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MARVEL: PROVACI ANCORA, SHE-HULK!

copertina del primo numero della (ennesima) nuova
chance editoriale che la Marvel prova a dare a She-Hulk


L'ottimo successo incontrato dalla prima ondata di titoli appartenenti al Marvel NOW! ha dato nuova linfa vitale alla casa delle idee che, dopo aver rilanciato i grossi calibri del suo universo narrativo, ha deciso di focalizzare le sue cure su alcuni personaggi (forse) minori molto amati da una ristretta cerchia di appassionati. Un eroe che rientra a pieno titolo in questa categoria è di sicuro Jennifer Walters, a.k.a. la Sensazionale She-Hulk. Nata quasi accidentalmente solo per motivi burocratici (nel 1978, come tutti ben sapete, negli USA fu lanciata la serie TV dedicata all'Incredibile Hulk; il successo fu enorme e alla Marvel si cominciò a temere che la CBS potesse lanciare, come già accaduto nel caso de L'Uomo da sei milioni di dollari da cui nacque lo spin-off La Donna Bionica, una seconda serie dedicata a una versione femminile del gigante di giada; personaggio sul quale, dal momento che non esisteva nei fumetti, la casa editrice non avrebbe potuto accampare alcun diritto. Per questo motivo in redazione si diede frettolosamente vita ad un Hulk in gonnella e si varò la serie The Savage She-Hulk che durò 25 numeri) il personaggio fu "adottato" da John Byrne che dapprima la inserì nei ranghi dei Fantastici Quattro e poi, nel 1989, la rese protagonista di una esilarante serie intitolata The Sensational She-Hulk. Proprio con la "cura" Byrne l'alter ego di Jennifer Walters ha fatto breccia nel cuore degli appassionati, guadagnandosi un posto d'onore nell'olimpo dei personaggi Marvel. Adesso, a circa dieci anni dall'ultimo tentativo, la gradevolissima serie curata da Dan Slott e Peter David, la casa editrice newyorkese ci riprova affidandosi nelle mani di Charles Soule e Javier Pulido.

Soule, che è un avvocato, ha dichiarato che focalizzerà l'attenzione delle sue storie sulla vita di She-Hulk e sulla sua carriera di avvocato e sulla sua ambizione di eccellere sia come eroina che come avvocatessa: "una delle cose che desidero esplorare è il fatto che lei desidera essere eccezionale in qualsiasi cosa si cimenti, ma questo non sempre è possibile. Ti puoi sforzare quanto vuoi, ma alla fine rischi di indebolirti. Adesso si troverà da sola lì fuori, almeno all'inizio non avrà un gruppo di supporto, una totale perdente che tenterà di fare bene. Adoro le storie come questa - Sarà molto facile iniziare a fare il tifo per Jen".

Il primo numero della nuova serie, che si avvarrà delle copertine di Kevin Wada, sarà distribuito a febbraio 2014.

3 commenti:

Dirk Gently ha detto...

Ho l'impressione che ultimamente sia tornato di moda concentrarsi più sulla vita "normale" dei supereroi che sulle loro gesta in costume e la cosa, visto l'ottimo risultato con l'Hawkguy di Fraction ed Aja, non mi dispiace affatto.
Crossover con il Devil di Waid in vista! :)

Onirepap ha detto...

Alla fine e' quasi un ritorno alle origini visto che nelle storie anni 60 era proprio il background civile a caratterizzare un personaggio

CREPASCOLO ha detto...

La Marvel, allora, aveva dei riflessi degni di un centometrista dopato inseguito da una mandria di tori in fiamme a Pamplona, dopo il crepuscolo. La CBS aveva davvero in programma di lanciare uno spin off dal popolare show con il sig. Ferrigno. La She Hulk del network sarebbe stata una sigaraia di un casinò a Vegas, interpretata da Teri Garr, che si prestava ad un esperimento segreto e gammoso e si trasformava, nei momenti di stress, in un Popeye verde interpretato da Lionel Stander
( don camillo e Peppone, il maggiordomo della coppia di Cuore e Batticuore, to name a few). L'esercito la inseguiva perchè da qualche parte nella sua zucca era il punto segreto di un naufragio alieno che lo shock della trasformazione in Amazzone Verde aveva relegato nel profondo dell'inconscio. I MIB disponevano di agenti bionici e di una pattuglia di Men From Atlantis. Purtroppo, dico io, la Casa delle Idee si mise di traverso. Io ho visto qualche foto presa dal set del pilota e devo ammettere che Stander faceva la sua marcia figura: praticamente la Beppa Giosef di Alan Ford, ma color smeraldo. Pazienza.

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