JIM SHOOTER: "VI RACCONTO QUELLA VOLTA CHE LA MARVEL FU A UN PASSO DAL COMPRARE SUPERMAN & CO."
Superman nell'Universo Marvel? |
Quella del dare in appalto i propri personaggi ad altri editori o a studi esterni alla casa editrice non è una cosa che avviene di frequente nel mondo dell'editoria, anche in quello più dinamico dell'editoria fumettistica statunitense. Eppure credo che sarete a molti a ricordare il progetto intitolato Rinascita degli Eroi, marchio sotto il quale la Marvel, verso la metà degli anni '90, diede quattro suoi storici personaggi in "appalto" agli Extreme Studios di Rob Liefeld (cui fu affidato il rilancio di Capitan America e dei Vendicatori) e alla Wildstorm di Jim Lee (cui furono affidati i Fantastici Quattro e Iron Man). All'epoca la notizia fu davvero clamorosa, fu un evento sconvolgente e, con tutta probabilità, fu l'esperienza che fece decidere a Jim Lee di mettere in vendita la Wildstorm (che finì per essere acquistata dalla DC Comics). Ma nulla sarebbe stato clamoroso come ciò che stava per realizzarsi nel 1984, quando la DC Comics si apprestava a cedere Superman (e vari altri personaggi del DC universe) alla Marvel.
E' la solita bufala che circola sul web? Sembrerebbe proprio di no! E a rivelare la trattativa, infatti, è Jim Shooter (editor-in-chief della Marvel proprio durante quegli anni) dalle pagine del suo sempre interessantissimo Blog.
"Nel corso del 1984, non ricordo precisamente la data, la mia segretaria (all'epoca era ancora possibile utilizzare il termine segretaria), la meravigliosa Lynn Cohen mi riferì che Bill Sarnoff era al telefono. Non la sua segretaria, ma Bill Sarnoff in persona desiderava parlarmi.
Grande Scott!!
Bill Sarnoff era il pezzo grosso, non ricordo precisamente quale fosse la sua carica, del ramo editoriale della Warner Communication. Tra le varie cose di cui si occupava c'era anche la DC Comics.
Bill si presentò spiegandomi chi fosse e quali erano i suoi incarichi, come se fosse stato necessario. Quello di cui aveva intenzione di parlare era dell'eventualità di dare in licenza alla Marvel tutti i personaggi della DC.
Santa egemonia, Bill!
Più o meno, Bill disse che la Marvel sembrava capace di trarre significativi profitti dalla produzione di fumetti, al contrario della DC, che in buona sostanza perdeva dei soldi, molti soldi, e lo faceva ormai da molto tempo. D'altra parte, la LCA (Licensing Corporation of America), il ramo della Warner che si occupava delle licenze, guadagnava molto bene con licenziando il materiale di proprietà della DC, mentre sembrava che la Marvel "non riuscisse a fare molto con le proprie licenze".
Immaginai che quei milioni di dollari che ogni anno facevamo con le licenze, soprattutto provenienti da Spider-Man, sembravano ben poca cosa a chi faceva una fortuna già solo con i loro quattro eroi più famosi, Superman, Batman, Robin e Wonder Woman.
Gli dissi che la Marvel sarebbe stata davvero molto interessata e che ne avrei parlato con il presidente della Marvel, Jim Galton.
E così feci. Parlai con Galton della mia conversazione con Sarnoff. E Galton mi disse che lo avrebbe telefonato.
Il giorno successivo, mentre salivo le scale, mi affaccia nell'ufficio di Galton e gli chiesi se aveva parlato con Sarnoff, e in caso affermativo gli chiesi come era andata.
Galton mi disse che aveva parlato con Sarnoff e gli aveva detto che non eravamo interessati.
Ero sbalordito. Perché no?
Galton mi rispose che - a dimostrazione del fatto che durante gli anni in cui aveva frequentato la scuola per diventare editore non aveva mai letto Comic Books 101 - se la DC non riusciva a vendere era dovuto al fatto che con tutta probabilità "quei personaggi non erano un granché".
Grande Krypton!
Provando a mantenere il più possibile la calma, gli spiegai che si trattava di Grandissimi personaggi e che, con tutta franchezza, lo staff editoriale della DC stava svolgendo un lavoro abbastanza modesto. Noi invece avremmo potuto fare un lavoro migliore. Molto migliore.
Gli consigliai di telefonare nuovamente a Sarnoff e dirgli che ci avremmo pensato un po' su.
Lasciai il suo ufficio con l'incarico di preparare un piano industriale e presentarlo a Joe Calamari, Executive V.P. of Business Affairs.
Impiegai tre giorni per preparare un piano presentabile.
