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Marvel: le prime dichiarazioni di C. B. Cebulski e Joe Quesada dopo il "terremoto" che ne ha sconvolto i vertici creativi nelle scorse settimane



Dopo il terremoto delle scorse settimane arrivano le prime dichiarazioni ufficiali dai vertici della Marvel


Spenti gli echi delle due notizie bomba che hanno sconvolto i vertici creativi della Marvel è l'ora delle prime dichiarazioni ufficiali e dei buoni propositi. Se C. B. Cebulski, neo-nominato Editor-in-Chief della Casa delle Idee,  per ora si è limitato a proporre i suoi intenti attraverso un conciso, ma illuminante, tweet corredato da una foto del (bel) libro sulla storia della Marvel raccontata attraverso quella degli autori che l'hanno resa grande (tomo scritto da Sean Howe e pubblicato - con il titolo Una storia di eroi e supereroi - in Italia da Panini Comics).


Per prepararsi al futuro, è necessario ricordarsi del passato...


Joe Quesada



Ben più loquace è stato Joe Quesada, attuale Chief Creative Officer ma soprattutto colui che nel ruolo di Editor-in-Chief ha saputo rivoluzionare e rilanciare la casa editrice nel nuovo millennio, che ha rilasciato una lunga e interessante intervista ai microfoni di Newsarama.

"Axel ha svolto un lavoro egregio nel suo ruolo di Editor-in-Chief" ha esordito Quesada "ed è importante ringraziarlo per questo. Ha diretto la Marvel durante uno dei periodi di maggior profitto della sua storia. Ci troviamo nel corso di un cambiamento e non vorrei che questo fatto si perdesse di vista. Il Cambiamento è una costante nei fumetti, così come in qualsiasi ambito creativo. Questo era semplicemente il momento giusto per un cambiamento. Axel è uno story editor brillante. Una persona intelligente che, ne sono convinto, farà benissimo in qualsiasi cosa deciderà fare adesso che questa parentesi è chiusa."

Cosa rende Cebulski l'uomo adatto al lavoro che dovrà essere svolto? "Come nel caso di ogni nuovo E-i-C, C. B. arriva con una nuova e ben distinta direzione editoriale. Dal punto di vista delle competenze, non c'è nessuno più qualificato di lui. Ha ricoperto qualsiasi tipo di incarico, dall'editing delle serie al dirigere la divisione Asiatica della Marvel, un ruolo che ci ha resi ancora più forti come marchio internazionale. E' a conoscenza e in grado di capire tanti aspetti del mercato. E come se non bastasse, la stima di cui C.B. gode tra gli autori e i membri del nostro staff è enorme. Ha l'enorme vantaggio di aver lavorato da entrambi i lati della scrivania. [...] Ha sinceramente a cuore le sorti delle persone che lavorano con lui, e del lavoro che producono. Questa è una parte importante del ruolo di E-i-C. 

Quando nel 2000 fosti nominato Editor-in-Chief ti furono date due priorità: "mettere a posto Spider-Man e gli X-Men". Quali sono, secondo te, le priorità assegnate a Cebulsky? "Non sono l'Editor-in-Chief. E se lo fossi non mi piacerebbe se qualcuno parlasse di quello che dovrebbe essere il mio incarico e di cosa dovrei fare per svolgerlo prima ancora di cominciare. Al momento C.B. è in volo dall'Asia, e le sue priorità saranno il frutto di una conversazione che dovrà avere con il nostro team quando sarà qui. [...] So che ha una scaletta di cose di cui occuparsi. Siamo decisamente d'accordo. La cosa bella è che gran parte delle nostre e-mail o delle nostre conversazioni telefoniche terminavano con uno dei due che diceva: stavo per scriverti o per telefonarti per dirti la stessa cosa."

Da ex-Editor-in-Chief che consiglio gli daresti? "Gli darò lo stesso consiglio che diede a me Tom De Falco, che è stato a sua volta E-i-C. C.B. probabilmente è già a conoscenza di questa storia, comunque un giorno Tom entrò nel mio ufficio e mi diede il miglior consiglio del mondo. Mi disse: "Joe, per ricoprire questo incarico dovrai avere delle spalle davvero larghe. Da questo momento in poi, qualsiasi cosa accadrà, nel bene e nel male, sarà caricata sulle tue spalle. Sii onesto con te stesso. Chiediti se hai delle spalle sufficientemente robuste. Se non ne sei convinto, lascia subito, per la tua stessa salute, quella mentale e quella della tua famiglia. E' un lavoro difficile, e la parte più difficile toccherà a te svolgerla.
E... aveva ragione. E' stato un gran consiglio. Qualsiasi cosa di sbagliato si faccia alla fin fine è colpa dell'E-i-C. E tutti gli errori oggi sono amplificati dai social network. Non importa quello che fai, o che non fai, ci sarà sempre qualcuno che ti odia. Ma in definitiva non possiamo dare ascolto a tutti. Non possiamo pubblicare condizionati dalla paura. Dobbiamo focalizzarci sul realizzare grandi storie e disegni fantastici. Questa è una lezione che ho appreso da Bill Jemas, ex-presidente della Marve, che ancora oggi continuo a seguire."


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