Gerry Conway: "i lettori di fumetti rappresentano, nella migliore delle ipotesi, una minoranza esigua della "cultura dei fumetti"
Qualche tempo fa Gerry Conway ha pubblicato sul suo blog questa amara riflessione sull'industria del fumetto. Un settore che, nonostante il ruolo centrale che sta assumendo nell'immaginario collettivo, assume ogni giorno un valore economico sempre più marginale. L'attualità della riflessione e i numerosi spunti di riflessione che Conway fornisce, mi hanno convinto a pubblicare il suo contributo integralmente. Buona lettura!
Il destino del mercato del Fumetto è segnato?
Non si tratta di una paura priva di fondamento: se andiamo a contare il numero dei lettori, infatti, il mercato è già collassato. Cinquanta anni fa, quando ho cominciato a scrivere fumetti, il mensile dedicato alle avventure di Superman vendeva circa 600.000 copie. Cinque anni dopo i dati di vendita erano scesi a 300.000 copie al mese. Sul finire degli anni '80, Superman vendeva meno di 100.000 copie. (QUI trovate l'andamento anno per anno dei dati di vendita della serie Superman, mentre a questo LINK è possibile osservare l'andamento delle vendite più recenti).
Da 600.000 a 60.000, se questo non si può definire un crollo dei lettori non saprei come altro descriverlo.
Per essere onesti nei confronti dell'azzurrone, e dimostrare che questo non è un problema che affligge solo la DC, la serie principale di Spider-Man mostra un simile andamento decrescente delle vendite, sebbene il collasso sia avvenuto più di recente (QUI potete osservare l'analisi del sito specializzato comichron)
Probabilmente potreste obiettare che il confronto non regge, che sto paragonando mele e arance. Nel 1968 il prezzo di un albo a fumetti era di 12 Centesimi, mentre oggi costano in media 3,44 Dollari (QUI trovate i dati statistici cui fa riferimento lo scrittore per determinare il prezzo medio attuale di un comic book).
La vostra obiezione è sufficientemente corretta. Nel 1968 il reddito medio di una famiglia era di 7.700 Dollari all'anno (https://www2.census.gov/prod2/popscan/p60-065.pdf). Nel 2016 il reddito medio familiare è stato di 59,000 Dollari [un dato flessibile che avrebbe bisogno di alcune precisazioni (https://www.thebalance.com/what-is-average-income-in-usa-family-household-history-3306189)]
Analizziamo queste cifre, partendo dalla consapevolezza che la situazione economica nel 1968 era molto diversa da quella odierna (Per esempio, quel reddito familiare di 7.700 di cui parlavo poc'anzi faceva riferimento a una famiglia con un solo percettore, mentre oggi la maggior parte delle famiglie ha due percettori di reddito).
Ma prendiamo in considerazione anche l'inflazione. E' rivelatoria. I 7.700 Dollari del 1968 rivalutati con l'inflazione intercorsa in questi decenni oggi equivalgono a 54.162,42 Dollari (a questo LINK trovate il convertitore), quindi una famiglia di oggi ha un avanzo di circa 5.000 Dollari (anche se convertendoli a loro volta si tratterebbe di 725 $ del 1968).
In apparenza, quindi, i redditi hanno più o meno mantenuto il passo dell'inflazione e, nella maggior parte dei casi, soprattutto per quel che riguarda la tecnologia, il prezzo di molti articoli è diminuito in termini reali dal 1968. E molte, se non la maggior parte, delle cose dalle quali dipendiamo oggi nel '68 nemmeno esistevano. Facciamo un esempio, per proiettare una immagine gigantesca da 23 pollici era necessaria una console RCA a colori per televisori/fonografi nel 1969 dal costo di 975 $ (http://www.tvhistory.tv/tv-prices. htm) che equivarrebbero a 6.858 $ attuali. Oggi però è possibile al Walmart è possibile acquistare una Smart TV RCA da 65 Pollici per circa 590 $ (https://www.walmart.com/ip/RCA-ROKU-4K-65-SMART-UH-LED-TV/330129369). Rapportandoli al valore del 1968, si tratterebbe di 100 $, inutile dire che nel '68 nessuno avrebbe potuto capire il significato di termini come 4K, 65" o smart TV.
E per quel che riguarda le spese domestiche basilari? Per il latte, tanto per citare un prodotto, i prezzi sono saliti alle stelle?
Nel 1968 il prezzo del latte era di 1,07 $ (http://www.the60sofficialsite.com/1968_Economy_and_Prices.html) Oggi costa approssimativamente 3,16 $ (https://www.statista.com/statistics/236854/retail-price-of-milk-in-the-united-states/). Il prezzo del latte oggi è, quindi, meno della metà del tasso di inflazione. (tenendo conto del tasso di inflazione in litro di latte avrebbe avrebbe dovuto costare più di 7 $).