La prima parte del piano si concentrava sul programma editoriale. Decisi che saremmo partiti lanciando sette titoli e che intorno a loro, se le cose fossero andate bene, avremmo sviluppato tutto il resto. I titoli erano:
Superman
Batman
Wonder Woman
Green Lantern
Teen Titans
Justice League
Legion of Super Heroes
Effettuai una previsione di vendita di 39 milioni di copie nei primi due anni, generando profitti prima della tassazione (ma al netto dei costi di stampa, royalties ecc...) di circa 3,5 milioni di dollari.
Era una enorme quantità di danaro per un Editore, nel 1984.
Questo programma si basava solo sui primi sette titoli - non teneva conto della eventuale espansione del parco testate - e ovviamente se tutto avesse funzionato nel modo giusto avremmo ovviamente aggiunto delle altre testate. Se avessi avuto voce in capitolo, avrei consigliato di procedere lentamente e con attenzione.
Per iniziare la produzione anticipai che avremmo dovuto aggiungere in organico un Editor, due assistente e una persona proveniente dalla produzione.
Come mi era stato ordinato, presentai il mio piano a Joe Calamari. Ecco il mio promemoria:
promemoria del piano editoriale sviluppato da Jim Shooter per il lancio della DC sotto l'egida della Marvel |
Calamari appoggiò con entusiasmo il mio piano.
Galton continuava a essere scettico. Credeva che le mie proiezioni erano follemente ottimiste. Mandò il piano industriale alla Divisione che si occupava della circolazione e distribuzione per avere una valutazione.
Qualcuno parlò. I rumors cominciarono a trapelare.
Ebbi un primo indizio quando un giorno John Byrne si presentò nel mio ufficio con la sua copertina per
Ecco un ipotetico strillo in copertina per il primo albo del Superman targato Marvel |
Non era una bozza. Era una copertina. Forse era anche inchiostrata, questo non lo ricordo. Non ne ho una copia, ma sono pronto a scommettere che Byrne ancora conserva l'originale. Qualcuno dovrebbe chiedergli di mostrarla sul suo sito, se non l'ha già fatto.
Presentò anche una storia molto elaborata, se ricordo bene, anche troppo. Voleva davverodavverodavvero fare Superman.
Credo di ricordare che una volta Byrne mi aveva detto di aver visto il primo film di Superman più di mille e cento volte.
Tuttavia...
Quando la Divisione Distributiva ci riferì che avevano ultimato la loro analisi del mio piano editoriale, Galton ci convocò in riunione per discuterne. Oltre a Galton e me, c'erano Ed Shukin, V.P. del Dipartimento Distributivo, e Carol Kalish, manager del Mercato diretto. Non mi sembra che ci fosse Joe Calamari, ma mi sembra che ci fosse anche Barry Kaplan, V.P. del dipartimento finanziario.
Galton chiese Shukin cosa ne pensava dei numeri che avevo proposto. Shukin riferì che le previsioni erano "ridicole". Galton mi rivolse quasi un sorriso di compassione.
"Faremo almeno il doppio di queste cifre" aggiunse Shukin.
Oh, Stelle e Giarrettiere!
E così, i negoziati con Sarnoff cominciarono sul serio. A questo punto ero solo uno spettatore. I ruoli avevano preso il sopravvento.
Comunque...
Pochissimo tempo dopo, la First Comics intentò una causa contro la Marvel e altri editori, tra le altre cose, a causa di una presunta violazione delle regole anti-trust.
Una test per valutare la posizione dominante in un regime anti-concorrenziale era che qualcuno avesse una quota di mercato del 70% o più. All'epoca, la Marvel da sola controllava il 69% del mercato, mentre la quota della DC era circa del 18%.
Credo che si possa affermare con sicurezza che, proprio quando un tuo concorrente ti denuncia all'autorità anti-trust per eccesso di posizione dominante, quello non sarebbe stato il momento adatto per assorbire il tuo competitore più grande.
D'altro canto, c'era anche da tener conto che "avevamo una grande occasione e non capivamo perché vi avremmo dovuto rinunciare" o che avremmo potuto difenderci sfruttando il fatto che avevamo dimostrato "maggior acume". Decidemmo di adottare questa linea di difesa e di procedere con l'accordo.
Ma no. In definitiva, i gran capi e gli avvocati decisero che sarebbe stato più sicuro lasciar perdere l'accordo con la DC.
Perdindirindina!
PS: la causa intentata dalla First non aveva alcun senso. Sostenevano che noi avevamo inondato il mercato. Sapete qual era l'incremento delle nostre testate durante questa presunta inondazione? Sei. Non sei serie, sei numeri in più. Sostenevano che avevamo abusato della nostra posizione dominante per fissare i prezzi con la World Color Press per gonfiare i loro costi. Alla fine scoprimmo che noi pagavamo più degli altri (E questa notizia fece irritare davvero molto Galton e la gente del reparto produttivo!)! Ecc.
Tuttavia...
