All'indomani dell'affermazione elettorale di Donald Trump, il messicano Humberto Ramos decide di non partecipare alle convention organizzate negli stati a maggioranza repubblicana
A poco meno di un mese dall'elezione di Donald Trump al seggio di Presidente degli Stati Uniti, e a poco più di un mese dal suo insediamento ufficiale, non si placano le reazioni del mondo del fumetto. Dopo l'annuncio fatto da Dan Slott, deciso più che mai a lasciare Twitter a causa del troppo tempo trascorso su di esso a polemizzare con i sostenitori del neo-presidente (proposito sul quale lo scrittore si è poi ricreduto, tornando a twittare dopo alcuni giorni), è il turno di Humberto Ramos (non a caso collaboratore di lungo corso dello stesso Slott) di fare una dichiarazione di intenti.
Sul suo account di Facebook (QUI), il disegnatore di tante avventure di Spider-Man (e non solo) scrive un accorato messaggio, nel quale spiega il perché, nei prossimi quattro anni (almeno!) non si recherà negli stati in cui il magnate ha raccolto la maggioranza dei consensi.
Humberto Ramos |
Per cortesia, siate gentili e leggete quanto segue...
Ricordo il mio primo viaggio negli USA come uno di quegli eventi che ti cambiano la vita; era il 1992 e per la prima volta arrivai nel paese delle opportunità, nel paese dove i sogni diventano realtà. Sentivo di essere giunto in un posto nel quale, se ti fossi impegnato fino in fondo, ogni cosa era possibile. Così hoi fatto e il mio impegno mi ha ripagato con una carriera meravigliosa colma disuccessi e di soddisfazioni personaliper gli obiettivi raggiunti. Ma il conseguimento di nessun successo personale può essere paragonato a una delle cose che maggiormente apprezzo del mio lavoro, la straordonaria opportunità di incontrarre persone provenienti da paesi differenti, con alle spalle esperienze diverse, che parlano una lingua diversa, persone delle quali sono diventato amico; persone, siano essi colleghi o appassionati, che mi hanno onorato con la loro sincera amicizia, con il loro affetto e il loro calore. Ogni volta che mi sono recato negli USA mi sono sentito a casa, alcune delle persone che regolarmente mi capita di incontrare alle manifestazioni nelle quali vengo invitato sono per me come una seconda famiglia, anzi alcuni di loro li vedo e li frequento con maggior frequenza dei miei consanguinei. Mi sono sempre sentito il benvenuto negli USA, almeno fino allo scorso 9 Novembre.
Così come il resto del mondo ho assistito, più con tristezza che con disgusto, a come la cartina geografica degli USA sugli schermi TV assumeva sempre più una prevalenza di colore rosso (il colore con il quale generalmente vengono identificati i repubblicani - ndStefano), un colore che assumeva il significato di pericolo e non riuscivo a credere ai miei occhi. Capisco i politici e capisco che ciascun individuo abbia un suo orientamento politico con il quale posso essere in accordo o disaccordo. Acuni dei miei amici più intimi hanno idee politiche che non potrebbero essere più diverse delle mie, li ho sempre rispetatti e continuerò a farlo perchè sono fortemente convinto che il rispetto sia una delle poche medicine con le quali si può tentare di curare questo folle mondo.
Comprendo il bisogno di cambiamento, e che lo si faccia in una maniera che ci dia una speranza per assicurare un futuro migliore alle nostre famiglie, credetemi, noi in Messico comprendiamo più di chiunque altro questi sentimenti. Vi rispetto quando scegliete di appoggiare un approccio più fresco e nuovo, rispetto il diritto di questo paese che io ammiro di votare in una maniera diversa da quello che desiderano gli altri paesi stranieri. Ma quando il primo discorso della campagna elettorale del neoeletto presidente è rivolto direttamente a gente come me, messicani che frequentemente si recano nel volstro paese, non ho potuto non considerare le sue parole come un'offesa personale. Quando lo ascoltavo, ad ogni frase che gli sentivo pronunciare tra me e me pensavo: nessuno prenderà questo tizio sul serio; credo che si renderà conto di aver oltrepassato il limite e chiederà scusa; credevo che in qualità di candidato di un partito rispettabile si sarebbe moderato... non è accaduto nulla di tutto ciò. Potrebbe avere un programma di tutto rispetto per rendere "di nuovo grande l'America", certo lo potrebbe avere ma, se il tuo primo discorso è colmo d'odio, nel momento in cui il tuo primo discorso è così irritante e offensivo, quando il tuo primo discorso è così irrispettoso, quando il tuo primo discorso è così rumoroso, non è più possibile ascoltare altro, tutto è vanificato.
Dopo aver assistito all'andamento delle elezioni USA sarò rispettoso riguardo la decisione presa dagli elettori e continuerò a rispettare il vostro paese, gli abitanti e le vostre leggi, ma sarò anche, e soprattutto, rispettoso nei confronti miei e del mio paese. Quindi non vi garantirò che abbraccerò gli elettori di Mr. Trump e coloro che apprezzano le sue idee politiche. Sono in grado di capire quando non sono ben accetto e non voglio espormi a possibilità di essere offeso o maltrattato. Non ce n'è alcun bisogno.
Per questo motivo voglio comunicarvi che per almeno i prossimi quattro anni ho deciso di NON partecipare ad alcuna convention che avrà luogo negli stati "rossi", quegli stati in cui Mr. Trump ha ottenuto la maggioranza dei consensi e nei quali, chiaramente, non sono il benvenuto.
Agli appassionati, chiedo di capirmi e supportare la mia decisione. Possiamo incontrarci in una delle tante manifestazioni che si tengono in tutto il vostro meraviglioso territorio, ma per cortesia cercate di comprendere la mia scelta: non posso andare in un luogo nel quale non sono stato invitato; il voto ha sancito chiaramente questo fatto.
E no, non sono contrario ai repubblicani e al loro programma politico. Ho preso questa decisione a causa di questo candidato in particolare. Non si tratta di una dichiarazione politica, sto solo cercando di spiegarvi il perchè di una decisione personale che ho preso per rispettare me stesso, la mia famiglia e i miei amici, non è un movimento. E' una decisione molto intima che spero voi vogliate... rispettare.
Un'ultima cosa, amo gli USA e amo gli americani, amo coloro che condividono l'amore e gli interessi, a tutti voi auguro che il mondo vi benedica, non lasciate che la prepotenza e l'odio vi sopraffacciano, noi siamo con voi... rendete grande l'america. Sì, voi potete.
Nel frattempo farò la mia parte disegnando fumetti divertenti, del tipo che danno ispirazione e gioia, che divertono e intrattengono.
Abbiamo bisogno di sorridere.
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