Vogliamo parlare di Automobili? Le auto negli anni '60 avevano un prezzo che oscillava dai 2.000 $ fino a 5.000 $, con una media di circa 3.500 $. (http://www.thepeoplehistory.com/60scars.html) (Mio padre ha acquistato una Chevy Nova nel 1969 per circa $ 2000, se ricordo bene.) Il prezzo medio per una nuova macchina oggi è di circa $ 33.000 (https://www.usatoday.com/story/money/cars/2015/05/04/new-car-transaction-price-3-kbb-kelley-blue-book/26690191/) - ovvero 10.000 $ in più rispetto a quanto ci si aspetterebbe applicando il tasso di inflazione. Ma con quei $ 10.000 in più ci vengono dati non pochi comfort? Da dove vogliamo iniziare? Controlli computerizzati, sicurezza e convenienza, climatizzazione e risparmio energetico, tutte cose che nel 1968 sarebbero state considerate fantascienza. Il prezzo medio di un auto ha fatto, quindi, registrare un aumento, ma forse ne è valsa la pena, anche perché molte persone adesso non acquistano più l'auto, ma preferiscono prendere in affitto - un'opzione che non era loro consentita nel
1968.
Dunque, prendendo in considerazione tutte le statistiche inerenti l'inflazione sin qui citate, in che modo il mercato dei fumetti di oggi è paragonabile con la sua controparte del 1968?
Prendendo in considerazione solo ed esclusivamente il tasso di inflazione, a parità di condizioni, un fumetto che nel 1968 aveva un prezzo di copertina di 12 Centesimi oggi dovrebbe costare 84 Centesimi. Ovviamente tutto quel che c'è intorno non è uguale.
La qualità della produzione dei fumetti di oggi è di gran lunga superiore a quella del 1968. Le macchine da stampa in quadricromia del 1968 producevano fumetti che sembravano appena leggibili rispetto ai mensili patinati che ci sono adesso. Quindi, considerato l'aumento della qualità del prodotto proposto, forse un raddoppio del prezzo potrebbe essere giustificato. Eppure, parte del costo della produzione non è compensato dal cambiamento nel sistema di distribuzione? Nel 1968, quasi la metà della tiratura di un albo finiva per essere resa - per vendere 600.000 copie di Superman, era necessario stamparne oltre un 1.000.000 di copie. I fumetti di oggi sono venduti senza diritto di resa. Non vengono stampate copie in eccesso. (Questo sistema si traduce alle volte in una pronta ristampa di alcuni numeri delle serie più popolari, un fatto che sarebbe stato davvero inconcepibile negli anni '60.) Nonostante la maggior qualità di stampa abbia fatto aumentare i costi, devo pensare che i progressi tecnologici nella stampa e nella distribuzione abbiano contenuto almeno alcuni dei costi di produzione degli editori. I compensi corrisposti agli autori, e questo certo, non si discostano molto da quelli del 1968. (Il page rate corrisposto agli autori delle serie più vendute è di poco superiore al tasso d'inflazione, mentre i compensi medi sono probabilmente, in termini inflazionistici, inferiori a quello che ci si potrebbe aspettare).
Perché, allora, i fumetti costano, in media, quasi cinque volte più di quanto ci si potrebbe aspettare in base al tasso di inflazione? Perché i fumetti non hanno beneficiato delle pressioni deflazionistiche che hanno ridotto il prezzo del latte e dei televisori? Per non parlare di tutte le meraviglie tecnologiche che non esistevano nel 1968,ed i cui prezzi sono crollati poco tempo dopo la loro introduzione sul mercato. (Personal computer, videogiochi, videoregistratori. masterizzatori, telefoni cellulari, e-reader, ecc. ecc.)
Purtroppo, capirne i motivi è piuttosto semplice. La base dei lettori è quasi completamente scomparsa. Questo fa sì che, al fine di supportare l'editore che produce una serie, ogni lettore sia costretto a pagare di più del suo valore intrinseco un singolo albo. La mia ipotesi è che in America ci siano circa 400.000 lettori regolari. Alla base di questa mia ipotesi ci sono queste statistiche:
L'ammontare totale del venduto annuale del Direct Market è di circa $ 418.000.000. Il prezzo di copertina medio di in comic book è di $ 3,44 (https://www.statisticbrain.com/comic-book-statistics/). Con una semplice divisione si ottiene che ogni anno vengono venduti 122.511.628 fumetti, cioè circa 10.000.000 di fumetti al mese.
