastico ridimensionamento degli studi creativi, i tagli al personale, le cancellazioni in massa delle serie, il siluramento di Quesada (che ha molto contribuito per portare la Marvel al livello triste in cui si trova adesso) e quello prossimo di Bendis, almeno per ora, hanno invertito il trend negativo.

Il calo delle vendite (dei fumetti della Casa delle Idee) ha addirittura messo in difficoltà il distributore Diamond, che rischia di fallire! Chissà quali saranno le ripercussioni di questi eventi in Italia: se alla Disney/Marvel conviene ancora tenersi il suo licenziatario o di editare direttamente tramite la sua succursale i fumetti di Spider-Man e soci, se il calo brusco delle vendite metterà in difficoltà le aziende italiane che si occupano di distribuire fumetti.

La crisi è così grave che quando sono scaduti i diritti DC, nessun editore si è fatto avanti, tanto che la casa editrice americana è stata costretta a darli ai distributori, che sono stati costretti a creare a loro volta delle case editrici (o pseudo-tali) per pubblicare i fumetti di Superman e soci. Questo è il punto in cui siamo arrivati e se dovesse crollare anche la Marvel in Italia, dove arriveremmo? Per avere un'idea della crisi, basta domandarsi: quanto vende oggi il quindicinale dell'Uomo Ragno? La risposta potrebbe essere imbarazzante.

Andrea Gherardi ha detto...

è il primo commento che scrivo, anche se seguo spesso il tuo blog.

Non posso che concordare con quanto detto da Superheld, la qualità delle storie Marvel è ormai bassissima.
I continui crossover non portano mai a nulla, e non raccontano nulla; se poi si considera il grande numero di testate che si devono acquistare per seguire un crossover, la voglia di acquistare passerebbe a chiunque.
Ci sono troppe serie per i personaggi principali (3 serie vendicative sono troppe, senza considerare Accademy e le varie miniserie, stessa cosa per il mondo mutante)..poi ovviamente si è costretti a chiudere le varie Ghost Rider, Daken ecc, visto che si devono già fare i salti mortali per seguire le serie principali.

Io mi sono rifiutato di seguire Fear Itself, un po' per quanto già detto, e un po' per il formato in cui è proposta in Italia (spendere 3€ per 48 pag mi pare un po' troppo), senza considerare che nel giro di qualche mese la saga sarà probabilmente raccolta in volume da fumetteria o nell'ennesima raccolta allegata ai quotidiani (a costo minore), se proprio deciderò di comprarla.

Io ora ho ridotto gli acquisti Marvel al minimo, acquistando volumi di altre case editrici che pubblicano serie decisamente migliori, come la Avatar.

Unknown ha detto...

ma che li leggete a fare i comics voi...siete tutti Nostradamus :)
1. La marvel non ha silurato Bendis come non ha silurato Joe Q...
2. Le vendite non sono in crisi anzi negli ultimi mesi sono in recupero con un novembre dove pure la marvel grazie ad Avenging Spiderman e x-men regeneris ha recuperato il gap...
3. i film floppano se vanno sotto quello che sono costati e sia cap che thor hanno ALMENo doppiato i costi tramite gli incassi!

Se volete parlare tanto per parlare fate pure altrimenti mosca!

saldaPress ha detto...

I film floppano se non raggiungono i guadagni preventivati dal merketing (quindi, per intenderci, anche se fanno pari o poco più, chi li produce li considera flop).
Detto questo, non credo che Marvel consideri i film dedicati a Thor e a Cap dei flop ma forse i due Hulk sì. I fantastici quattro, Ghost Rider e Punisher non so (perché in tutti questi l'investimento mi è sembrato bassino. Anzi, in base a questo credo che Ghost Rider sia proprio considerato un successo).

Ma Avenger è un'altra storia.
Avenger è un'altra storia e, per tanti motivi, è una sfida rischiosa per Marvel. È la quadratura del cerchio di un progetto che, in questi anni, Marvel ha costruito per riuscire a traghettare i propri brand nella testa di un nuovo pubblico di massa.

Basterà aspettare ancora poco per capire se il pubblico cinematografico ama vedere così tanti tizi in calzamaglia tutti insieme su un unico schermo.

pangio ha detto...

Con tutto il rispetto per Saldapress, ma come può fallire il film dedicato ai Vendicatori?
In tutto il mondo lo stiamo aspettando a milioni e lo vedemo amilioni salvo poi criticarlo se non ci piacerà.
Quindi mettiamo in conto un incasso stratosferico.
Piuttosto il nemico di questi film come di tutto il cinema in generale è los treaming che almeno da noi imperversa e danneggia coloro che hanno investito nel cinema.
Per quantor iguarda Superheld, detto senza intenzioni offensive, mi fa tenerezza; per lui ogni occasione è buona per criticare Marvel Panini e Alastor.
A volte sono critiche sensate e condivisibili, a volte sono del tutto infondate e immotivate, ma in ogni caso mi sembrano dettate da una specie di astio verso i fumetti marvel, perchè?

Superheld ha detto...

Per quanto mi sforzi di provare il contrario, i tuoi commenti mi suscitano ilarità e per tanti motivi, ma il più caratteristico è la propensione a negare la realtà, mettendo personalismi nei giudizi altrui per mascherare l'oggettiva debolezza delle tue scialbe e tecnicamente errate considerazioni. Non so perchè, ma i tuoi commenti sembrano tradire una sorta di astio verso la Planeta. Perchè?
Ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah!
Perdona la lunga risata, ma era d'obbligo viste certe premesse!

P ha detto...

Per Superheld
PRIMO: ritengo più che naturale che nei giudizi di ciascuno ci sia del personalismo, nel senso che ognuno ha la sua personale visione delle cose ovvero la sua opinione , ma alcuni si lasciano guidare da preconcetti, passioni, simpatie e antipatie.
SECONDO:le mie considerazioni sono scialbe e tecnicamente errate?
Questa è' la tua opinione che rispetto, ma non condivido perchè non fondata su alcun elemento concreto.
Le mie considerazioni sono sempre genuine e in buona fede basate su dati reali, poi è chiaro che tali dati possono essere incompleti o errati oppure posso sbagliare io nel valutarli.
TERZO:astio vero la Planeta ?
No, ma un pò di "antipatia" sì, per gli errori commessi che hanno provocato danni a tanti fan dei fumetti DC (tra cui io non rientro,perchè sono un fan, molto tiepido in verita, della Marvel)
QUARTO:ti perdono la lunga risata e anzi sono felice di averti regalto un momento di divetimento perchè la vita per molte persone è spesso triste e vuota.
Infine ti faccio i miei complimenti per il coraggio che hai avuto nel riprodurre il suono della tua risata; io non sarei stato capace di arrivare a tanto.
In questo momento non sono incavolato ma sto sorridendo e di questo ti ringrazio.

Pangio ha detto...

Ovviamente il P di prima sono sempre io.

Superheld ha detto...

"P"?

Pangio ha detto...

P=Pangio
Mio errore.
Credevo si capisse.

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