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ZAMPAGLIONE, STRONCATO DA RECCHIONI, CERCA LA RIVINCITA CHIEDENDO A SCLAVI DI FERMARE IL RILANCIO DI DYLAN DOG?


Un nuovo volto per Dylan Dog?


Alle volte è inevitabile, bisogna affrontare la realtà e ammettere le proprie mancanze. Nel mio caso è innegabile che negli ultimi tempi non riesca a stare sulla notizia, procedo un po' a rilento e scopro solo in un secondo momento cose che forse hanno già fatto il giro del web. Ma la notizia inerente la lettera aperta scritta da Federico Zampaglione (musicista frontman dei Tiromancino, regista cinematografico e marito di Claudia Gerini) a Tiziano Sclavi per criticare preventivamente il supposto rilancio di Dylan Dog, mi ha fatto davvero ridere di gusto.

Federico Zampaglione,
frontman dei Tiromancino


Ma cominciamo dall'inizio. Alcuni mesi fa, decisamente a sorpresa, Mauro Marcheselli, redattore capo centrale della Sergio Bonelli Editore, annunciò che la divisione editoriale dedicata a Dylan Dog (reparto produttivo che tra serie regolare e collane di diversa periodicità conta circa venti uscite annuali per oltre duemila pagine di storie) aveva un nuovo supervisore: Roberto Recchioni. Il motivo dell'avvicendamento tra Giovanni Gualdoni (il precedente supervisore che era a sua volta subentrato Marcheselli) e Roberto Recchioni (fateci caso, tutti i supervisori di Dylan Dog, con la sola esclusione del creatore Tiziano Scalvi, hanno nome e cognome che iniziano con la stessa lettera...) andava ricercato nella necessità di dare una scossa al personaggio. Sin dalle prime interviste rilasciate dal nuovo curatore, Roberto Recchioni fu chiaro su due punti: bisognava riportare il personaggio allo spirito originale del suo creatore - andato via via scemando nel corso degli anni - e per poter leggere le storie realizzate durante la sua gestione avremmo dovuto aspettare un po'. Una casa editrice come la Sergio Bonelli Editore naturalmente produce le storie dei suoi personaggi con un bel po' di anticipo, e quindi è naturale che, dal momento dell'avvicendamento al vertice della testata fino alla messa in produzione di storie concepite con la nuova (vecchia?) filosofia, ci fossero un bel po' di storie già disponibili (e retribuite) da pubblicare. Come conciliare le esigenze dell'editore con quelle del rilancio? Semplice. Mentre si realizzano le nuove storie, alcune di quelle "vecchie" saranno pubblicate opportunamente modificate di qualche dialogo troppo didascalico, tanto per dare quel senso di novità che gran parte dei lettori richiedeva a gran voce. Insomma, un rilancio suddiviso in due fasi, una prima fase durante la quale il rilancio è mediatico (una pagina facebook molto interattiva, molte interviste e tante dichiarazioni d'intenti mentre si produce materiale per quella seconda fase i cui frutti, di fatto, si vedranno solo a settembre di quest'anno).

Roberto Recchioni


La cosa divertente, a parer di chi scrive, è che nonostante il fatto che il rilancio per il momento sia stato solo annunciato, molti lettori dell'indagatore dell'incubo (che, come tradizione degli appassionati lettori degli eroi pubblicati dalla casa editrice milanese, sono molto conservatori) si son già detti profondamente delusi da quest'operazione, rea di aver stravolto troppo Dylan Dog e tradito lo spirito del personaggio. Tra questi, dunque, è possibile ascrivere anche Federico Zampaglione che sulla pagina facebook dei Tiromancino ha scritto:

la lettera aperta scritta da Zampaglione a Tiziano Sclavi
(Cliccate sull'immagine per ingrandirla)

Insomma il cantautore chiede a Sclavi che Recchioni sia fermato, che la nuova gestione sia archiviata prima ancora di veder la luce. Una reazione davvero strana, forse eccessiva se si pensa che a fare questa richiesta è un artista, una persona che si presume sia dotata di una sensibilità molto più acuta di quella delle persone comuni. Una sensibilità, forse, messa a dura prova da una recensione che comincia così...

"Ci sono film belli. Ci sono film brutti. E poi, secondo alcuni, ci sono alcuni film così brutti da diventare belli. Ecco, io non la penso così. Io penso che i film ridicolmente brutti restino quello che sono: film ridicolmente brutti. Poi, per carità, se te li vedi con gli amici e ti ci ammazzi dalle risate, alla fine, una loro utilità ce l'hanno pure. Ma questo non cambia di una virgola il valore dell'opera in quanto tale. Ora, se state pensando di vedervi Tulpa, io ho solo una domanda per voi: ce lo avete qualche amico con cui vederlo in compagnia per ammazzarvici dalle risate? Se sì, allora procedete pure alla visione della pellicola. Susciterà in voi momenti di tale ilarità che vorrete andare da Zampaglione a stringergli la mano. Se, invece, gli amici non ce li avete, o se non ve frega nulla di passare una serata a ridere delle deficienze di linguaggio, dell'infima qualità di scrittura, delle pessime interpretazioni e di scene di una pietosa comicità involontaria, lasciate perdere. Che la vita è breve e regalare due ore a Zampaglione e alla Gerini è un delitto. Il film è brutto. Ma non brutto come sono di solito brutti i film (per una cattiva regia, una cattiva sceneggiatura o via dicendo). E' brutto come può essere brutto un film amatoriale, scritto e diretto da completi analfabeti del linguaggio cinematografico. Con l'aggravante che è stato mandato al cinema e pure con una grossa campagna promozionale. [Cut]"

Una recensione senza peli sulla lingua scritta da Roberto Recchioni sul suo Blog (QUI trovate il testo completo) che, stando alle opinioni di qualcuno avrebbe davvero fatto incazzare Zampaglione, fino a spingerlo a chiedere a Sclavi la revoca del mandato di rinnovare Dylan Dog allo sceneggiatore romano.

Tulpa
la locandina del film

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