Secondo la migliore ipotesi delle varie parti interessate (https://www.newsarama.com/33006-is-the-average-age-of-comic-book-readers-increasing-retailers-talk-state-of -the-business-2017.html) il lettore medio di fumetti ha un'età compresa tra i 25 e i 35 anni. Secondo le statistiche sul lavoro, lo stipendio medio per le persone di età compresa tra 24 e 34 anni è di $ 39.000. (https://smartasset.com/retirement/the-average-salary-by-age)
Qualche semplice calcolo matematico dimostra che questi lettori non possono attingere a un reddito inesauribile. Tolte le tasse, un lavoratore medio dispone di un reddito mensile di circa $ 570. Cibo, abitazione, vestiti e spese di trasporto sono tutti costi che devono essere sostenuti prima di poter acquistare fumetti. Se ci manteniamo ottimisti, possiamo affermare che gli appassionati dedicano circa il 5% del loro stipendio all'acquisto di fumetti. Sono $ 28 a settimana, che equivalgono a circa 8 fumetti a settimana, cioè 24-26 fumetti al mese.
10.000.000 fumetti venduti al mese; 25 venduti a ciascun lettore; 400.000 lettori.
In che modo 400.000 lettori di fumetti (una valutazione ottimistica, lo ammetto) possono essere paragonati al numero di persone che hanno visto, per esempio, "Black Panther"?
Stime recenti riportano che "Black Panther", solo sul suolo americano, ha incassato circa $ 500.000.000 (http://deadline.com/2018/03/black-panther-third-weekend-red-sparrow-death-wish-operation-red -sea-detective-chinatown-2-international-box-office-1202310277 /) pagando un biglietto il cui prezzo medio è di $ 9 (https://www.hollywoodreporter.com/news/average-price-a-movie-ticket -soars-897-2017-1075458), il che significa "Black Panther" è stato visto da circa 55.000.000 di persone.
Cinquantacinque milioni di spettatori di fumetti, contro meno di mezzo milione di lettori.
Anche se questi numeri risultassero essere grossolanamente approssimativi, si tratta di un divario assurdamente significativo. Indica un fatto incontrovertibile: i lettori di fumetti rappresentano, nella migliore delle ipotesi, una minoranza esigua della "cultura dei fumetti".
Questa considerazione risulta particolarmente veritiera se si tien conto che i singoli lettori sono fedeli solo a una manciata di personaggi. Se acquisti 25 serie al mese e sei un fan di Batman, con tutta probabilità un quinto dei tuoi acquisti saranno fumetti collegati a Batman. Il che vuol dire che il totale dei lettori di Batman è inferiore a quello che potrebbe risultare dalla somma delle vendite di tutti i titoli collegati al personaggio. Se in media le serie che ruotano attorno al personaggio di Batman (per esempio Batman, All-Star Batman, Detective Comics, Batgirl, Batwoman, Nightwing) vendono circa 50.000 copie, e visto che uno stesso lettore acquista più di una serie dedicata al personaggio, complessivamente i lettori di Batman potrebbero essere solo 50.000. Lo stesso vale per gli altri personaggi o divisioni editoriali dedicate ad altri eroi (i lettori degli X-Men, quelli degli Avengers, di Superman, ecc...). E' assolutamente plausibile che la cifra di 400.000 lettori che ho stimato poc'anzi è eccessivamente ottimistica, esagerata. Gli appassionati più sfegatati potrebbero acquistare più di 25 serie al mese. In tal caso, i lettori effettivi che coltivano con continuità questa passione, potrebbero molti di meno. Forse 100.000.
In ogni caso, ciò che, per quel che mi riguarda, appare lampante è che la possibilità di guadagnare con la pubblicazione dei fumetti è chiaramente limitata da una base di mercato che appare sempre più ridotta, se non del tutto azzerata.
A questo punto la domanda è: qual è il sentiero che gli editori hanno intenzione di intraprendere? Continueranno a lavorare pensando a quella piccola base di lettori? C'è un modo per attrarre il vasto numero di persone evidentemente attratte dalla più ampia "cultura dei fumetti" rappresentata da film e TV? Oppure i fumetti (come ritengo probabile) diventeranno una forma sovvenzionata di sviluppo della proprietà intellettuale per le divisioni cinematografiche e televisive più redditizie e culturalmente influenti delle entità aziendali che le possiedono?
Le vostre ipotesi sono valide quanto le mie.
1 commento:
analisi molto articolata e , purtroppo , credo realistica. Il fumetto ormai è un optional e i lettori una specie in via di estinzione
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