Ed Brubaker: "Lavoro su progetti creator owned per sentirmi davvero libero di esprimermi"
In una intervista esclusiva, rilasciata all'house organ magazine Image+, Ed Brubaker presenta la nuova serie realizzata in coppia con Sean Phillips: Kill or be killed. |
Annunciata nel corso dell'ultima Image Expo, si avvicina il debutto di Kill of be killed, nuova serie creata dalla (inseparabile) coppia formata da Ed Brubaker e Sean Phillips (senza tralasciare la bravissima colorita Elisabeth Breitweiser ormai a pieno titolo - e merito - parte integrante del team creativo).
Ed Brubaker |
Incentrata sulle (dis)avventure di un uomo comune che si trova suo malgrado a fare il vigilante è lo stesso Brubaker a presentare la nuova serie sulle pagine della rivista Image+, nuovo house organ magazine ufficiale della casa editrice.
Potresti raccontarci in generale quale sarà la direzione narrativa di Kill or be Killed?
Kill or be Killed è il nostro approccio al genere del vigilante, un approccio che ci auguriamo possa risultare diverso da quello che la gente si aspetta da questo genere. NON tratterà di una persona i cui genitori - né tanto meno la moglie o i figli - sono stati assassinati dalla malavita e che, dunque, come conseguenza deciderà di vendicarsi. No, non racconta la storia di un eroe... riguarda una persona più o meno normale che viene scaraventato in una situazione che a malapena comprende - una situazione nella quale, per ragioni che non voglio rivelarvi, viene scaraventato e per la quale è obbligato a uccidere dei criminali. E la serie racconta di come lui si adatti a questa situazione e di come impara a diventare un assassino e a sopravvivere.
Ma ancor più di questo, riguarda la risposta a questo interrogativo: "se dovessi essere obbligato a uccidere un criminale, chi sceglieresti?" ovvero, c'è qualcuno la cui morte provocherebbe un impatto positivo sulla società? Quanto è arduo trovare qualcuno che davvero meriti di morire? E l'uccisione di queste persone che conseguenze provocherebbero, sia dal punto di vista fisico che mentale, su di noi? Sareste in grado di nascondere questa parte di voi alle persone che amate?
Poco fa hai detto che per Kill or be killed vorresti avere un approccio diverso, intendi anche quello inerente lo storytelling e il tipo di narrazione, in stile romanzo, adottato per le tue opere precedenti? Stai pensando a un ritorno a una forma di narrazione più tradizionale?
Credo che la struttura di Kill or be killed sia altrettanto ambiziosa di quella adottata per The Fade Out, ma è più pulp, concepita proprio per essere serializzata mensilmente su una serie a fumetti. L'idea alla base è come una pietra lanciata al centro di un lago - cosa accade a questa persona quando inizia a indossare una maschera e a uccidere della gente? E partendo da questo spunto ci sono così tante onde da esplorare.
Sean Phillips |
Trovo che mi sia mancoto il lavorare su una serie il cui finale non sia stato deciso, quel tipo di narrazione che vedete su serie come Invincible, The Walking Dead o Saga. Non ho lavorato a niente di simile sin da quando mi sono occupato di Capitan America e Daredevil. Qualcosa del tipo: "oh, e adesso cosa succederà?". Ecco mi manca questo tipo di approccio. Ma volevo trovare un modo per raccontare questo tipo di storie in una maniera differente, non volevo che si trattasse della storia di un eroe, ma più qualcosa come una analisi approfondita dell'intero concetto di essere un vigilante. Qualcosa di diversamente ambizioso, che mi permetterà di scrivere cose nuove.
un assaggio da Kill of be killed |
Ed Brubaker ha recentemente inaugurato anche una sua personale mailing list. Nella prima e-mail spedita ai suoi lettori, lo scrittore ha parlato anche di Capitan America, del suo attuale sentimento provato nei confronti delle Big Two e del suo lavoro su progetti creator owned.
"Amo i fumetti supereroici e seguo i personaggi, credetemi. E adoro quando vedo persone che si vestono come il Soldato d'Inverno o che spedisco contributi ma avverto come se troppi lettori si sentissero costretti a comprare fumetti pubblicati da Marvel e DC, come se si trattasse di aderire a un programma governativo o a un qualcosa del genere. Non è così. Ci sono moltissime serie i cui disegni sono realizzati ogni mese dallo stesso disegnatore, sulle cui pagine non vengono pubblicate storie riempitivo, non c'è bisogno di reboot o di interventi di retcon. Infatti, gran parte degli autori che avete imparato ad amare per le loro opere realizzate con la Marvel o la DC stanno facendo del loro meglio al di fuori di queste case editrici - Southern Bastards e The Goddmned di Jason Aaron sono due dei miei fumetti preferiti, Kieron (Gillen) e Jamie (McElvie) hanno realizzato un grande ciclo su gli Young Avengers, ma Wicked + Divine è senza filtri. Non devo certo parlarvi io di Saga e Bitch Planet e Sex Criminals. Tutte opere realizzare da autori che si sono imposti alla Marvel o alla DC e che adesso sono felicissimi di lavorare su serie di cui hanno il totale controllo. Sappiate che ho aperto questa mailing list per discutere dei fumetti che sto realizzando adesso. Ma dopo aver trascorso una intera giornata a rispondere a persone che mi chiedono cosa ne penso di un fumetto di cui non mi occupo e con il quale non ho nulla a che fare, mi sono ricordato del perché sono così felice di non far più parte di quel mondo. La gente mi chiede continuamente perché non torno a scrivere per la Marvel, come se ci fosse qualcosa di oscuro che mi impedisse di farlo, si è trattata invece solo di una decisione presa a fuoco lento, stanco come ero di eventi infiniti e di trucchi e reboot."
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