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JIM ZUB: "IL MIO FUMETTO PRODOTTO PER LA IMAGE E' L'HOBBY PIU' COSTOSO CHE ABBIA MAI AVUTO"

Skullkichers

Negli ultimi si parla con sempre maggiore insistenza (e ammetto che anche io l'ho fatto molto spesso) dei benefici del fumetto creator owned, cioè quelle opere i cui diritti di sfruttamento sono di proprietà degli autori e non delle case editrici che le pubblicano, e di come questi possano rappresentare il futuro di una parte del fumetto americano. A ricordarci che non son tutte rose e fiori ci pensa lo scrittore Jim Zubkavich, autore di Skullkickers, serie Image molto apprezzata dalla critica ma che non gode di una folta schiera di lettori, che in un lungo e accorato articolo scritto per il suo blog, effettua una minuziosa analisi del mercato dei fumetti indipendenti, traendo conclusioni  non proprio confortanti. 

"Sono davvero eccitato di lavorare nel campo dei fumetti. E sono ancora più contento che uno dei progetti più importanti tra quelli a cui ho lavorato fino ad ora sia una serie creator-owned sulla quale detengo un controllo totale. Scrivere Skullkickers ed essere pubblicato dalla Image Comics è un'emozione e un onore. Mi hanno concesso proprietà e controllo assoluti sulla mia creazione e questa è una cosa davvero rara in questo settore. Desidero che queste premesse vi siano ben chiare. 

Durante una recente conversazione inerente il guadagnare soldi grazie ai fumetti, mi sono reso conto che un sacco di persone danno per scontato che lavorare nel campo dei fumetti faccia guadagnare soldi. Essere pubblicati non è la chiave per accedere immediatamente alla fama e al successo. 

Date un'occhiata a questo grafico...

la torta realizzata da Jim Zub

... su un fumetto che ha un prezzo di copertina pari a  $ 2,99 ($ 3,00 per semplicità) bisogna sottrarre: 

- $ 1,40: una percentuale compresa tra il 40/50% spetta ai negozianti, la gente che vende i fumetti ai lettori. Questa cifra varia leggermente a seconda delle copie ordinate dal rivenditore e dalla casa editrice che pubblica l'albo, ma è una approssimazione di base. I rivenditori meritano questa quota perché sono loro a vendere i fumetti ai clienti locali. Comprano prodotti che non sono restituibili, assumendosi tutti i rischi dell'invenduto, e lo fanno ogni settimana. Per molti versi, sono loro i clienti dei distributori.

- $ 0,80: la quota che spetta alla stampa è notevole (e varia anche di molto a seconda della tiratura, della disponibilità della carta e della tipografia, così NON è una cifra esatta). 80 cents rappresenta un buon punto di riferimento per una tiratura non troppo alta. Su tirature veramente basse (al di sotto delle 3000 copie), i costi di stampa possono salire anche oltre il dollaro per ogni singola copia, il che davvero riduce il budget. 

- $ 0,50: 1/6 del prezzo di copertina spetta alla Diamond, il distributore che annuncia la pubblicazione e ne sollecita gli ordini ai negozianti. Questa cifra varia in base ai costi di trasporto, al prezzo della benzina, alla quantità di copie ordinate e a qual è l'editore, ma si tratta di una buona approssimazione. La Diamond si guadagna la sua quota grazie al lavoro svolto per raccogliere gli ordini, immagazzinare e spedire la merce alle fumetterie. E' un distributore internazionale che sostiene spese molto elevate per far funzionare tutto in piena regola. 

I costi di stampa possono variare anche di molto, ma 80 centesimi a copia sembra una cifra ragionevole. Con i restanti 30 centesimi ad albo bisogna pagare: 

  • Costi pubblicitari/promozione
  • Operazioni dell'editore/costi d'ufficio
  • I soldi che restano servono a pagare un compenso al team creativo che allo stato attuale delle cose non percepisce nulla.
  • Profitti? 
Questo vuol dire che, su una tiratura di 5000 copie (e molte, molte serie creator-owned nel mercato attuale non ci arrivano), per queste quattro voci fondamentali non restano che 1500 dollari. Indovinate che cosa significa? 

Se i costi per pubblicizzare il titoli e quelli sostenuti dall'editore fossero pari a zero, questo significherebbe che allo scrittore e al disegnatore, per un albo di 20 pagine, spetterebbero $ 37,50 ciascuno A PAGINA. Oops, non ci sono soldi per la copertina, mi dispiace. Aumentate il numero di persone che collabora alla realizzazione della serie (inchiostratore, colorista, letterista, ecc...) e il totale va ulteriormente suddiviso in più quote, ma questo è un numero FASULLO. L'editore sostiene dei costi, ha uno staff da pagare. 

La verità è che una volta che l'editore prende la sua quota da quello che è avanzato (una quota che merita), in genere non ci sono soldi  per pagare il team creativo. 

Anche se il costo di copertina, per lo stesso fumetto indipendente, dovesse salire a $ 3,99 le cose non cambierebbero in maniera sostanziale, e questo perché le quote che spettano alla distribuzione e ai venditori sono loro attribuiti in base a delle percentuali, non sono costi fissi. Un dollaro in più sul prezzo di copertina non si traduce immediatamente in un dollaro extra da destinare al pagamento del team creativo. Fa ottenere 40 cents in più da destinare alle quatto categorie che ho elencato più su. E' una cosa che aiuta, ma non risolve magicamente l'equazione. 

