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Avengers: Endgame, la semi-recensione: una vera e propria "fine dei giochi"


Dopo 11 anni e 21 film è arrivata alla conclusione la prima maxi-saga del Marvel Cinematic Universe, quella dedicata alle Gemme dell'Infinito e al folle titano Thanos. Con Avengers: Endgame attualmente nelle sale, e che in pochi giorni ha già iniziato a sbaragliare i record di incassi in tutto il globo, il mondo del cinema ha subito una forte scossa e il metodo Marvel si è espresso in tutto il suo splendore, portando a termine quel piano decennale (e oltre) nato nel 2008 con Iron Man di Jon Favreau.

Senza andare troppo nei dettagli visto che stiamo parlando di un film che avrà lunga vita nei cinema nelle settimane a venire, possiamo dire senza ombra di dubbio che, tecnicamente parlando, i Fratelli Russo ancora una volta hanno dato prova di aver trattato con cura e dedizione le storie Marvel Comics portate sullo schermo nel corso di questi anni.




Avengers: Endgame è evidentemente ciò che sarebbe dovuto essere "il finale" di Infinity War, e sopratutto dopo averlo visto si capisce il perché durante la lavorazione si parlava dei due film come Parte 1 e Parte 2. Infinity War ci ha sconvolto per la sua capacità di riunire in maniera coerente e con il giusto minutaggio tutti gli eroi in un unico film, e allo stesso tempo per il modo in cui ci ha presentato Thanos, vero protagonista del racconto e soprattutto fautore di uno dei finali più controversi, emozionanti e inaspettati della storia del cinema

Di conseguenza, Endgame parte proprio da dove eravamo rimasti al cinema un anno fa: i superstiti al famoso schiocco di dita stanno valutando il contrattacco, forti dell'arrivo (annunciatissimo) di Captain Marvel. Senza andare oltre nella trama, c'è da dire che il film ha la capacità (e qui si nota l'enorme studio fatto nel corso di questi anni) di citare, attraverso un personaggio, un evento, un oggetto o altro , tutti i 21 film del Marvel Cinematic Universe che, mai come in questa occasione, compongono un puzzle perfetto la cui immagine è proprio lo scenario di Endgame.

Per il resto bisogna affidarci ad un po' di SPOILER, pertanto chi non ha ancora visto il film è pregato di non leggere.

Il film nella sua prima ora è fortemente intimista, fa leva su grandi emozioni e sulla perdita, e in soli cinque minuti sconvolge lo spettatore. I Russo attraverso i personaggi hanno in qualche modo riportato le famose Fasi del Lutto, in questo caso scaturite dalla distruzione di metà degli esseri viventi dell'universo.


  • Il Rifiuto è manifestato un po' da tutti, consci che in un modo pieno di meraviglie ciò che avviene non è mai definitivo. E sopratutto da Scott Lang, la scintilla che porterà gli Avengers a trovare la soluzione al grande disegno di Thanos.
  • La Rabbia è forse il sentimento che scaturisce maggiormente dal film, ed è evidente soprattutto in due personaggi: Thor, che si rende protagonista di un gesto all'occhio dello spettatore giusto ma pur sempre atroce e fuori luogo per colui che dovrebbe rispecchiare la purezza degli Dei, e Hawkeye, che in questo film si trasforma in Ronin, guidato appunto dalla rabbia per aver perso la propria famiglia e divenuto un vigilante spietato attivo in tutto il mondo.
  • La Depressione passa ancora una volta da Thor, che auto-esiliatosi a Nuova Asgard è ora diventato un ubriacone che passa la giornata sul divano a sbronzarsi e a perdere tempo con i suoi amici galattici Miek e Korg.
  • La Tristezza è ovviamente espressa da tutti i protagonisti: Cap ha perso i suoi migliori amici e sente la mancanza della donna che ama, Natasha è alla deriva e avrebbe bisogno del suo amico Clint, Tony Stark nonostante sia stato il più fortunato tra tutti non riesce ad accettare la sconfitta e soprattutto la perdita del giovane Peter Parker.
  • L'Accettazione è espressa in maniera particolare, attraverso i due protagonisti che si sacrificano per il bene comune. Non si tratta infatti di accettare ciò che è accaduto, ma di accettare ciò che succederà per raggiungere lo scopo (E QUI RICORDO CHE SI TRATTA DI SPOILER). La Vedova Nera infatti accetterà di morire, di sacrificarsi al posto dell'amico fraterno Ronin, e di dare speranza alla squadra di poter riportare il mondo al suo status originale. E così anche Iron Man, colui che ha maggiormente da perdere in questo nuovo mondo, seguirà un consiglio del padre Howard, sacrificandosi per un bene superiore, ripetendo la stessa frase che ha dato inizio a questo lungo viaggio cinematografico: "Io sono Iron Man".
Si perché è doveroso specificare che se in Avengers: Endgame cercate un film da una grande e impeccabile struttura narrativa rimarrete delusi. Il film scorre in maniera abbastanza banale, anche a causa dei numerosi spoiler che sono emersi in rete nel corso di questi mesi, ma soprattutto perché non è la storia verticale a farla da padrone. Il film è il punto di coesione tra tutto ciò che è stato realizzato in questi anni, comprese le produzioni televisive con il cameo, inaspettato, di James D'Arcy nei panni di Jarvis, il maggiordomo di Howard Stark della serie tv Marvel's Agent Carter.

Il plot basato su viaggi del tempo, paradossi e realtà parallele, risulta complesso e fortemente fantascientifico (in stile Jonathan Hickman) e lascia alcuni dubbi nello spettatore che uscirà dalla sala chiedendosi se il film soffre di alcuni importanti buchi di sceneggiatura o se, semplicemente, lo sfruttamento di una linea cronologica così ampia permette la "licenza narrativa" di operare al di fuori di quanto visto finora nei diversi film. Endgame attraverso il suo sviluppo che ripercorre le svariate tappe del Marvel Cinematic Universe, non solo cita praticamente ogni singolo film dell'universo narrativo, ma gioca anche con quanto visto recentemente sulla carta stampata e con quanto desiderato dai fan: ed ecco che troviamo citazioni e/o riferimenti a Secret Empire, al Marvel Now, alla A-Force, a Asgardians of The Galaxy e a tanto altro.


Quel che è certo è che il film potrebbe essere analizzato in ogni singolo frame, ed ognuno di essi porterebbe alla luce il passato e il presente di quanto Kevin Feige e la sua squadra hanno realizzato in questi undici anni. Per il futuro però, con Avengers: Endgame sempre più vicino al titolo di film con il maggiore incasso nella storia del cinema (senza inflazione), bisognerà aspettare il prossimo Spider-Man: Far From Home che stando ai primi spoiler emersi dal trailer introdurrà il concetto di multiverso, spalancando le porte ad una quantità incredibile di possibilità.

Sarà infatti la prossima avventura dell'Uomo Ragno a seminare i primi indizi sul futuro del franchise che, stando a quanto finora confermato, comprenderà un film su Vedova Nera (a questo punto quasi certamente un prequel), i sequel di Black Panther e Doctor Strange, il terzo capitolo dei Guardiani della Galassia, e nuove produzioni come Gli Eterni e Shang-Chi.


Giuliano Gambino
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