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Di Bill Jemas, senatori, sentinelle e di quello "schiaffo" al Comics Code Authority


La Marvel contro il Comics Code Authority!
Dall'insofferenza degli autori alla ribellione di Bill Jemas


Sul finire degli anni '90 la Marvel Comics era sull'orlo del baratro. Il gigantismo editoriale, l'acquisizione di un distributore e l'apertura di filiali in altre parti del mondo (tra cui spicca la Marvel Italia) e il passaggio di mano tra diversi proprietari, aveva messo la casa editrice in ginocchio. Lo spettro del fallimento si approssimava, al punto che la dirigenza si vide costretta a chiedere il ricorso al Chapter 11 (una specie di procedura di amministrazione controllata cui possono ricorrere le aziende bisognose di essere risanate).

Se le vicende finanziarie erano tutt'altro che rassicuranti, non erano da meno quelle creative. Pochi anni prima un gruppetto tra i più talentuosi autori del mercato aveva mollato l'editore per fondare la Image Comics, aprendo una strada alternativa a tutti quegli autori insoddisfatti del lavoro alle dipendenze (e sotto il controllo creativo) delle Big Two, mentre le storie, caratterizzate da una solida continuity e de ripetuti eventi narrativi, non incoraggiavano i nuovi lettori (più attratti dal nome degli autori che non da quello del personaggio) ad avvicinarsi alla lettura. Bob Harras, editor-in-chief della Marvel, fu accusato di non aver saputo sfruttare al meglio (dal punto di vista commerciale) l'enorme successo di pubblico della prima pellicola degli X-Men di Brian Singer; i dati di vendita delle serie mutanti, nonostante il ritorno di Chris Claremont alla loro guida, non fecero registrare un incremento significativo e Harras fu per questo motivo licenziato.

Bill Jemas
Ex-Presidente della Marvel

Come sostituirlo? Una domanda la cui risposta non fu semplice. C'era bisogno di un nome nuovo, di qualcuno che non provenisse dalla redazione della Marvel e che, proprio per questo motivo, sarebbe stato in grado di approcciarsi ai supereroi della casa delle idee in maniera diversa, radicalmente innovativa. La scelta ricadde su Bill Jemas, personaggio ignoto agli addetti ai lavori, proveniente dal settore delle riviste sportive, nominato presidente della Marvel subito dopo l'ottenimento della procedura di amministrazione controllata e insignito di un incarico a da far tremare i polsi: portare la casa editrice fuori dalla palude finanziaria e farlo con qualsiasi mezzo - lecito - necessario.

Dopo aver scelto come suo scudiero Joe Quesada, promosso al ruolo di Editor-in-Chief, Jemas le provò davvero tutte: coinvolse scrittori provenienti dal cinema, dalla TV e dalla narrativa e li spronò a cimentarsi sui fumetti Marvel allo scopo di infrangere i soliti meccanismi e creare, nel contempo, una cassa di risonanza in grado di attrarre un'audience più vasta dei soli lettori di fumetti. Ma non si limitò solo a questo. Per attrarre l'attenzione di un pubblico più generalista fu cambiata la grafica di copertina (somigliante sempre meno ai tradizionali comic book e sempre più alle riviste illustrate); fu lanciata la linea Ultimate, furono raccontate storie considerate tabù (come quella delle origini di Wolverine) e ancora furono pubblicati, per un mese, solo albi muti (senza testo), provati nuovi (vecchi) generi (il romance di Trouble, o il western di Kid Colt), fu - quasi - cancellata la continuity e rinverditi vecchi personaggi affidandoli ad autori al debutto con la casa editrice. La sensazione era quella di percorrere ogni strada possibile, per poi valutare, a consuntivo, cosa avesse funzionato e su cosa continuare a puntare.

Marville e Trouble
due dei progetti più discussi dell'era Jemas

C'era ancora qualcosa, però, che limitava la piena libertà di espressione degli autori e che impediva al fumetto di percorrere nuove strade narrative, oltrepassando i limiti: il Comics Code Authority. Un regolamento vetusto e castrante che Bill Jemas decise di infrangere. Tutto ebbe inizio con uno sfogo di Joe Quesada, di ritorno da una riunione tra i membri del comitato del Comics Code, frustrato e inviperito a causa dei richiami ricevuti e dei forti limiti imposti. Jemas non ci pensò su due volte, decidendo di far uscire immediatamente la Marvel dal Comics Code.



Per scongiurare l'uscita della Marvel, e le eventuali ricadute sull'autorità di controllo, Paul Levitz, l'allora presidente della DC Comics e notoriamente grande mediatore, decise di convocare repentinamente una riunione straordinaria alla quale fu invitato anche Bill Jemas.

Il presidente della Marvel venne a sapere che alla riunione avrebbero partecipato, oltre naturalmente a Levitz, tutti i rappresentanti degli editori che avevano sottoscritto il Comics Code Authority, e così decise di farsi accompagnare da tutti gli editor che in passato avevano collaborato con gli altri editori dell'authority; e solo per la soddisfazione di mettere a disagio gli altri.

Nel corso del vertice, in rappresentanza dell'organismo di controllo, prese la parola Michael Silberkleit che non esitò a profetizzare un futuro molto difficile per gli editori che avrebbero deciso di non sottomettersi al controllo della CCA, bastava pensare alla fine che era toccata alla EC Comics, fine cui avrebbero potuto essere destinati tutti gli editori "ribelli". Subito dopo fu il turno di Paul Levitz, che si rivolse in maniera molto accondiscendente a Jemas dicendogli: "Come vedi, Bill, basterebbe poco per mettere un editore in grossa difficoltà, basterebbe una storia dai contenuti un po' troppo violenti, un senatore che decine di esporre alla camera e tutto potrebbe precipitare. Dobbiamo preoccuparci dei senatori..." Fu a quel punto che Bill Jemas interruppe il presidente della DC Comics, e calma, gli disse: "In tutta sincerità, in questo momento sono più preoccupato dalle Sentinelle che non dai senatori". La riunione finì in quel preciso istante. Levitz incrociò le braccia e non profferì più alcuna parola.

Di sentinelle e senatori...


La faida tra Marvel e DC Comics non finì al termine di quella riunione.
Tutt'altro.
I rapporti tra i due editori furono completamente interrotti quando Joe Quesada, durante un'intervista, descrisse la Distinta Concorrenza alla stregua di una vecchia prostituta incapace di provocare erezioni. E forse neppure l'offerta di Bill Jemas di pubblicare i numeri censurati di Authority contribuì alla Pax Editoriale.

Non troppo tempo dopo Bill Jemas lasciò la casa delle idee (e forse la Marvel cessò di essere tale), con un bilancio ripianato e con la consapevolezza di non poter fare tutto ciò che davvero desiderava. Consapevolezza che forse aveva fatto diminuire il divertimento.

Solo di recente Bill Jemas ha incontrato nuovamente Paul Levitz. Chi era presente ha raccontato di un Jemas raggiante che ha salutato con affetto l'ex-rivale, dicendogli: "incontrarti dopo tutto questo tempo è un vero piacere!". "Purtroppo non posso dire lo stesso!" Gli avrebbe risposto Levitz, prendendosi una tardiva, ma immagino soddisfacente, rivincita.


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