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MAN-THING: SCUSATE IL RITARDO...


Copertina di The Infernal Man-Thing
del sempre prodigioso Arthur Adams


Ci sono opere di cui si parla da anni ma che, per le ragioni più diverse, si sono perse in una specie di limbo. Opere che a volte coinvolgono autori di rilievo e che, proprio per questo motivo, generano una attesa enorme nei lettori, fino a diventare oggetto di leggende urbane e assurgere allo status di mito moderno. A queste opere dedicherò, spero presto, una serie di articoli, mentre questo post è dedicato a una di queste opere che, incredibilmente, a venti anni di distanza, esce dal limbo per raggiungere fumetterie e lettori.

L'opera di cui parlo è una miniserie di tre numeri intitolata The Infernal Man-Thing la cui pubblicazione è prevista il prossimo mese ma che era stata originariamente annunciata, in formato graphic novel, circa venti anni fa. Realizzata dallo scomparso Steve Gerber e dal decisamente poco prolifico, ma non per questo meno valido, Kevin Nowlan (che si occuperà anche della colorazione pittorica) la graphic novel fu annunciata negli anni 80 e avrebbe dovuto intitolarsi Screenplay of the living Dead man. Gerber, che negli anni '70 aveva scritto un ciclo di storie molto acclamato con protagonista la Cosa della Palude, aveva scritto interamente la sceneggiatura che, principalmente a causa della lentezza di Nowlan, era rimasta per tutti questi anni chiusa in un cassetto negli uffici della Marvel. L'improvvisa morte dello sceneggiatore, avvenuta nel 2008, ha spinto Kevin Nowlan a riprendere la sceneggiatura e a completare l'opera. A tal proposito Nowlan ha dichiarato: "Mi piacerebbe pensare che Gerber sarebbe stato felice dell'opera finita. Forse un po' annoiato per tutto il tempo che ho impiegato".

La storia è il seguito del ciclo di episodi originariamente scritto negli anni '70 da Steve Gerber (che si intitolava Song Cry of the living Dead-Man), lo sceneggiatore infatti all'epoca non era soddisfatto di come aveva concluso la sua run sulla serie e scrisse Screenplay of the living dead-man con la precisa intenzione di chiudere la storia così come la aveva concepita. "Come lettore, ho dato dato per scontato che aveva scritto una storia che riguardasse la sua vita interiore ed emotiva. Ha fatto ricorso a tutta una ampia serie di tecniche creative per far sì che le sue idee funzionassero anche nel contesto di una storia horror. Non credo che all'epoca ci fosse nulla paragonabile; non nell'ambito del fumetto, almeno. Avevamo Super-Eroi e soap opera, storie misteriose e di mostri, ma Gerber scriveva queste storie violente, introverse riguardo l'angoscia esistenziale" ha dichiarato Nowlan, e poi ha aggiunto: "non sono un fan di tutto quello che ha fatto Gerber, ma apprezzo davvero il suo Man Thing. La violenta battaglia che il protagonista ingaggia con la sua mente. Superficialemente è solo violenza da fumetto, ma è dolorosa e grottesca. Non voglio anticiparvi troppo perché ci saranno molte sorprese per il lettore. I più piccoli dettagli della vita del protagonista risulteranno molto familiari a tutti coloro che sono a conoscenza della carriera di Steve. Ci sono numerosi momenti vagamente autobiografici. Alcuni personaggi dei fumetti prendono vita. E' il marchi di fabbrica di Steve Gerber".

Ecco una bella sequenza di tavole in anteprima tratte da The Infernal Man-Thing.

Man Thing

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Fossi in Gerber, resusciterei per pestare a morte Nowlan. Ovviamente, dopo avergli fatto concludere l'opera ed essermi goduto i soldi guadagnati.

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