In ultimo, nessuna delle considerazioni fatte più su ha tenuto conto delle copie perse o danneggiate che, pur incidendo sui costi di stampa, producono ZERO dollari. Una piccola percentuale dei fumetti non produce alcun beneficio per nessuno in questa filiera (con la sola eccezione delle tipografie). Sono incidenti che accadono. 

Tutto quello che ho scritto finora è semplificato. Le percentuali dipendono dall'editore, da sconti speciali e dal volume degli ordini. Per cortesia non utilizzate queste cifre per fare un bilancio preventivo affidabile di quanto incasserà il vostro futuro progetto fumettistico.

Che ci crediate o no, io non sono amareggiato per questa situazione. E' il prezzo che bisogna pagare per fare questo lavoro nell'industria mainstream del fumetto, venendo distribuiti in tutte le fumetterie e sul mercato internazionale. E' così che funziona. Volevo solo far sì che la gente capisse che cosa intendo dire quando affermo che non mi sto arricchendo con il fumetto di mia proprietà che sto realizzando. Skullkickers è il più dispendioso hobby che io abbia mai avuto.  :P

Ed è per questo che dovreste
  • Sostenere le pubblicazioni indipendenti
  • sostenere i fumetti creator-owned
  • Pre-ordinare le serie che vi interessano presso le vostre fumetterie
  • parlare con i vostri amici delle serie che vi piacciono, contribuendo così a creare una base di lettori
  • sostenere le campagne Kickstarter per grandi progetti inerenti di fumetti indipendenti
  • Comprare direttamente dalle mani degli autori in modo che il 100% del prezzo di copertina vada nelle loro tasche. 
Adesso siete al corrente. 

Ci sono altri canali di vendita e, quando avrò un po' di tempo, vi parlerò delle vendite delle raccolte in volume/graphic novels, delle vendite di fumetti digitali e di quelle fatte durante le convention. Quella descritta sinora è la realtà delle piccole produzioni indipendenti che concorrono nello stesso mercato e negli stessi spazi di icone della cultura pop come Spider-Man, X-Men o Batman. La produzione del fumetto mainstream si basa sulla distribuzione di un gran numero di copie e su un forte sconto. Per ogni Walking Dead che fa il botto ci sono migliaia di fumetti che non producono alcun profitto. 

Se credete che questo post possa essere d'aiuto, vi prego fatemelo sapere scrivendomi qui (oppure si Twitter) e condividetelo con i vostri amici. Per cortesia prendete in considerazione l'ipotesi di comprare qualcuno dei miei fumetti, lo potete fare online, presso la vostra fumetteria o direttamente da me nel corso di una convention".

Una serie di considerazione davvero disarmanti soprattutto per chi ritiene che gli USA siano una delle terre promesse del fumetto mondiale, ma che invece portano alla luce, ancora una volta, la grave crisi che affligge il mercato d'oltreoceano. L'analisi di Jim Zub (come l'autore ama farsi chiamare forse per semplificare la vita a chi ha oggettive difficoltà a a pronunciare il suo cognome) stona solo su un punto; in Italia, la percentuale di sconto concessa al distributore (che ruota nel settore delle fumetterie - perché in quello generalista è molto più altra... - intorno al 50/56% ) è comprensiva dello sconto riconosciuto alle fumetterie. Possibile che negli USA funzioni diversamente? 

7 commenti:

Anonimo ha detto...

So di essere terribilmente stupido, ma non ho compreso la tua chiusa riguardo la differenza di sconto tra Italia e USA.

Comix Factory ha detto...

Forse sono stato io che non sono stato chiaro; in Italia l'editore accorda al distributore uno sconto del 55% (in genere). Da quello sconto il distributore si trattiene una percentuale variabile (tra il 15% e 25%) e poi trasferisce i fumetti al libraio (con uno sconto tra il 40% e 30%). Stando a quanto dichiara Zub, negli USA al libraio va un 50% di sconto e al distributore un'altra percentuale. I costi, in tal modo, aumentano in maniera esponenziale

Anonimo ha detto...

Chiaro, i distributori arriverebbero ad avere uno sconto del 65%. Possibile che sia questa la causa dell'alto costo degli spillati? Perché, al di là di tutto, 4 euro per 20/22 pagine non è poco.
Grazie mille per il chiarimento. ;)

Dirk Gently ha detto...

Ma diciamolo pure! 4€ per 20 pagine è tanto!
Devo ammetterlo: pensavo che i fumetti stampati dall'etichetta Image ricevessero quasi tutti un notevole successo di vendite, non mi aspettavo che i compensi dei team creativi fossero così scarsi. Non voglio fare un paragone con Miller, che con il non brillante Superior dice di aver guadagnato cifre di molto superiori al compenso ricevuto dalla Marvel per Civil War, ma veramente credevo che il fumetto indipendente muovesse più soldi.
Grazie per l'articolo, molto interessante :)

Dirk Gently ha detto...

Dove per "Miller", ovviamente, intendevo "Millar", lol.

Dirk Gently ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Comix Factory ha detto...

Grazie a te Dirk, in ogni caso avevo intuito che ti riferissi a Mark Millar. Non dimentichiamo che, piaccia o meno, Millar è un genio del marketing, del management, della comunicazione ed è anche un ottimo sceneggiatore (che non guasta...)

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