Ads Top

In quella che sembra una infinita schermaglia con Alan Moore, la DC Comics compie un restyling di Swamp Thing e gli dona l'aspetto dello scrittore


Il nuovo aspetto di Swamp Thing


La guerra fredda tra Alan Moore e la DC Comics sembrava essere ormai stata accantonata, con lo scrittore di Northampton chiuso in un rigoroso (e produttivo) silenzio e la casa editrice intenta a espandere la sua linea supereroistica (e non solo).

Eppure negli ultimi tempi sulle avventure dei personaggi del DC Universe si allunga sempre più l'ombra del lavoro svolto (ormai oltre trent'anni fa) da Moore per la casa editrice. Se ci riflettete un attimo vi risulterà subito evidente come negli ultimi anni la DC stia cercando di inglobare al suo interno concetti e personaggi creati da Moore. Un processo iniziato, dal mio punto di vista, dopo la pubblicazione di Before Watchmen e le conseguenti (accesissime) polemiche dello scrittore (che si sente, a pieno diritto, depredato dei diritti di sfruttamento di una opera concepita per essere creator owned e finita per essere di proprietà della casa editrice).



Tra le numerose interviste rilasciate all'epoca della pubblicazione delle miniserie prequel di Watchmen, Moore non ha risparmiato frecciate al curaro alla attuale generazione di scrittori di fumetti accusandoli di scarsa originalità e di altrettanto scarsa creatività (QUI la replica di Jason Aaron). In particolare lo scrittore indirizzò velatamente le sue critiche a Geoff Johns, reo di aver strutturato il suo intero ciclo narrativo su Lanterna Verde (tra l'altro molto apprezzato) su una storia breve, scritta quasi come riempitivo, dallo stesso Moore per i disegni di Kevin O'Neill. Una critica mai raccolta da Johns, ma che probabilmente ha lasciato il segno. E' infatti dopo la nomina di Geoff Johns al ruolo di Chief Creative Officer che abbiamo assistito all'introduzione del Dottor Manhattan e dei personaggi di Watchmen nell'universo DC (a partire dalle pagine di DC Universe Rebirth, speciale one-shot scritto proprio dal dirigente della casa editrice, che lancia la nuova fase creativa del cosmo di Batman & Co.), di alcuni di quelli creati dallo scrittore britannico per la linea ABC (pubblicata dalla WildStorm di Jim Lee e con questi passata alla DC) tra cui spiccano Promethea e Tom Strong (ve ne ho parlato QUI), e al lancio di Doomsday Clock che, a modo suo, è il seguito di Watchmen.

Tutte operazioni, sia ben chiaro, che la casa editrice, in quanto legittimamente proprietaria dei diritti di sfruttamento dei personaggi, è libera di fare, rischiando solo di incorrere nelle critiche degli appassionati qualora il risultato finale dovesse rivelarsi deludente rispetto alle opere originali. L'ultima operazione compiuta dalla DC Comics, forse quella più discutibile, è quella relativa al restyling di Swamp Thing (personaggio creato da Len Wein e Bernie Wrightson, sulle cui pagine Moore esordì sul mercato statunitense siglando un lungo, bellissimo, ciclo di episodi) che, per mano dell'artista Alvaro Martinez, ha assunto le fattezze proprio dello scrittore inglese.

Il nuovo Swamp Thing a confronto con Alan Moore
Un restyling che sembra una vera e propria provocazione da parte della DC Comics che sembra voler dire allo scrittore che oltre alle sue opere e idee non ha alcuna remora ad appropriarsi anche della sua immagine. Dal canto suo, Moore al momento non ha rilasciato dichiarazioni (e dubito che lo farà); quello che aveva da dire alla DC (accusata di stalkerarlo sin da tempi in cui provò ad acquistare, senza riuscirci, gli Extreme Studios di Rob Liefeld e poi, con successo, la WildStorm di Jim Lee) e al mondo delle multinazionali del fumetto (e non solo) lo ha già ampiamente dichiarato. Adesso non resta che aspettare il prossimo passo di quella che sembra essere una schermaglia senza fine, una schermaglia nella quale la DC non sembra preoccupata del dimostrarsi spietata persecutrice.


Nessun commento:

Powered by Blogger.