Alla fine non ci fu nessun Superman prodotto dalla Marvel. Peccato, sarebbe stato divertente.
4 commenti:
Stento a credere che quanto riferito da Shooter corrisponda al vero. Servirebbe qualche riscontro, qualcuno disposto a confermare queste dichiarazioni.
Per quanto mi riguarda, non credo proprio che la DC nel 1984 volesse dare in licenza il suo universo narrativo! Anche perché, proprio in quel periodo, era in preparazione il grande crossover CRISI SULLE TERRE INFINITE (in realtà, evento in preparazione dal 1981!), che avrebbe rifondato il DCU.
Ad ogni modo, meno male che le cose sono andate come oggi le conosciamo. I personaggi DC hanno delle precise caratteristiche così come quelli Marvel. Presentare personaggi DC alla moda Marvel non sarebbe una grande idea.
Per esempio, con il New 52 la DC ha tentato di ultimatizzare il suo universo narrativo e oggi sappiamo che è stato un flop.
Nelle sette testate ipotizzate da Jimbo spicca l'assenza di Flash.
Immagino i fans del Velocista Scarlatto perplessi. Mi permetto di spiegare la cosa: Shooter è davvero customer oriented ed attento alla sensibilità cosiddetta mainstream ( " quando rileggi la tua storia, assicurati che sia tutto comprensibile per il lettore " ) - le sue Guerre Segrete ne sono un esempio: abbiamo i buoni , i cattivi, il campo di gioco - ma fissato con il rispetto delle deadlines ( ha silurato Gerber e Colan perchè ritardano le consegne del loro Orestolo il Papero ). Il ragazzone detesta il dover affrettarsi , il correre dietro all'autobus che sta partendo da parte della pensionata con la sportina della spesa, il Fantozzi di turno che collassa davanti al timbratore, il Bond che tenta di spegnere la bomba atomica ed il suo capo che risolve tutto quando il timer segna 007.
Flash è il simbolo di tutto quanto lo ex enfant prodige ( scriveva e disegnava la Legione dei Super-Eroi a tredici anni ndr )teme ed odia.
Quel mattacchione di Frank Miller - nei gg in cui stava preparando Born Again - è andato a proporre, per celia, a Jimbo una miniserie in cui si raccontava di come Quicksilver fosse stato sedotto dal lato oscuro della Forza ( della Velocità ? ndr ) e stesse costruendo una Macchina per accelerare i processi del Motore del Mondo ( si veda il Thor di Ellis/Deodato ) affinchè la vita sul pianeta Terra entrasse nella fase della Velocità Terminale ( si veda il Flash di Waid/Ringo ). A contrastarlo, un metaumano zen spagnolo chiamato Killer Caracol ( lumaca in it. ). Sarà un caso, ma poco dopo anche Frank era a lavorare altrove...
Avevo letto l'articolo sul blog, sempre molto interessante, di Shooter.
Tra tutte le cose che dice quello che ci fa capire che si tratta di un'altra epoca è il numero di testate proposte: solo sette!
Oggi la Marvel inonderebbe le fumetterie di testate. :))
Quanto alla differenza tra Marvel e DC era ancora vera negli anni '80, oggi mi sembra scomparsa.
30-40 anni fa c'era maggiore attenzione per la qualità delle serie prodotte. Si puntava ai buoni disegni (anatomicamente parlando) e alle sceneggiature impegnate. Si partiva dall'idea che l'appassionato che legge un fumetto, terminata la lettura doveva rifletterci, parlarne con altri e ritenere interessanti i punti approfonditi.
Oggi non è più così.
La qualità non è più il primo elemento in considerazione (ma l'ultimo).
Si punta sulla quantità, sui disegni di tipo cinematografico. La sceneggiatura passa in secondo piano, tanto che uno scrittore come Peter David o Jason Aaron vengono fatti passare per fuoriclasse (quando sono solo comuni scrittori).
I personaggi non riflettono più. Non ci sono più i balloon in giallo con i loro pensieri.
Non c'è più la voce di sottofondo che descrive e accompagna il lettore come una volta.
I fumetti di oggi sono fatti per essere letti in 5 minuti, accartocciati, buttati via e dimenticati.
E infatti anche le vendite sono crollate.
Quindi, non deve stupire che (sempre che Shooter abbia detto il vero, ma ne dubito), che un ipotetico rilancio Marvel del DCU prevedesse solo 7 testate.
Preciso, però, che se i fumetti oggi hanno queste caratteristiche, ciò è dovuto all'ambiente che li accoglie. I lettori di oggi non amano leggere, sono poco colti, con un patrimonio scolastico minimale e una preparazione bassissima (che è figlia di un sistema dell'istruzione impoverito dalle recenti riforme). In sostanza, fumetti scadenti per lettori ignoranti. Questo è il fumetto supereroistico di oggi.
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